Cosa accade quando due persone condividono lo stesso sogno? Questo fenomeno, noto come sogni sincronici, solleva interrogativi sulla natura dei legami profondi tra gli individui e sulle connessioni con l’inconscio collettivo. In questo articolo esploriamo le risonanze psichiche, i legami profondi e la relazione con l’ inconscio collettivo che si celano dietro ai sogni sincronici, analizzando il contributo di Carl Gustav Jung e di altri studiosi, e presentando esempi concreti di sogni condivisi.

Sogni Sincronici

Affascinano, incuriosiscono, talvolta allarmano. I Sogni Sincronici, ovvero “fare lo stesso sogno di un altro” sono un fenomeno onirico che desta grande interesse. Si tratta di sogni identici o sorprendentemente simili ricordati da due persone diverse che, in genere, sono unite da un legame affettivo: partner, familiari, amici intimi o individui che condividono profonde affinità spirituali.

Sogni sincronici: fenomenologia e ipotesi interpretative

Nel campo della psicologia del profondo e della ricerca onirica, l’emergere di sogni simili o identici in due soggetti connessi da una relazione significativa rappresenta una tematica di grande rilievo. Si tratta di eventi che sfidano una lettura puramente soggettiva del sogno, aprendo scenari di riflessione su dinamiche transpersonali e su possibili comunicazioni inconsce che trascendono il singolo individuo.

Sono sogni che possono presentarsi in forma simultanea nella stessa notte oppure con una distanza temporale ravvicinata, e si manifestano con maggiore frequenza quando sia presente una forte eco affettiva o psichica. Al di là del legame evidente, questi episodi sembrano attingere a un livello più sottile della comunicazione umana, in cui vissuti condivisi, emozioni latenti e contenuti inconsci possono trovare un’espressione simbolica comune nel sogno.

La ricorrenza di sogni così simili apre interrogativi che da tempo alimentano il dibattito tra studiosi, terapeuti e ricercatori del sogno. Diverse sono infatti le ipotesi interpretative che cercano di spiegarne la natura: dalla risonanza emotiva e dalla suggestione reciproca, all’accesso a contenuti archetipici comuni, fino al concetto junghiano di sincronicità o alla possibilità che i sogni sincronici rappresentino simbolicamente dinamiche relazionali condivise.
Senza escludere, in ultimo, una lettura più prudente che riconduce il fenomeno alla casualità e alla selezione mnemonica.

La Memoria Onirica e il Potere del Racconto

È utile, prima di tutto, fare una precisazione fondamentale: ciò che viene ricordato al risveglio rappresenta solo una parte del sogno notturno. In genere, si stima che la memoria onirica possa contenere al massimo l’80% dell’esperienza reale vissuta nel sogno. Inoltre, il contenuto manifesto del sogno tende a modificarsi lievemente ogni volta che viene raccontato.

Nel momento in cui si condivide un sogno con qualcuno a cui si è profondamente legati, l’emozione del racconto e il desiderio inconscio di sintonia possono condurre a una vera e propria costruzione del ricordo “a due mani”. Non si tratta di un’alterazione consapevole né di una “falsificazione”, ma piuttosto di un processo psicologico spontaneo in cui l’immagine onirica indistinta si definisce, e talvolta si trasforma, per effetto della narrazione dell’altro.

Quindi avremo una costruzione parziale, fortemente influenzata dai processi mnestici e dalla dinamica relazionale che  accompagna la narrazione.Questo perchè la condivisione del sogno all’interno di una relazione significativa può generare una convergenza dei ricordi che, pur in buona fede, tende a rimodellare le immagini oniriche in direzione di una narrazione condivisa. Questo processo, che potremmo definire una “co-costruzione simbolica”, non implica volontà di falsificazione, ma riflette il funzionamento stesso della psiche intersoggettiva.

In questa prospettiva, il sogno condiviso si inserisce in un campo relazionale regolato da processi affettivi profondi (Shore (1994), secondo cui lo sviluppo della mente avviene all’interno di interazioni affettive precoci che modellano la capacità di autoregolazione e di sintonizzazione empatica. Dinamiche che possono riattivarsi nei legami adulti e influenzare il modo in cui viene costruita e ricordata l’esperienza onirica.

