Il metodo Ullman per l’analisi dei sogni è una testimonianza preziosa perchè, oltre ad offrire dettagliate in formazioni su come si svolgono i gruppi di lavoro con i sogni, rivela tutti gli aspetti più intimi e profondi che hanno toccato l’autrice e che hanno avuto origine da queste condivisioni contribuendo al suo processo interiore e alla sua crescita umana e professionale.
Il metodo Ullman per l’analisi dei sogni è un articolo di Sandy Sela-Smith Ph.D. presente sul network americano Dream Network che ho tradotto e che sono assai felice di pubblicare sulla Guida Sogni. E’ un argomento che ho già proposto in passato con la Tecnica delle proiezioni personali e la sua genesi.
Ma questa è la testimonianza diretta di una psicologa-professionista della relazione d’aiuto che ha partecipato ai gruppi creati seguendo il metodo Ullman per l’analisi dei sogni, che ha riconosciuto il potere di questa condivisione e il processo di crescita che si è avviato in lei e ha, infine, utilizzato l’esperienza acquisita anche nel rapporto individuale con i pazienti.
Il metodo di cui si parla, più conosciuto in ambito internazionale, è stato messo a punto dal Dott. Montague Ullman negli anni 60/70 ed è stato integrato nelle formazioni Voice Dialogue che ho frequentato.
Lo propongo e lo utilizzo da decenni nel mio lavoro e penso che conoscerlo sia la base necessaria da cui muovere per ogni tipo di lavoro professionale con i sogni.
•••••
Cos’è il metodo Ullman per l’analisi dei sogni
Cinque semplici parole: “Se questo fosse il mio sogno” (Ullman & Zimmerman, 1979) rendono il processo di valutazione-valorizzazione dei sogni di Montague Ullman uno degli strumenti più profondi ed efficaci che abbia mai trovato per far emergere i messaggi dei sogni, e altro ancora.
Ho avuto il privilegio di partecipare a tre corsi di formazione sui sogni con Monte Ullman (*) alla fine degli anni Novanta.
Ullman iniziò la sua carriera come psichiatra, ma scoprì presto il potere del lavoro con i sogni e dedicò la sua vita all’insegnamento di un metodo che consente al sognatore, così come ai partecipanti ai gruppi di condivisione dei sogni, di accedere ai recessi più profondi dell’inconscio. Credeva che ci fosse una coscienza filogenetica che si attiva (nei sogni) per la nostra sopravvivenza personale e collettiva e che ci stimola verso la nostra continua evoluzione.
La filosofia di Ullman
Secondo il pensiero di Ullman, ognuno di noi contiene miliardi di cellule che hanno formato collettivi di organi, sistemi e funzioni, mentre ci permettono di vivere come individui e come specie. Anche la razza umana è formata da diversi miliardi di persone che stanno imparando a vivere in questa unità. Proprio come l’essere umano non può sopravvivere se le cellule diventano autodistruttive o attaccano altre cellule vitali all’interno del corpo, la specie non può sopravvivere se noi, come individui o come gruppi sociali, distruggiamo gli altri o noi stessi applicando modelli distruttivi.
Dal mio punto di vista questo significa che per sopravvivere, le cellule e gli esseri umani devono imparare a rispettare la vita sia individualmente che collettivamente. Dobbiamo onorare i confini senza creare muri impermeabili, essere distinti senza separare, connetterci senza assorbire o essere assorbiti ed essere flessibili senza crollare mentre cambiamo e cresciamo. Dobbiamo condividere, nutrire, amare attivamente e permettere a tutti e a ciascuno di sopravvivere e prosperare.
Tuttavia, nel nostro sviluppo, come individui e come unità sociali, abbiamo formato modelli che sono un pericolo per noi stessi e per la nostra specie.
Ullman suggerisce che la coscienza della specie, forse qualcosa di simile all’inconscio collettivo di Jung, sia la forza universale che cerca di portare alla consapevolezza quei modelli di comportamento che possono portare alla distruzione.
Il sogno è uno dei linguaggi di quella coscienza universale.
Il Dott. Ullman e Zimmerman (1979) sostengono che:
Il sognatore in noi continua a spingerci verso una maggiore completezza […] I sogni non ci abbandonano mai. Sono con noi ogni notte, spingendoci ad affrontare i problemi che ci limitano e ci scoraggiano, o che limitano la nostra inventiva. (pp.318-319)
In Appreciating Dreams, Ullman (1996) afferma:
Da un punto di vista evolutivo, potrebbe esserci un altro ruolo che la nostra biologia svolge in relazione ai nostri sogni. Penso che il lavoro sui sogni ci porti a un contatto più stretto con un aspetto vitale del nostro patrimonio animale naturale.
