Cosa significa sognare di forare orecchie altrui? Se lo chiede Jacqueline che continua a fare sogni che la riportano ad una fase passata (e felice) della propria vita. Sogni in cui viene accentuato il valore dell’esperienza, della ritualità e della condivisione che scaturisce da questo gesto e di cui la lettrice si è resa protagonista. Seguiamola nel racconto della sua bellissima storia che ci riconcilia con alcuni aspetti del femminile e con gesti “antichi”che vengono perpetuati.
Buonasera gentile Marni, cosa significa SOGNARE di FORARE ORECCHIE altrui?
Desidero parlarle di un sogno ricorrente che mi riporta indietro nel tempo a quando avevo ancora la mia bella profumeria con un fornito reparto bijoux, ed uno dei servizi che offrivo alla mia clientela era la foratura dei lobi delle orecchie.
Nella mia cittadina sono stata la prima ad effettuare i buchi ai lobi con il sistema a “pistola” fin da metà anni Settanta, avendo portato dalla Francia (mia terra d’origine) la prima pistoletta fora-lobo che qui in Italia era una vera novità.
Diversamente dalla Francia dove già tantissime ragazze, me compresa, si erano fatte fare i buchi sull’onda della moda lanciata dalla bellissima Catherine Deneuve, qui in Italia 45 anni fa c’era ancora tanto scetticismo e le donne sembravano preferire i modelli con clips.
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In pochi anni tutto è cambiato
In solo pochi anni però tutto è cambiato, ed i buchi alle orecchie sono diventati richiestissimi ed il mio negozio era proprio diventato il punto di riferimento!
Ne ho fatti a migliaia a bambine, ragazze, donne di ogni età (ed anche a qualche maschietto), ma ogni volta che mi veniva richiesto di fare i buchi per me era un’onore e un’emozione, perchè assieme alla mia cliente rivivevo ogni volta quella bellissima serie di emozioni di voglia, timore, piccolo dolore e gioia che poi ogni donna si ricorda per tutta la vita come se fosse ieri!
Non guadagnavo quasi nulla dal forare le orecchie, ma nient’altro fidelizza la clientela quanto una bella esperienza di foratura offerta con competenza, garbo e partecipazione.
Nulla mi gratificava quanto il sorriso della mia cliente soddisfatta davanti allo specchio.
E quante volte mi è successo di sentirmi dire frasi come:
“Signora, si ricorda che mi ha bucato le orecchie trent’anni fa?”
Pensa che parecchie ragazzine a cui avevo bucato le orecchie tanti anni prima sono tornate, ormai adulte e mamme, scegliendo proprio ME per forare i lobi delle loro figlie, in un ideale passaggio di testimone e questa cosa mi ha sempre intenerita oltre ad essere un grande riconoscimento per me.
Sognare di forare le orecchie altrui I MIEI sogni
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Sono in pensione da oltre 10 anni eppure spesso mi capita di sognare di forare orecchie altrui nel mio negozio, ma la situazione non è mai una qualsiasi: è sempre quella di bucare le orecchie ad una cliente che nel mio sogno può essere una persona mai conosciuta o una che conosco davvero.
L’ultima volta che ho fatto questo sogno la scorsa settimana è stato ancora più bello, perché si trattava di mia nipote che oramai ha quasi 15 anni e da tanto desidera gli orecchini, ma non ha ancora trovato coraggio per farsi fare i buchi.
Siamo già d’accordo che quando lei deciderà glieli farò io, non nel negozio come nel sogno, ma qui a casa mia. La mia ultima pistola fora-lobo resta l’unico ricordo del negozio che ho conservato sperando che potesse tornare utile prima o poi.
Per adesso la uso nei sogni rivivendo l’atmosfera degli anni belli.
Un saluto Jacqueline
Risposta a Sognare di FORARE ORECCHIE altrui
Cara Jacqueline, grazie per aver condiviso con me e con tutti i lettori questa tua esperienza e questi ricordi.
E’ una bellissima lettera che hai scritto, mi hai fatto rivivere un pezzo della tua vita e mi hai emozionato. 🙂 GRAZIE di cuore.
Non credo ci sia tanto da dire sui tuoi sogni, se non che ti riportano a quei momenti di ritualità condivisa, al tuo essere stata “strumento” per il “passaggio” a una nuova fase della femminilità altrui.
Quindi al bisogno di ripensare e rivivere tutto ciò anche solo con il pensiero, ma anche al bisogno di sentirti soddisfatta della connessione che si creava con le persone e di quello che con un semplice gesto (ma così importante e simbolico) hai contribuito ad avviare.
A questo proposito ti invito a leggere l’esperienza di una lettrice che mi ha onorato delle sue confidenze riguardo alla foratura delle orecchie.
L’articolo si intitola Sognare orecchini di perle Il sogno di Bertina.
Mi auguro che tua nipote ti chieda presto di forarle le orecchie e che questo piccolo rito vi unisca ancora di più.
Ti mando un caro saluto e un abbraccio Marni
Sognare di FORARE ORECCHIE altrui Risposta di Jacqueline
Buonasera gentile Marni, lieta se ci diamo del tu. Sono io che ti ringrazio di cuore per l’attenzione che hai avuto per il mio sogno ed i ricordi che esso mi ravviva ogni volta.