Desiderio di Fusione e Bisogno di Conferme

Accade così che, soprattutto all’interno di una relazione amorosa, si finisca per riconoscere somiglianze anche laddove vi siano solo elementi evocativi comuni. La scoperta di aver sognato ambientazioni simili può suscitare un’emozione così intensa da alimentare la convinzione di aver condiviso la medesima esperienza.

Spesso, dietro la richiesta di interpretazione di sogni sincronici si cela un desiderio profondo, ma non sempre consapevole, di trovare una conferma del legame con l’altro. Il sogno allora viene investito del compito simbolico di attestare una comunione d’anima che superi i confini della realtà materiale.

Coincidenze Significative o Segnali dell’Inconscio?

Al di là dell’aspetto romantico o spirituale, i sogni sincronici meritano attenzione anche dal punto di vista simbolico. Possono rivelare contenuti inconsci condivisi, una problematica comune, oppure un sentimento inesplorato che, per emergere, ha bisogno di una “cornice eccezionale” come quella del sogno condiviso.

Questi sogni segnalano che esiste una connessione tra due inconsci individuali, una risonanza psichica che mette in luce aspetti della relazione da esplorare con maggiore consapevolezza.

Dinamiche Affettive e Funzione Simbolica

Nella clinica, il sogno sincronico può emergere nei momenti di transizione o crisi relazionale, come modalità simbolica di rielaborazione. Talvolta, l’emergere di simboli analoghi nei sogni dei partner può rivelare un’area tematica latente che richiede attenzione. È anche frequente che il sogno svolga una funzione compensatoria rispetto al desiderio di fusione o alla paura della distanza affettiva, confermando (a livello simbolico) una percezione di sintonia con l’altro.

Va inoltre considerata la tendenza inconscia a proiettare parti di sé sull’altro: in questo senso, la figura dell’altro nel sogno, pur richiamando un referente reale, rappresenta una costellazione interna che merita un’esplorazione individuale.

Jung, Inconscio Collettivo e Sincronicità

Jung ha offerto un contributo pionieristico alla comprensione dei sogni sincronici attraverso il concetto di inconscio collettivo, una dimensione transpersonale della psiche che trascende l’individuo e custodisce gli archetipi, ovvero immagini originarie universali che strutturano simbolicamente l’esperienza dell’essere umano in ogni tempo e cultura.

Secondo Jung, sogni simili in due persone in relazione affettiva potrebbero non essere il frutto di suggestione reciproca o casualità, ma l’effetto di una comune attivazione archetipica. Quando due individui sono in uno stato di profonda risonanza emotiva o spirituale, lo stesso archetipo può emergere parallelamente nei loro sogni, declinandosi in forme simboliche diverse ma riconoscibili.

Il fenomeno può anche essere letto alla luce della teoria junghiana della sincronicità (Jung, 1952), intesa come una coincidenza significativa tra eventi interiori (come un sogno, un’intuizione, un’emozione) ed eventi esteriori, privi di una connessione causale apparente, ma uniti da un legame di senso. In questa prospettiva, un sogno sincronico rappresenta una manifestazione psichica condivisa, che mette in luce una connessione profonda tra i due soggetti e che può agire come segnale trasformativo nella relazione o nel percorso individuale.

Si tratta, in entrambi i casi, di esperienze che rimandano a una visione della psiche come sistema aperto, sensibile a risonanze che travalicano i confini dell’io e che si muovono su un piano simbolico, collettivo e intersoggettivo.

Altri Contributi Teorici

Marie-Louise von Franz (1980), allieva e stretta collaboratrice di Jung, ha evidenziato come i sogni possano fungere da “specchi psichici” nelle relazioni affettive, riflettendo non solo contenuti interiori personali, ma anche dinamiche inconsce del legame con l’altro. In questa prospettiva, il sogno diventa uno spazio simbolico in cui si proiettano e si rispecchiano aspetti dell’altro partner, elementi non ancora consci del rapporto o movimenti profondi dell’intero sistema relazionale. I sogni sincronici, in particolare, possono rivelare una sintonia inconscia che anticipa o accompagna processi trasformativi nella relazione.

In ambito antropologico, Géza Róheim (1952) ha documentato fenomeni analoghi in diverse culture tradizionali, in cui il sogno non è vissuto come esperienza individuale ma come evento collettivo, connesso alla vita spirituale e rituale della comunità. In molte di queste culture, la dimensione onirica è profondamente intrecciata al mito, al simbolismo condiviso e alla coesione del gruppo, e i sogni comuni vengono talvolta interpretati come messaggi del mondo spirituale rivolti all’intera collettività.