Gli animali dipendono per la sopravvivenza dall’accuratezza e dalla veridicità del loro mondo percepito sensorialmente. Questa dipendenza è sempre con noi nello sforzo di adattarci a un ambiente umano ancora imperfetto.
Il compito è un po’ più difficile per noi a causa delle insidie e delle falsità a cui il nostro patrimonio culturale ci ha sottoposto. Nella misura in cui siamo vittime di false nozioni, non siamo liberi di realizzare veramente noi stessi. Addormentati e sognanti siamo alla ricerca della libertà in quegli ambiti che ci sono sfuggiti da svegli. La relazione tra libertà e verità è la forza trainante dei nostri sogni. (p. 243)
Il lavoro di gruppo con i sogni
Immaginate un gruppo di persone che si riuniscono in gruppo e che sono interessate a capire i propri sogni.
È possibile che nessuno conosca l’altro e tuttavia, alla fine del processo, è probabile che le persone si sentano come se si conoscessero da tutta la vita. In quel gruppo qualcuno o molti avranno condiviso un sogno. Ci sarà stata attenzione, ascolto, domande e ognuno avrà avuto l’opportunità di considerare il sogno che viene presentato come se fosse il proprio. Sentimenti e metafore all’interno del sogno saranno stati esplorati e i significati elaborati. Ci sarà un legame che collega i partecipanti attraverso lo spazio e il tempo, semplicemente perché hanno osato guardare nell’oscurità, entrarci e scoprire cosa c’è lì per loro.
Secondo Ullman il lavoro di gruppo, che spesso rende pubbliche questioni intime, è importante perché consente al sognatore di usare la visione collettiva per far emergere aspetti di sè nascosti.
Il sé legato alla coscienza spesso si auto-inganna. Per essere efficace, il gruppo deve fornire un ambiente amorevole e non giudicante in cui il sognatore possa esporre quelle questioni intime ed esplorarle in sicurezza. Il sognatore deve essere responsabile del processo ed essere in grado di gestirlo: fermarsi, limitare la condivisione o andare in profondità.
Sia il sognatore che i partecipanti hanno l’opportunità di usare il sogno per scoprire messaggi dalla coscienza che hanno un valore collettivo e filogenetico e applicarli alle proprie vite. E tutto inizia quando ognuno è disposto a dire: “Se questo fosse il mio sogno…“.
Le fasi del processo nel metodo Ullman per l’analisi dei sogni
Nel metodo Ullman per l’analisi dei sogni (1979, 1996, 1999), non c’è un conduttore-interprete esperto nel gruppo di elaborazione-valorizzazione dei sogni. Mentre, l’esperienza di vita collettiva dei membri fornisce una serie di livelli multipli e punti di vista diversi per molte possibili interpretazioni. Un gruppo impara il processo da qualcuno che è stato formato nel metodo; l’insegnante-leader prende quindi posto nel gruppo come partecipante.
La presentazione dei sogni è sempre volontaria e, dopo un’adeguata formazione, anche la leadership è volontaria. Ogni sessione inizia sollecitando un volontario per la leadership, con coloro che si offrono volontari che decidono chi guiderà. Quando il leader viene selezionato, il leader chiede se ci sono persone che vogliono condividere un sogno. Coloro che desiderano farlo decidono anche chi, tra di loro, presenterà il sogno in quella sessione.
Determinare la leadership e la presentazione dei sogni è un modello di volontariato, democrazia e scelta continua, tutte caratteristiche inerenti al processo del sogno stesso. Il sogno può essere una singola immagine o un’intera storia; l’elaborazione può richiedere due o più ore.
Le fasi del lavoro di gruppo
Nella prima fase il sognatore legge o racconta il sogno mentre i membri del gruppo lo scrivono o lo leggono insieme. Al termine, i membri del gruppo sono liberi di fare domande sul contenuto del sogno per ottenere chiarimenti. Il sognatore non deve contestualizzare o interpretare i significati a questo punto, ma deve riflettere sulle immagini, interazioni e sentimenti che emergono dal contenuto del sogno. Solo così i partecipanti sono in grado di integrare facilmente il sogno nei loro contesti personali.