È vero che in me c’è tanta nostalgia per gli anni belli col mio negozio e l’amore con cui facevo il mio lavoro: quei bellissimi «momenti di ritualità condivisa » li rivivo con piacere in sogno, perché quelle sensazioni conservano un posto speciale nel mio cuore.
L’articolo sul Sogno di Bertina
Ti ringrazio particolarmente per la segnalazione del magnifico articolo sul sogno di Bertina che mi sono letta gustandolo parola per parola. Anch’io amo la perla alle orecchie, ma avendo due buchi per lobo le abbino al punto luce ai secondi buchi.
Sai Marni, non avevo mai letto niente di così autentico e profondo a proposito della foratura delle orecchie, argomento sempre sottovalutato anche se molto più significativo di un semplice trattamento estetico.
Nell’articolo sull’esperienza di Bertina ho rivissuto atmosfere e sensazioni che conosco, anche se avendone vissute innumerevoli posso dire che ogni esperienza individuale è diversa ed è, a suo modo, unica. Però come hai detto tu il foro alle orecchie è sempre un gesto di grande importanza e valore simbolico, un vero e proprio “rito di passaggio” legato strettamente alla femminilità, come viene ben raccontato nell’articolo, per questo ogni donna ne conserva individualmente un ricordo vivo.
Nonostante il piccolo ma necessario dolore è sempre un bellissimo ricordo se, fra la persona che esegue i fori e quella che le si affida, si crea quell’intima connessione che è anche emozionale.
Ma DEVE ESSERE DESIDERATO, perciò come regola io foravo i lobi alle bambine soltanto se erano loro stesse ad esprimerne il desiderio con convinzione.
Ho iniziato a fare i buchi per gli orecchini oltre 45 anni fa
Come dicevo ho iniziato a fare i buchi oltre 45 anni fa quando gli orecchini che si vendevano erano in maggioranza clips, finché in pochi anni quasi tutte quelle che non avevano i buchi se li sono fatti fare.
Non è importante l’età in cui si decide di farsi fare i primi buchi. Per la bambina e la ragazzina i primi orecchini sono l’oggetto magico che ti fa sentire un po’ più grande, per la giovane ragazza è la prima consapevolezza della propria femminilità e per la donna più matura ne è la riconferma e non è mai troppo tardi per decidersi.
Chi sceglieva di venire a farsi bucare le orecchie accompagnata da un’amica o due (spesso per condividere l’esperienza facendosi coraggio a vicenda), chi col proprio ragazzo o col marito come Bertina.
Ma c’era chi preferiva venire sola e rendere questo momento ancora più intimo.
Le bimbe solitamente accompagnate dalla mamma emozionata ed a volte anche dalla nonna. Negli ultimi anni molte mamme si facevano aggiungere un buco per condividere l’esperienza con le loro bambine che si facevano fare i primi, cosa molto tenera.
Ho avuto parecchie clienti che sceglievano di farsi aggiungere altri buchi in corrispondenza di eventi importanti della loro vita, ed altre che sceglievano di aggiungere uno o più fori ai due tradizionali fatti in tenerissima età e di cui non avevano memoria, vivendo così questa esperienza con l’emozione della prima volta.
Alcune clienti decidevano sul momento, ma quasi sempre la decisione di farsi forare veniva dopo averci pensato bene, delle volte anche dopo anni di ripensamenti!
Un cambiamento di tendenza
Soprattutto negli ultimi anni di attività ho notato un aumento veramente considerevole di signore anche ben sopra i 60 anni che venivano a farsi fare i primi buchi, quasi un pentimento tardivo della generazione che in gioventù aveva snobbato i fori in favore delle clips.
Però ricordo anche di avere fatto i buchi a numerose signore che desideravano indossare orecchini di famiglia ereditati che per fortuna erano stati conservati integri, senza cadere nella tentazione di trasformarli in anelli o altri monili.
Tutte queste informazioni le ho ricavate parlando con la cliente durante la procedura: parlare delle proprie motivazioni aiuta moltissimo a stemperare la tensione che è sempre più alta nelle signore un po’ più in là con gli anni, mentre le ragazzine sono molto più spavalde ed un pizzico più incoscienti, infatti solitamente sono più ansiose le mamme che le accompagnano!
L’ultima cliente
L’ultima “cliente” a cui ho fatto i buchi in negozio è stata la titolare della merceria accanto che era già in pensione, ma eravamo rimaste amiche: una vita a pensarci e tentennare senza mai decidersi…. poi la decisione l’ultimo giorno prima della DEFINITIVA chiusura del mio negozio.
Quel giorno abbiamo riso tanto insieme rendendo più leggera la malinconia per un pezzo della mia vita che finiva.
Mia nipote, che ho sentito dopo il sogno che la coinvolgeva, mi ha espresso l’intenzione di farsi i buchi a settembre in tempo per l’inizio della scuola. Io sono pronta a farle vivere un’esperienza bella che penso ci unirà nel ricordo anche quando io non ci sarò più.
Quante storie dietro quei due (o più) fori alle orecchie che quasi tutte abbiamo!