Anche secondo una prospettiva sistemico-relazionale, fenomeni come i sogni sincronici possono essere letti come segnali dell’esistenza di un campo psichico condiviso, nel quale i confini tra le singole coscienze si fanno più sottili. All’interno di tale campo, l’inconscio di ciascun individuo non opera in isolamento, ma entra in dialogo con quello dell’altro, in una dinamica di interconnessione e co-creazione simbolica che si manifesta attraverso il sogno.

Sincronia Affettiva e Sogni Sincronici: l’Ipotesi Neuroscientifica

Anche dal punto di vista delle neuroscienze affettive, si comincia a esplorare la possibilità che fenomeni come i sogni sincronici trovino una spiegazione nella connessione profonda tra cervello, emozioni e relazioni. Studi sulla risonanza limbica (Lewis, Amini & Lannon, 2000) suggeriscono che gli esseri umani, soprattutto quando emotivamente vicini, tendono a sincronizzare inconsciamente i propri stati affettivi, generando modelli condivisi di attivazione neurofisiologica.

In questa direzione, Daniel J. Siegel (2010) ha descritto la mente come un processo emergente e relazionale, capace di modellarsi nel tempo attraverso l’interazione affettiva. La sua prospettiva sottolinea come la sintonizzazione tra due menti possa creare uno spazio condiviso in cui si verificano forme di comunicazione implicita e profonda, rendendo plausibile l’ipotesi che anche durante il sonno REM possano verificarsi allineamenti simbolici, come nei sogni sincronici.

Anche Louis Cozolino, nell’ambito delle neuroscienze interpersonali, ha mostrato come i circuiti cerebrali siano modellati dalle relazioni e possano generare stati di risonanza affettiva profonda, favorendo una sincronizzazione psichica che trova espressione anche nel sogno (Cozolino, 2006).

Inoltre, recenti ricerche sul sogno come processo simulativo (Revonsuo, 2000) sostengono che il cervello durante il sonno REM costruisce ambienti onirici che integrano esperienze, emozioni e relazioni, con una finalità adattiva. Quando due individui condividono esperienze emotive intense o sono inseriti in un campo relazionale particolarmente coeso, è possibile che i cervelli producano rappresentazioni simboliche simili in risposta a stimoli comuni, anche se elaborati inconsciamente e in modo non verbale.

Esempi clinici e prospettive interpretative

Riporto un esempio emblematico. Una lettrice mi scrive:

“Pochi giorni fa ho fatto un sogno che aveva molti elementi in comune con quello di mio marito. Nella stessa notte abbiamo entrambi sognato di correre lungo una discesa ripida sul fianco di una collina. Lui sognava di tenermi per mano mentre correvamo. Io invece sognavo una balla di fieno che rotolava accanto a me e trasportavo una sedia.” (R. – Padova)

Correre in discesa è immagine di qualcosa che procede con facilità ma in direzione di un possibile “crollo” o “china”, simbolo che può riflettere una dinamica coniugale in fase discendente. Il sogno del marito mostra un atteggiamento protettivo (o forse possessivo), mentre quello della moglie introduce due simboli interessanti.

La balla di fieno che rotola può alludere (si pensi all’espressione di uso comune “balla” intesa come menzogna) a qualcosa che è stato nascosto e che ora “cade giù), non riesce più ad assolvere alla sua funzione (è stata scoperta, non regge più, nessuno più ci crede ecc.). La sedia che la sognatrice porta con sé durante la corsa può simboleggiare il desiderio di mantenere sicurezza, stabilità o una posizione di vantaggio nella relazione. Quindi fa riferimento ad una situazione di comodo, alla sicurezza materiale.

Sogni Sincronici e Immagini Speculari

Un altro esempio riguarda due giovani innamorati che, nella stessa notte, si sognano l’un l’altro:

“Stanotte ho sognato la mia ragazza che mi veniva incontro lungo un sentiero notturno. Era vestita di bianco, bellissima, e io sentivo un’ondata d’amore per lei. Stamattina, quando gliel’ho raccontato, sono rimasto senza parole: anche lei aveva sognato me che le venivo incontro nello stesso scenario.” (R. – Ascoli Piceno)

 

Qui la sincronicità si esprime in forma speculare: nel sogno dell’uno è l’altro che si avvicina. È evidente la forza del legame affettivo e l’intensità emotiva condivisa. Ma, come sempre, è bene ricordare che la figura amata, pur richiamando la persona reale, è prima di tutto un simbolo interno, un aspetto psichico che appartiene al mondo interiore del sognatore.