La seconda fase inizia con il primo membro del gruppo che dice “Se questo fosse il mio sogno, mi sentirei…“, il che segnala ai partecipanti che è il momento di affrontare il sogno come se lo avessero sognato personalmente. Ciò avviene condividendo i propri sentimenti e i propri pensieri su immagini e metafore che emergono nel contenuto del sogno. La diversità dei contributi offre molte possibili interpretazioni che l’Io del sognatore può considerare mentre esplora i potenziali messaggi nascosti.
Nella terza fase, il sognatore ripensa al sogno e a qualsiasi cosa sia giunta alla sua consapevolezza come risultato dell’ascolto dei commenti degli altri. A questo punto il sognatore, se aperto a indagare ulteriormente, può acquisire altri significati rivedendo gli eventi che si sono verificati o i pensieri che erano presenti prima del sogno nella sua vita da sveglio.
Dopo che ogni aspetto e simbolo del sogno è stato esaminato nel contesto della vita del sognatore, si rilegge il sogno al sognatore, scena per scena, fermandosi per qualsiasi ulteriore intuizione quando appropriato. Ai membri del gruppo viene quindi chiesto di offrire quella che Ullman chiama parte finale dell’ultima fase, che consiste nel condividere le diverse proiezioni personali così da suggerire interpretazioni significative del sogno nel suo insieme e collegare il sogno e la realtà da sveglio del sognatore.
Infine, viene data al sognatore l’opportunità di fare eventuali ultimi commenti.
Se il gruppo si incontra nuovamente, la sessione successiva inizierà offrendo al sognatore del gruppo precedente l’opportunità di presentare eventuali ulteriori intuizioni riguardanti il sogno emerse nel periodo intercorso.
Le responsabilità nel Metodo Ullman per l’analisi dei sogni
Formare, guidare, presentare e partecipare a un gruppo di sogni richiede attenzione e assunzione di responsabilità se si vuole mantenere l’integrità del lavoro.
Soprattutto, il sognatore deve avere il controllo del processo, decidendo quanto in profondità andare, quanto rivelare e se avanzare o meno in ogni fase. Se per qualsiasi motivo in qualsiasi momento del processo si sentono minacciate le proprie sicurezze, il sognatore può interrompere il processo e dopo aver espresso la necessità di fermarsi, può scegliere di continuare o terminare il processo.
Riconoscendo la tensione che esiste tra bisogno di riservatezza e fascino della scoperta, il gruppo e il leader del gruppo possono incoraggiare a spingersi un po’ oltre il livello di comfort, se il sognatore si sente disposto. Ma è sempre richiesta grande sensibilità per stimolare senza forzare. Spesso una “spinta” ponderata può portare a una grande intuizione, mentre incitare sconsideratamente può devastare il sognatore e vanificare il processo.
Chi conduce i gruppi
Il leader ha un duplice ruolo. Uno è quello di essere un partecipante; l’altro è quello di assumersi la responsabilità di dirigere il processo in base alle diverse fasi. Ciò deve essere fatto con chiarezza, fluidità e flessibilità in modo da rispettare le esigenze e la sensibilità del sognatore, ma anche la potenza del processo.
Il leader deve essere sensibile ai sentimenti sia del sognatore che dei membri del gruppo. A volte può essere necessario interrompere il processo per chiarire o dare al sognatore o a un partecipante interessato il tempo di riprendersi dalle risposte emotive. Tutto questo deve poter fluire con grazia entro il tempo assegnato al lavoro.
Anche i partecipanti al gruppo hanno delle responsabilità. Contribuiscono in modo più significativo e traggono vantaggio dal processo quando sono pienamente presenti, quando ascoltano con attenzione e intendono sperimentare il sogno nel pensiero e nel sentimento.
Grazie al “prendere in prestito il sogno altrui“, il partecipante è libero di condividere le sue personali proiezioni basate su ciò che pubblicamente si sa del sognatore, o (con il suo permesso) ciò che ha appreso in privato, oppure basate su ricordi della vita del partecipante stesso senza mai distogliere l’attenzione dal sognatore.
I partecipanti possono essere attenti a possibili temi, contraddizioni o significati metaforici e notare non solo ciò che sembra presente, ma anche ciò che sembra assente. È sempre prezioso e importante rilevare immagini o luoghi che sembrano avere una carica emotiva. Tutto ciò deve essere fatto senza alcun giudizio, con sensibilità e preoccupandosi della sicurezza del sognatore.