Grazie per avermi permesso di raccontare e condividere. Jacqueline
Sognare di FORARE ORECCHIE altrui Risposta di Marni
Buongiorno Jacqueline, grazie a te per questa testimonianza di un mondo femminile ricco e consapevole.
Grazie per questa storia di vita in cui emergono sia la sorellanza, che la grazia, che la condivisione e la cura che sono parte dell’archetipo del femminile.
Sono sicura che per tua nipote sarà una bellissima esperienza e la unirà a te ancora di più.
A me piacerebbe pubblicare tutto ciò, perchè storie come la tua sono PREZIOSE per tutte noi e sopratutto per le donne più giovani. Ma non voglio essere indiscreta o invasiva della tua privacy. Pensaci solo. Un caro saluto 🙂 marni
Risposta di Jacqueline
Buonasera Marni, non avrei mai potuto immaginare che la piccola storia di vita ravvivata da un sogno frequente che ho voluto raccontare, perché per me significa molto, potesse ricevere questa accoglienza!
Ti rassicuro Marni, non puoi essere in nessun modo indiscreta né invasiva della mia privacy e non è nemmeno necessario che ci pensi su: se davvero valuti che questo pezzo di vita che ho raccontato possa essere prezioso soprattutto per le donne più giovani (sono una nonna e confido nelle giovani generazioni) puoi pubblicare qualsiasi cosa desideri.
Mi piace tanto questa sottolineatura che hai fatto dei valori di sorellanza, grazia, condivisione e cura perché mi ci identifico, ci ho sempre creduto molto ed in fondo è proprio in questi valori il grande significato delle semplici cose che ho raccontato.
Un caro saluto a te e grazie per l’attenzione e la cortesia con cui mi hai accolta sul tuo sito.
Jacqueline
Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione del testo
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Prima di lasciarci
Caro sognatore, spero che i sogni e la testimonianza di questa lettrice ti abbiano interessato ed emozionato come è successo a me.
Sono le storie di vita più BELLE che scaturiscono da questo mio lavoro, per le quali mi sento profondamente grata perchè sento che quello che faccio ha un senso (anche qui su internet).
Ricorda che anche tu puoi raccontare le tue esperienze, raccontare un sogno su questo argomento o semplicemente dire ciò che pensi dell’articolo, scrivendo fra i commenti.
Oppure puoi scrivermi se desideri approfondire con una consulenza privata.
Grazie se ora mi aiuti a diffondere il mio lavoro
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Buongiorno cara Marni e cara Caterina : che bellissimo sogno !
Mi permetto ancora una volta una incursione per alcune piccole note sull’esperienza di Caterina. La prima cosa che vorrei sottolineare, da « collega » è l’importanza di questo anziano gioielliere descritto come un « gentiluomo di altri tempi » che con la sua esperienza e la sua gentilezza ha saputo rendere più accettabile un momento di disagio contribuendo a creare un ricordo bello e significativo dell’esperienza. La foratura dei lobi è davvero un gesto che « ci riconnette con la nostra femminilità più archetipica » come tu Marni ci ricordi sempre. Perciò è ancora più degno di nota quando un uomo possiede la sensibilità di entrare in sintonia con l’intensità di un momento femminile così significativo. Suggerisco a Caterina di condividere ciò che ha scritto a noi anche con questo bravo gioielliere ormai in pensione. Sono sicura che gli farà piacere. A me farebbe piacere.
Seconda cosa su cui mi vorrei soffermare è quella del breve dolore causato dall’intervento di foratura. Lo confermo : essere molto tesa incide moltissimo sull’intensità della sensazione provata anche più del tipo di pistola che è stato utilizzato ( quelle a scatto erano molto più brusche ed inserivano orecchini di foratura dal perno più spesso rispetto a quelle a pressione manuale in uso negli ultimi anni ). Personalmente, se mi chiedevano di bucare le orecchie ad una bambina molto tesa rinunciavo e suggerivo alla madre di rinviare l’intervento ad un momento successivo prima di metterle gli orecchini. Ma se si trattava di una persona adulta per cui il foro ai lobi aveva un significato importante o lo desiderava fortemente, sapevo di poter procedere nella certezza che il risultato finale con la sua emozione positiva avrebbe di molto superato in intensità il breve dolore provato. Così mi sembra sia stato per Caterina.
Un « trucco » che usavo io per far sentire meno dolore al momento della foratura e che mi era stato suggerito da un medico era quello di prestare molta attenzione al respiro della persona e bucare sempre in un momento di espirazione e non di inspirazione. Confrontandoci con Marta abbiamo scoperto che anche lei fa la stessa cosa quando fa i buchi alle bimbe e ha dato un suggerimento importante a mia nipote Stéphanie : quando devi forare i lobi ad una bambina già grandina le chiedi di fare proprio dei bei respiri profondi e dopo alcuni respiri le fai il buco proprio in una fase di espirazione. Funziona ! Il classico conto alla rovescia « 3 – 2 – 1 » va fatto solo se la bambina lo vuole e la fa sentire a suo agio perché altrmenti le può fare solo aumentare l’ansia del momento.