In questo caso, il sogno sincronico può essere un modo per l’inconscio di richiamare l’attenzione su quegli aspetti che si proiettano sull’altro e che necessitano di essere integrati per favorire una crescita personale e relazionale.

Conclusioni

I sogni sincronici rappresentano un punto di contatto tra l’inconscio individuale e il campo relazionale e possono essere compresi come evento significativo non solo sul piano affettivo, ma anche simbolico. Si possono considerare un’opportunità per esplorare dinamiche interiori e transpersonali  offrendo spunti preziosi per il lavoro psicoterapeutico orientato alla consapevolezza e alla trasformazione.

Che siano manifestazioni del legame affettivo, segnali di un passaggio critico o immagini dell’interiorità, restano una testimonianza di come il sogno non appartenga solo al singolo, ma possa talvolta diventare esperienza condivisa, punto di incontro tra due mondi psichici che, per un momento, si sfiorano. Ed è proprio in questi momenti che, come direbbe Jung, si manifesta l’invisibile dialogo tra coscienza e inconscio, tra sé e altro da sé.

Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione del testo


Bibliografia:

Cozolino, L. (2006). The neuroscience of human relationships: Attachment and the developing social brain. New York: W.W. Norton & Company. (trad. it. Il cervello sociale Neuroscienza delle relazioni umane, Milano: Raffaello Cortina, 20o8).

Jung, C. G. (1952). Synchronicity: An Acausal Connecting Principle. In The Structure and Dynamics of the Psyche (Collected Works Vol. 8). Princeton, NJ: Princeton University Press. (trad. it. Sincronicità come principio di connessioni acausali, Brescia: Scholé, 2021).

Lewis, T., Amini, F., & Lannon, R. (2000). A general theory of love. New York: Vintage Books.

Revonsuo, A. (2000). The reinterpretation of dreams: An evolutionary hypothesis of the function of dreaming. Behavioral and Brain Sciences, 23(6), 877–901; 904–1018; 1083–1121.

Róheim, G. (2015). The gates of the dream: Volume 1: The mother’s womb. New York: International Universities Press. (trad. it. Le porte del sogno. Vol. 1: Il ventre materno, Milano: Pgreco, 2015).

Schore, A. N. (1994). Affect regulation and the origin of the self: The neurobiology of emotional development. Hillsdale, NJ: Lawrence Erlbaum. (trad. it. La regolazione degli affetti e la riparazione del Sé, Milano: Astrolabio Ubaldini, 2013).

Siegel, D. J. (2010). Mindsight: The new science of personal transformation. New York: Bantam Books. (trad. it. Mindsight. La nuova scienza della trasformazione personale, Milano: Raffaello Cortina, 2012).

Von Franz, M.-L. (1997). The Way of the Dream. Boston: Shambhala. (trad. it. Il mondo dei sogni. Milano: Red Edizioni, 2003.


Prima di lasciarci

Caro sognatore, questo articolo nasce da un mio precedente lavoro pubblicato su Supereva nel 2007 e successivamente riproposto qui su Guida Sogni nel 2012. Ho sentito l’esigenza di riprenderlo, ampliarlo e approfondirlo, per offrirne una versione più attuale e completa di riferimenti neurofisiologici.

Spero che la lettura sia stata per te utile e interessante. I sogni sincronici non sono un fenomeno così frequente, ma quando accadono lasciano un’impressione profonda. Se ti è mai capitato di vivere un’esperienza simile, ti invito a condividerla nei commenti: raccoglierò lì anche tutte le testimonianze e i contributi ricevuti fino a oggi.

Grazie fin da ora se vorrai aiutarmi a diffondere questo lavoro e a farlo conoscere a chi potrebbe trovarvi ispirazione o spunti di riflessione.

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Crediti: Foto Pikisuperstar by Freepik

 

 

SOGNI SINCRONICI: fare lo stesso sogno di un altro ultima modifica: 2025-04-14T07:00:30+02:00 da Marni