Infine, ogni aspetto del sogno stesso deve essere onorato come una comunicazione significativa dall’inconscio.
Una singola immagine, un sogno di due righe o un sogno di diverse fasi contiene un messaggio che era abbastanza importante perché la parte sognante del sé, connessa alla coscienza della nostra specie, lo inviasse. Merita di essere rispettato e ascoltato.
Il potere del processo nel metodo Ullman per l’analisi dei sogni
Nei cinque anni in cui ho partecipato al gruppo dei sogni del Dott. Ullman a Saybrook con Stanley Krippner e con lo stesso Dott. Ullman, ho imparato a rispettare profondamente il potenziale di guarigione trasformativa e di auto-scoperta.
In quegli anni di lavoro sui sogni, i sognatori e i partecipanti sono stati in grado di affrontare i loro demoni, scoprire i loro punti ciechi, trovare risposte a dilemmi inquietanti e comprendere circostanze nelle loro vite che in precedenza potevano sembrare inspiegabili. La persistenza della “coscienza della specie“, che sembra spingere messaggi nella consapevolezza nonostante la resistenza individuale o di gruppo, è sorprendente.
Il mio interesse nello scoprire connessioni tra le cose mi ha portato a notare che spesso nei gruppi di sogni, le domande emerse nel contenuto del primo sogno sembravano trovare risposta nel secondo, e la comprensione del secondo sogno era resa possibile nel contesto del primo. Ho anche notato che questo stesso processo si verificava tra gruppi di sogni in cui ero unica nel ripetere la mia partecipazione. Le connessioni tematiche non solo chiarivano i sogni nel gruppo successivo, ma portavano anche intuizioni più profonde sul tema di un gruppo di sogni passato.
Qualunque cosa sia questo “tessuto connettivo energetico” che scorre tra le cellule che formano una singola persona, sembra scorrere tra gli individui e formare una palpabile relazione energetica nei gruppi e tra i gruppi. Forse è la coscienza della specie che, qualche modo ancora inspiegabile si esprime ed emerge in questa connettività quando siamo disposti a cercarla.
Un sogno condiviso nel gruppo
Anche il labile confine tra sogni ed esperienze di gruppo ha attirato la mia attenzione. Ricordo di essere rimasta molto sorpresa la prima volta che mi sono resa conto che un sogno veniva letteralmente, ma inconsciamente replicato nel processo di gruppo.
Una donna ha presentato questo sogno in cui immaginava di camminare lungo una strada principale assai trafficata trainando un carrello pieno e pesante. Si faceva largo a forza davanti a tutti gli altri e finiva per creare un ingorgo fermandosi nel mezzo di un incrocio. La sognatrice alzava pugno in segno di sfida agli automobilisti arrabbiati bloccati, che iniziavano a lanciarle oggetti mentre lei richiamava l’attenzione sul fatto che non aveva un’auto, ma stava trainando il suo carico senza aiuto. Si è svegliata sentendosi angosciata e non apprezzata.
Nel gruppo lei aveva insistito per poter raccontare il suo sogno prima degli altri sognatori. Quelli che, come lei, volevano raccontare i loro sogni avevano ceduto alla sua richiesta un po’ prepotente, ma questo aveva creato una corrente di rabbia e resistenza all’interno del gruppo. Gli altri partecipanti non parevano supportarla e non parevano essere pienamente coinvolti nel processo. Davano invece suggerimenti di interpretazioni che non le sembravano utili. Si è ritrovata a gestire il contenuto del suo sogno da sola. Ha continuato a fare interpretazioni sul significato del suo sogno nel contesto delle sue recenti esperienze senza considerare nulla di ciò che il gruppo aveva offerto.
In un momento di profonda intuizione, è rimasta in silenzio, si è guardata intorno nella stanza ed è scoppiata a piangere.
Si è resa conto di aver fatto nel suo sogno la stessa cosa che aveva fatto nel gruppo. Poteva ora vedere che il suo atteggiamento esigente era ciò che aveva generato la rabbia e la mancanza di supporto sia nel suo sogno che nella realtà. Per la prima volta nella sua vita, ha capito schemi consolidati che le avevano fatto credere di dover portare da sola i suoi fardelli. Questa svolta ha sciolto la sua resistenza e il cuore del gruppo. Tutti si sono resi disponibili ad aiutarla quando finalmente si è lasciata andare permettendo loro di sostenerla nella sua svolta. Che metafora potente!