Ultima annotazione : realmente il momento del matrimonio riesce a spronare alla decisione di fare il foro ai lobi quelle ragazze che per timore o pigrizia avevano sempre rinviato di prendere questa decisione : l’ho constatato anch’io diverse volte con le mie clienti ( a partire da Riccarda che mi aveva riconosciuta dopo più di 40 anni e ce lo aveva raccontato nei commenti al sogno di Beppe ) e diverse testimonianze su Guida Sogni lo raccontano. Mi ricordo anche di una lettrice che anche lei si era fatta bucare le orecchie per il matrimonio e aveva raccontato che per lei, gli orecchini la rappresentavano come « donna sposata » più ancora della fede nuziale !
Vi abbraccio
Jacqueline
Buongiorno cara Jacqueline i tuoi interventi, consigli, precisazioni sono sempre puntuali e preziosi. Sei veramente unica nel puntare l’attenzione su quello che è importante e hai tutta la mia ammirazione e riconoscenza. Quest’ultimo consiglio del fare il foro in fase di espirazione mi sembra importantissimo e sensato e merita di essere citato. Per cui grazie a nome a tutti 🙂 Un abbraccio Marni
Salve Marni. La storia di Jacqueline è molto bella e interessante l’argomento
Ho anch’io una storia di vita legata ai fori alle orecchie e ad un sogno speciale che mi ha indicato la via verso il mondo incantevole degli orecchini
Risale tutto all’anno scorso quando mi sono sposata e nei mesi che hanno preceduto le nozze mia cognata ha incominciato a pungolarmi su quanto sarebbe stato bello approfittare del momento per farmi il buco per gli orecchini ai lobi. Mia madre a sua volta si è accodata visto che non era riuscita mai a convincermi a mettere gli orecchini quando ero più piccola e per spronarmi ha offerto di regalarmi gli orecchini col brillante a vite perno che le aveva regalato papà
Considerando la mia repulsione atavica verso l’idea di farmi trafiggere l’orecchio non so se mi sarei lasciata convincere da madre e cognata se non fosse arrivata la spinta decisiva da mio papà – morto quasi 10 anni fa – che in sogno mi accompagnava verso l’altare in una maestosa cattedrale gotica ( molto diversa dalla chiesa parrocchiale in cui mi sono sposata ) e con delle parole affettuose mi ringraziava per avere indossato gli orecchini più belli che aveva regalato alla mamma
Questo sogno indimenticabile mi ha commossa profondamente e mi ha dato la forza per considerare ciò che non avevo mai voluto fare prima !
Dato che nella gioielleria dove avevamo scelto le nostre fedi nuziali non erano attrezzati per forare i lobi e neanche nella farmacia vicino a noi,mia madre ha interpellato lo stesso gioielliere che più di quarant’anni fa aveva bucato le sue orecchie che ormai in pensione aveva conservato la pistola per fare i buchi ed è venuto lui stesso a farmeli a casa, davvero un gentiluomo d’altri tempi !
Ad essere sincera la perforazione non l’ho trovata così indolore come tutti mi dicevano ma forse conta che ero più tesa di quando vado a fare il prelievo del sangue, però la gentilezza di questo anziano signore ha reso tutto più accettabile e devo dire che mi ha fatto un lavoro perfetto col posizionamento dei fori
Forse perchè l’ho affrontato con la consapevolezza dei 28 anni, per me fare il buco alle orecchie è stato come un rito di passaggio che mi ha fatto sentire “più donna” e potermi mettere gli orecchini mi ha fatto scoprire delle nuove sfaccettature della mia femminilità, insomma è stato un passaggio di trasformazione esteriore ma ancora di più interiore e perciò importante
Ho capito perchè mia madre ci teneva tanto a farmi compiere questo passo !
Buongiorno Caterina, che bella storia ci hai raccontato! E che bel sogno! Grazie per avere condiviso questa tua esperienza con tutti noi. Esperienza che conferma una volta di più quanto spazio e quanta importanza abbia questo rituale “atavico” nella nostra dinamica psichica. Forse perchè, come dici tu, ci riconnette con la nostra femminilità più archetipica, forse perchè crea un legame con le altre donne della nostra famiglia, forse perchè il dolore più o meno avvertito e in seguito superato, ci ricorda il dolore fisico che noi donne proviamo con le mestruazioni, con il parto, a volte con la deflorazione. ED ecco che anche per te è arrivato il momento di confrontarti con questo rito di passaggio che, come spesso accade, si presenta con le nozze ( ma anche con la tua età anagrafica che si avvicina ai 3o anni). Quindi un passaggio nell’età adulta che in questo caso è stato sostenuto dalla parte di te che è profondamente connessa a tuo padre. Posso solo immaginare quanto devi esserti sentita commossa dalla presenza di tuo padre in questo sogno, e dal fatto che non potendo accompagnarti all’altare fisicamente, lo abbia fatto nel tuo sogno e abbia approvato i desideri di tua madre e confermato questo passaggio simbolico parlandoti degli orecchini. Veramente bello e sorprendente. Sei una donna fortunata e spero che tu nei sia consapevole 🙂 Un caro saluto anche a tua madre e tua cognata. Marni
Cara Marni, buon giorno e grazie a te per tutto questo!
Ho letto con attenzione anche l’interessante contributo di Fabiano e la risposta illuminante di Jacqueline (rivolgo un saluto ad entrambi) e vorrei dire la mia in proposito, per quello che ho imparato dalla mia esperienza.
