Una frase sui sogni di Stefano Benni ci fa riflettere sulla impalpabile differenza fra sogno e realtà, sul fragile diaframma che divide i due mondi e sul frequente confluire uno nell’altro. “E come fai a parlare di sogni, ed essere sicuro che non stai sognando?” Si chiede lo scrittore. Una domanda che non ha risposta e che mette in discussione il concetto stesso di realtà e di sogno. E se i due livelli fossero la stessa cosa?
Una delle tecniche di induzione dei sogni lucidi consiste nel fare la cosiddetta “prova di realtà” ovvero, durante la giornata il più spesso possibile, domandarsi: “In questo momento sto sognando?”
Questa domanda sembra mettere in moto un meccanismo di riflessione ed elaborazione della propria percezione della realtà, che riesce, nel tempo, ad influire sulla lucidità nel sogno. Diventare consapevole di stare sognando e saper così controllare il sogno e ciò che vi accade.
La frase sui sogni di Stefano Benni tratta dal suo romanzo “Pane e tempesta” pur richiamando la tecnica per diventare sognatori lucidi, sembra rimandare ad una possibile sovrapposizione fra i due livelli di sogno e realtà, ad un confluire l’uno nell’altro.
Una frase che mina le certezze del razionalismo e della concretezza a cui l’essere umano si aggrappa.
Questa la frase sui sogni di Stefano Benni:
E come fai a parlare di sogni, ed essere sicuro che non stai sognando?
(S.Benni- “Pane e tempesta” 2009)
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