La mia esperienza e il mio processo interiore
Quando ho deciso di scrivere questo articolo, avrei potuto riportare qualsiasi altro sogno, ma solo questo in particolare mi è venuto in mente, anzi non riuscivo a ricordare nessuno degli altri sogni con cui avevo lavorato nel corso degli anni.
Ricordando questo sogno, diversi anni dopo che era stato presentato, ho iniziato a vedere qualcosa di me che non ero stata in grado di comprendere al momento in cui frequentavo quel particolare gruppo sui sogni.
Anche io ho sempre avuto la rigida tendenza a portare i miei fardelli da sola, lavorando sempre senza chiedere e integrarmi con un gruppo. Ho vissuto la maggior parte della mia vita da sola sia all’interno della mia famiglia di origine che all’interno del mio matrimonio. Mi sono trasferita in Cina da sola; il mio studio di terapia privata è condotto da sola. Anche la mia scelta di un programma a distanza per il mio dottorato è un riflesso metaforico del mio vivere nel mio sogno di donna. Ho completato la maggior parte dei miei corsi senza mai chiedere assistenza ai professori. Ciò ha creato conflitti con un paio di loro che hanno ritardato il riconoscimento del mio lavoro.
Quando guardo questo schema, noto che lavorare da sola sembra essere stata per me l’unica scelta. Una convinzione interiore mi ha fatto fare tutto da sola.
Ci sono stati momenti in cui lavorare da sola è stato utile e potrebbero esserci ancora momenti simili in futuro, ma ci sono anche momenti in cui avrei avuto e ho bisogno di lavorare cooperando all’interno di un gruppo. Lavorare in isolamento potrebbe non essere stato così dannoso in passato, anche se non posso saperlo con certezza. So che non è più una buona idea per me escludere altre opzioni. Ora che sto iniziando la mia tesi, posso vedere che un atteggiamento rigido e solitario non solo sarebbe una responsabilità, ma potrebbe anche impedirmi di raggiungere l’obiettivo che mi sono prefissa.
Credo che ricordare questo sogno e utilizzarlo come esempio in questo momento particolare della mia vita non sia un caso.
Sento profondamente che una coscienza amorevole mi chiama a liberarmi di schemi che potrebbero impedirmi di diventare colei che sono venuta qui per essere. Sono attratta da un nuovo modo di connettermi e lavorare con gli altri. In qualche modo, credo che mentre ognuno di noi apporta dei cambiamenti a livello microcosmico, risuonino echi di porte che si aprono da qualche parte là fuori nell’universo, e questo potrebbe portare a cambiamenti macrocosmici per la specie.
Probabilmente l’aspetto più ampio e importante nella “consapevolezza che emerge del gruppo dei sogni” è stato quando ho scoperto che il processo dei sogni può essere applicato all’esperienza di vita.
Il processo dei sogni nel mio lavoro con i pazienti
Ho preso coscienza che gli eventi nella vita da svegli delle persone hanno molte caratteristiche tipiche dei sogni.
Quando prendevo appunti sulle “storie” dei pazienti, ho scoperto che potevo prestare attenzione a tutti i dettagli con la stessa attenzione che avevo come partecipante a un gruppo dei sogni. Ho esaminato l’ambientazione che il cliente aveva riportato, ho cercato temi, ho notato tensioni e osservato contraddizioni. Ho cercato il potenziale metaforico. Ho cercato ciò che sembrava mancare, forse risposte emotive o pezzi che non sembravano connettersi perché qualcosa era stato tralasciato. Ho percepito nella storia un senso, una convinzione o un mito che possono condizionare la vita della persona. Ho notato anche giochi di parole incorporate nel racconto della storia. Ho preso nota di ciascuna delle persone di cui il cliente parlava e ho iniziato a cercare aspetti del cliente che sembravano riflettersi nei personaggi che “popolavano” il suo resoconto. Potevo portare queste storie nella mia vita, viverle come se fossero mie e osservare le mie risposte.
Ho affrontato la storia del cliente con lo stesso tipo di rispetto non giudicante e amorevole, come nel lavoro sui sogni.