Quando Fabiano scrive: “pensai che forse, se l’operazione avesse fatto più male, le donne sarebbero state meno propense a sottoporre le loro figlie a quella tortura.
In realtà, è evidente da molti commenti, sia qui che altrove, che mi sbagliavo di grosso: le donne erano ben felici di sottoporre le proprie figlie alla “tortura” anche quando questa faceva ancora realmente male.”
posso rispondere che nessuna mamma fa bucare le orecchie alla propria bambina per sottoporla a una “tortura” anche se è consapevole che, inevitabilmente, la figlia attraverserà qualche attimo di disagio. Ma non è quello il focus dell’operazione. E’ solo un effetto collaterale che le mamme mettono in conto per un obiettivo più bello e importante che può essere sintetizzato con le parole di Jacqueline:
“è un gesto tradizionale che ci unisce « verticalmente » a generazioni di donne del passato ( non solo della nostra famiglia ) [e] che ci unisce « orizzontalmente » infatti quasi tutte abbiamo le orecchie forate. Il fascino sta anche qui : avere i fori alle orecchie non è un muro che ci separa ma un ponte che ci unisce e quasi un simbolo di « sorellanza » intergenerazionale che siamo tornate di nuovo a trasmettere da madre in figlia e da nonna a nipote.”
Voglio dire che persino quando una madre decide di sottoporre la propria bambina alla foratura dei lobi senza che la bambina abbia ancora voce in capitolo (troppo piccola per poterne comprendere il senso), lo scopo che questa madre si prefigge è sempre volto al bene della figlia: è una finalità culturale e identitaria che è ritenuta importante per onorare la propria figlia come appartenente al genere femminile all’interno di una comunità ancorata saldamente alle proprie radici, in un legame che si esplicita anche attraverso atti come l’apposizione precoce del primo paio di orecchini.
A noi, visto dall’esterno, può sembrare un atto egoistico: una madre che sottopone la sua piccina indifesa ad un trattamento doloroso per propria vanità. In realtà ho imparato che non è così. E’ la trasmissione intergenerazionale di qualcosa di realmente significativo per la propria cultura e perciò desiderabile. E’ un atto generoso ed intriso di amore e cura per la propria bambina. E’ un qualcosa di realmente significativo all’interno della propria comunità (identitario) che una donna ha ricevuto con amore dalla propria madre, di cui è orgogliosa, e che desidera perpetuare trasmettendolo con altrettanto amore alla propria figlia che è parte della stessa comunità.
Anche se non fa parte della mia cultura, ho imparato a rispettare tutto questo ed a sentirmi onorata di venire scelta quale tramite per realizzare il rituale della foratura. Sono diventata un’alleata di queste madri anche se, per mia formazione culturale, preferisco che sia lasciata libertà alla bambina di scegliere liberamente se e quando desidera farsi mettere gli orecchini, vivendo consapevolmente il rito della foratura accanto alla propria mamma in un momento bello che unisce madre e figlia e che costruisce una memoria significativa per entrambe.
Noto però che, anche fra le mie amiche, ci sono mamme che attendono il desiderio spontaneo delle figlie ed altre che iniziano a proporre loro attivamente i primi orecchini. Il momento di portare una bambina a fare il primo buco alle orecchie è visto come bello ed emozionante dalla maggior parte delle mamme italiane di oggi. E posso anche testimoniare che mentre quando ho iniziato a forare i lobi delle bambine il momento della richiesta autonoma e cosciente dei primi orecchini arrivava in genere fra la quinta elementare e la prima media (già in anticipo rispetto a quando ero ragazza io), oggi di norma le bambine vogliono mettere i primi orecchini fin dalla prima elementare, quando non ancora più piccole. Ha ragione Jacqueline quando scrive che “negli ultimi 50 anni [forare i lobi alle bambine] è tornato ad essere una tradizione consolidata” che si trasmette di madre in figlia. Per esperienza credo che il ruolo attivo delle madri d’oggi nel proporre gli orecchini alle loro figlie abbia contribuito non poco all’abbassamento dell’età per i primi fori.
Nella mia generazione molte ragazze, me compresa, erano figlie di donne che non avevano i fori per gli orecchini ai lobi e quindi sarebbe stato arduo persuadere le nostre madri a lasciarci bucare le orecchie prima dei 14-15 anni. Moltissime mamme di oggi invece amano gli orecchini ed hanno diversi fori alle orecchie oltre al classico paio. A prescindere dalla cultura d’origine, c’è una specie di “richiamo della foresta” che attrae noi donne verso la foratura delle orecchie e, in definitiva, c’è meno differenza di quanta si possa credere fra noi che lasciamo le nostre figlie “libere” di scegliere il momento e le madri che appartengono a culture ove la foratura precoce è un valore comunitario.
A parte poche eccezioni, il momento in cui una figlia si sottopone all’applicazione del primo paio di orecchini è sempre molto sentito e “partecipato” dalle madri, indipendentemente dalle radici culturali e dalle consuetudini: anche per noi è tornata ad esserci (più o meno consapevolmente) una componente identitaria, e non è mica una cosa brutta. Infine, come già ben evidenziato da Jacqueline, il focus di questo rituale che le madri trasmettono alle figlie non è certo il dolore anche se sappiamo bene che, in certa misura, è presente (anche solo come aspettativa) e contribuisce pure a quel senso di autostima e soddisfazione di sé che provano le bambine dopo essersi fatte forare i lobi (per molte è come una prova di coraggio superata), assieme alla grande gioia della vanità soddisfatta.
Ancora un grande abbraccio!
Cara Marta buongiorno, non ho nulla da aggiungere a questo tuo commento che reputo completo e ricco di spunti, di informazioni e di riflessioni se non ringraziare per il quadro sempre più accurato che tu ed altri avete creato intorno a questo argomento rendendolo ancora più interessante e significativo. E’ molto bella anche l’immagine “richiamo della foresta” che hai scelto per descrivere ciò che ci porta al presente ad essere sempre più attratte verso il rito della foratura dei lobi. Forse un’impronta filogenetica di genere che emerge nonostante diversi cicli e mode, con un rito di passaggio che non ha bisogno di dolore, ma di bellezza e di senso di appartenenza. Un caro saluto e un abbraccio Marni
Buon giorno Marni, Monica e Jacqueline.
Scusatemi se arrivo buon ultima anche se la cara Stéphanie si era premurata di avvisarmi di questo nuovo thread di discussione. Trovo che sia affascinante riunire qui le esperienze di “colleghe” che hanno esercitato l’antica tradizione di forare le orecchie con tanta passione e con quella carica di empatia che fa realmente la differenza, ciascuna all’interno del proprio specifico ambito: la profumeria, la gioielleria, l’ambulatorio medico.
Sono interessanti i diversi punti di vista sulle realtà ed i mutamenti socio-culturali di cui ciascuna di noi è stata testimone e il diverso approccio (mi riferisco alla foratura nella prima infanzia) che però trovo in ogni caso saggio e degno di massima stima perché va commisurato alla realtà in cui ciascuna di noi si è trovata ad operare.
Come ho scritto più volte in privato a Stéphanie, io sono convinta che sia un punto di forza il suo approccio “crossover” fra l’esperienza preziosa di nonna Jacqueline e gli studi di medicina che ha intrapreso con passione. Avere già maturato una positiva esperienza nella foratura delle orecchie (situazione certamente “soft” rispetto a quella della sofferenza e della malattia) tornerà a suo vantaggio quando dovrà relazionarsi col paziente perché è una gran bella palestra di empatia e sensibilità.
Un abbraccio alle ragazze di ogni età che amano gli orecchini!
Cara Marta, grazie per il tuo intervento di cui condivido i concetti e i tuoi saluti che ricambio di cuore. 🙂 un abbraccio marni
Buongiorno cara Marni e caro Fabiano. Chiedo scusa se non riesco ad essere così assidua da rispondere tempestivamente. Mia nipote Stéphanie mi ha avvisata dei nuovi commenti che mi chiamano in causa.
Fabiano, ho letto e trovato ancora una volta interessante il tuo punto di vista. Mi sembra che il tuo commento si riferisca alla conversazione di qualche tempo fa con Alessandra ma ti dico molto volentieri come la vedo io e vediamo se Marni concorda o no. Secondo me nonostante che gli orecchini ed i fori alle orecchie hanno una grande attrattiva ( non solo estetica ma anche simbolica ) sia su noi donne che sugli uomini, il punto di vista « al femminile » e quello « al maschile » su questo argomento tendono ad essere molto diversi. Noi donne guardiamo agli orecchini come ad un elemento importante di bellezza ( anche di seduzione ) per sentirci e per apparire più carine e di sicuro gli orecchini non sono dei gioielli come tutti gli altri : l’esperienza della foratura delle orecchie è un momento che ognuna di noi si ricorda per tutta la vita nei dettagli perché è emotivamente « forte » e può anche arrivare dopo molti ripensamenti. Si tratta di un gesto che esce dalla nostra « comfort zone » non certo per il piacere di andare a sfidare il dolore ma perché si tratta di un atto « intrusivo » che intacca ( anche se di pochissimo ) la nostra integrità fisica e che ci rende per qualche attimo vulnerabili alla mano di una persona estranea che esegue la foratura. Lo dico per mia esperienza : è per questo motivo che il ricordo del momento della foratura sarà tanto più bello e significativo quanto più la persona che la esegue sarà empatica ed in grado di stabilire un clima positivo di « intima connessione » con la persona che ha scelto di sottoporsi a questa pratica che quando viene eseguita con sentimento e partecipazione assume proprio delle caratteristiche rituali ( secondo me è una grande responsabilità di chi la esegue ma è anche un privilegio : regalare un ricordo bello e significativo ). Voglio sottolineare che noi donne non ci facciamo bucare le orecchie con l’intenzione di compiere un atto eroico perché la foratura dei lobi è un gesto carino come una coccola per noi stesse ma non ci rende speciali : è un gesto tradizionale che ci unisce « verticalmente » a generazioni di donne del passato ( non solo della nostra famiglia ) e che negli ultimi 50 anni è tornato ad essere una tradizione consolidata che ci unisce « orizzontalmente » infatti quasi tutte abbiamo le orecchie forate. Il fascino sta anche qui : avere i fori alle orecchie non è un muro che ci separa ma un ponte che ci unisce e quasi un simbolo di « sorellanza » intergenerazionale che siamo tornate di nuovo a trasmettere da madre in figlia e da nonna a nipote. Per chi vuole distinguersi ci sono piercing diversi, alcuni anche ben più dolorosi. Infatti mi ricordo di un commentatore ( ma non mi ricordo chi ) che aveva scritto di giovani ragazze a cui non bastano più gli orecchini e scelgono di esprimersi con altri piercing più cruenti per « ritualizzare col dolore » che è una tendenza presente oggi che mia nipote conferma ma che però io non ho conosciuto negli anni della mia esperienza in negozio perché questo non era certo un mio « target » di clienti.