Mentre condividevo le mie proiezioni, i clienti hanno iniziato ad acquisire profonde intuizioni e ad apportare cambiamenti significativi e immediati. Mi viene in mente un resoconto di Salk (1983), lo sviluppatore del vaccino antipolio in cui dice:
Molto presto nella mia vita avevo la tendenza a vedermi nella posizione dell’oggetto a cui ero interessato. Più tardi, quando sono diventato uno scienziato, mi immaginavo come un virus o come una cellula cancerosa, per esempio, e cercavo di percepire come sarebbe stato essere l’uno o l’altro. Mi immaginavo anche come sistema immunitario e cercavo di ricostruire cosa avrei fatto come sistema immunitario impegnato a combattere un virus o una cellula cancerosa… In poco tempo, questo dialogo interiore è diventato una seconda natura per me. (p. 7)
Credo che sia questa la consapevolezza che emerge nel lavoro di gruppo sui sogni o nel lavoro con i clienti. Chiedendo ai clienti di guardare un proprio problema come se fosse un sogno e unendoci a loro nel sogno, assumendolo come se fosse il nostro, facciamo un passo indietro per vedere cosa sta realmente accadendo, cercando i valori e i sistemi di credenze con i quali creano le loro vite.
I clienti riconoscono di avere una scelta riguardo a quali miti e valori dirigono le loro vite, si tratta di capire se si assumeranno o meno la responsabilità di quella scelta.
Ho la possibilità di interpretare gli eventi della mia vita come un sogno e tutti i partecipanti agli eventi come personaggi che custodiscono messaggi dalla mia coscienza più ampia, proprio come posso ricoprire quel ruolo nella vita se lo desidero. Posso pormi le stesse domande che un leader o un partecipante farebbe a un sognatore e ascoltare l’organizzazione di possibili proiezioni.
Più di qualsiasi altro metodo, il processo di elaborazione-valorizzazione dei sogni di Ullman mi ha aiutato ad assumermi la responsabilità di tutto ciò che accade nella mia vita.
Sto imparando a guardare la mia vita come guardo i sogni, senza giudizio, colpa o sensi di colpa. Noto che a un certo livello tutto ciò che entra nella mia vita è il risultato dei miei miti personali, che ne sia consapevole o meno. Posso scegliere di esserne responsabile, il che significa che posso scegliere di rispondervi. Nel fare la scelta di assumermi la responsabilità di ciò che creo, posso anche spostarmi in un luogo in cui creo consapevolmente ciò che scelgo.
Giocando sulle parole di una vecchia canzone della Disney in Cenerentola, direi che
La vita è un sogno che il tuo cuore fa, quando sei profondamente addormentato. Svegliati al sogno!
Bibliografia
- Salk, J. (1983). Anatomy of reality. New York: Columbia University Press
- Ullman, M. (1996). Appreciating Dreams: A group approach. Londra: Sage Publications.
- Ullman, M. (1999). Variety of dream experiences. (2a ed.) New York: State U. of New York Press.
- Ullman, M. & Zimmerman, N. (1979). Working with dreams: Self- understanding, problem solving, and enriched creativity through dream appreciation. NY. G.P. Putnam’s Sons.
La Dott. ssa Sandy Sela-Smith ha conseguito il dottorato di ricerca in Psicologia dopo un percorso di guarigione durato 15 anni che l’ha portata nelle profondità del suo mondo interiore, così come in molte culture e paesi del mondo esterno. Il suo percorso l’ha anche portata nel cuore di numerose tradizioni spirituali, dall’antico passato all’avanguardia della comprensione spirituale umana attuale. Forse, la scoperta più importante di questi molteplici viaggi è che non importa quanto possiamo sentirci disconnessi, non siamo separati; piuttosto, siamo infinitamente connessi gli uni con gli altri e con tutto ciò che era, è e sarà. Sandy è mancata il 6 giugno 2021 per un cancro al pancreas. Siamo grati al suo importante e duraturo contributo al mondo dei sogni.
(*) Monte è il soprannome affettuoso con cui Montague Ullman viene chiamato nella cerchia di amici e di professionisti.
Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione del testo
Prima di lasciarci
CONDIVIDI L’ARTICOLO e metti il tuo MI PIACE
AVVERTENZA:
Alcune foto della presente guida sono state prelevate dal web tramite un programma di download automatico e non si è a conoscenza se sono coperte da copyright o meno; se così fosse i legittimi proprietari dei diritti di copyright possono richiederne la cancellazione che verrà immediatamente effettuata (leggi il Disclaimer della Guida sogni)
Ultimi commenti