Poi c’è il punto di vista « al maschile » su orecchini e fori che per mia esperienza è abbastanza diverso. Nel mio negozio il reparto bijoux aveva una connotazione fortemente femminile e di conseguenza ho fatto i buchi prevalentemente a donne, ragazze e bambine ma ho avuto anche dei ragazzi che venivano da me a farsi fare il buco per l’orecchino ( lo dico al singolare perché la moda dei tempi per gli uomini era di forarsi un solo orecchio, poi vedo che adesso dopo un periodo di appannamento è di nuovo tornata ma molti ragazzi si fanno bucare entrambe le orecchie ) e il loro atteggiamento nel farsi forare era molto diverso da quello delle ragazze loro coetanee : il buco all’orecchio veniva vissuto come un momento di spavalderia cioè un atto di coraggio che ti rende in qualche modo più « macho » e in questo senso i maschietti si focalizzavano di più sul dolore che poteva provocare la foratura anche per dare un senso alla cosa. Ho sempre messo la stessa dedizione nel fare il buco agli uomini come per le donne però a mente fredda mi faceva sorridere la spavalderia dei ragazzi che venivano a farsi bucare il lobo ( solitamente il sinistro ) perché il loro « atto di coraggio » coincideva con una pratica a cui si erano sottoposte e si sottoponevano con molta più naturalezza e nonchalance le amiche loro coetanee, le loro sorelle, le loro madri e persino le loro nonne e bis-nonne ! Fino ai primi anni 80 c’era ancora del coraggio a sfidare le convenzioni sociali ( i maschi non portano orecchini ) ma questo è durato poco perché poi con tanti personaggi dello spettacolo e dello sport con l’orecchino è diventata una moda ed è stata accettata socialmente in fretta. Forse però rispetto al passato, oggi i ragazzi che si mettono gli orecchini lo fanno più per un reale vezzo estetico che per spavalderia ma non so se è solo una mia impressione perché è un fenomeno che non ho potuto osservare da vicino.
Una cosa molto interessante invece è come gli uomini guardano agli orecchini indossati dalle donne : questo è un argomento che io sono riuscita a mettere ben bene a fuoco leggendo molti commenti-confessione qui sulla Guida Sogni e ci ho trovato degli incastri che coincidevano con quello che ho visto tante volte in negozio nella partecipazione viva di tanti uomini che accompagnavano a fare i buchi da me la loro moglie, fidanzata, sorella o amica. In tanti uomini c’è proprio questa attrazione fatale per l’orecchino femminile e la foratura delle orecchie nelle donne che osservano con un’ammirazione dolcemente sconfinata per l’accoppiata irresistibile di vulnerabilità e coraggio di colei che si affidava alle mie mani. In molti casi nello sguardo maschile verso la donna sembra veramente che il dolore dell’operazione ( un « sacrificio » non importa se reale o idealizzato ) abbia un posto speciale : « ti ha fatto tanto male ? » era la prima domanda che molto spesso sentivo fare ( con molta dolcezza nello sguardo e nella voce ) all’uomo-accompagnatore verso la donna a cui avevo appena messo i primi orecchini, ancora prima di dirle « come sei bella ! », « come ti stanno bene gli orecchini ! » che invece è ciò che una donna vorrebbe sentirsi dire in quel momento ed è quello che di solito le mamme dicono alle loro figlie quando le accompagnano a fare i buchi. Ripenso con tanta tenerezza anche a mio marito quando mi ha fatto i secondi buchi per provare ad adoperare per la prima volta la pistola ( unica volta che lui l’ha maneggiata ) così timoroso di farmi male e allo stesso tempo ammirato dal mio « coraggio » col sorriso sulle labbra.
Caro Fabiano, io ho trovato molto interessante e originale il tuo modo di approcciarti agli orecchini perché è molto diverso dal tipico atteggiamento maschile di chi decide di forarsi l’orecchio per dare al mondo una dimostrazione di coraggio e spavalderia. Tu invece hai sentito il desiderio e il bisogno di immedesimarti in ciò che provano le donne quando si fanno bucare le orecchie per potersi mettere gli orecchini con l’intenzione di provare cosa proviamo noi donne in quel momento, cosa che ti sembrava preclusa dalle convenzioni sociali : bello e lodevole perché dimostra una sensibilità profonda ma secondo me ( non è certo colpa tua e lo sottolineo ) nel fare questo tu sei comunque rimasto chiuso in quel punto di vista « al maschile » che vede nel doloroso « sacrificio » femminile il clou del rituale della foratura. Però per noi donne non è così. L’ansia per il possibile dolore della foratura c’è ( a volte è un fattore che frena, difficile da superare ) ma il dolore non è il centro dell’esperienza. Magari lo abbiamo provato e lo ricordiamo, ma l’emozione di guardarsi per la prima volta allo specchio con gli orecchini inseriti e il senso di completezza che ti regala quel momento supera e cancella l’eventuale dolore. Ed io ho sempre considerato un successo sentirmi dire dalla cliente al termine della procedura ( per fortuna mi è capitato spesso ) « ha fatto molto meno male di quello che pensavo », « se avessi saputo l’avrei fatto molto prima » e negli ultimi anni, con la nuova pistola « non mi ha fatto niente male ! » e addirittura « tu Jacqueline hai le mani fatate » ( come mi ha detto la nostra amica Vittoria ) … la sorpresa di una foratura non così dolorosa come immaginata io l’ho sempre considerata un successo e vedevo che per le mie clienti ( di ogni età ) era spesso un sollievo !
Però posso dirti che io che mi sono fatta bucare le orecchie per la prima volta quando si faceva ancora a mano nel modo tradizionale ad ago ( più uno spillone che un ago come lo intendiamo adesso ) ed era abbastanza doloroso ma una volta fatto ne ero felice, e non perché aveva fatto male ma perché ho sempre pensato che ne era valsa la pena per la bellezza di potermi mettere gli orecchini che più mi piacevano senza fastidio e senza il timore di perderli. Al paragone di oggi era stata una prova di coraggio ma non era quello che mi aveva motivata, ma la bellezza di potermi mettere gli orecchini a buco come quelli che portava Catherine Deneuve.
La verità è che la foratura del lobo è il piercing meno doloroso fra tutti ( forse per questo è il più praticato nella storia e in ogni popolo della Terra ) ma non è indolore nemmeno oggi che il miglioramento della tecnologia di foratura ci permette di minimizzare il disagio anche per le bambine. In passato faceva più male sia quando usavamo le pistole a scatto che inserivano un pre-orecchino spesso 1,2 millimetri ( oggi li mettiamo da circa 0,8 come i perni degli orecchini normali ) e faceva ancora più male quando si eseguiva a mano e la foratura non era istantanea : in fondo era come piantare un chiodo senza anestesia nella carne del lobo che è innervata. Un medico però mi ha spiegato che il naturale rilascio di endorfine che si verifica nel momento di tensione in cui l’orecchio viene forato è ciò che svolge la funzione di anestetico. Infatti quando si buca il secondo orecchio il livello di endorfine ormai è minore ( sappiamo già cosa aspettarci ) e per questo di solito il secondo buco risulta più doloroso del primo. Ma non tutte le persone provano le stesse sensazioni per una serie di motivi : anzitutto la sensibilità al dolore di ciascuno di noi può variare parecchio e la stessa esperienza per una persona può essere abbastanza dolorosa, per un’altra appena avvertibile, per un’altra ancora quasi indolore. Poi è il nostro stato d’animo quando affrontiamo l’operazione che cambia molto la situazione : se leggi le testimonianze qui sulla Guida Sogni ti accorgi che per chi si è fatta bucare le orecchie controvoglia o peggio ancora per imposizione l’esperienza di solito è stata dolorosa e sgradevole mentre per chi ( anche se con della paura ) lo ha fatto per il sincero desiderio di avere i buchi e potersi mettere gli orecchini le cose sono andate meglio e il ricordo è più gradevole. Infine conta moltissimo l’atmosfera del momento e chi esegue la foratura dovrebbe essere in grado di creare un clima positivo e di connessione empatica ( questo va « tarato » sulla persona di volta in volta anche attraverso la conversazione ) in modo da dare un senso bello al momento che può essere a seconda dei casi molto intimo e ricco di significato oppure allegro e festoso. Dipende dalla persona, dalle sue motivazioni, dalla sua storia, da chi è accompagnata, da tanti fattori che creano la situazione. L’importante è renderlo un momento significativo.
Mi scuso per la lunghezza ma spero di avere fatto chiarezza. Questo è il mio modo di vedere le cose per la mia esperienza.
Grazie per la pazienza di leggere. Un abbraccio e un caro saluto.
Jacqueline
Grazie cara, per questa tua risposta così esauriente, interessante e completa. Non posso che essere d’accordo con tutte le cose che dici e che hai saputo esprimere così bene. La tua esperienza e la tua sensibilità sono veramente preziose per fare chiarezza su questo tema. Un caro saluto e un abbraccio Marni
Buongiorno Marni.
e buongiorno Jacqueline a cui faccio i complimenti per l’acutezza delle osservazioni di cui trovo il riscontro con esattezza nella mia esperienza di lavoro in gioielleria. Perfetta la descrizione del tipo di fascinazione “al maschile” e “al femminile” rispetto agli orecchini ed ai fori alle orecchie.
Non sarei mai stata capace di esprimerlo altrettanto bene con la lucidità di analisi di Jacqueline ma anche dal mio punto di osservazione confermo assolutamente tutto parola per parola.
Cara Jacqueline, sei fortunata ad avere una nipote che ha scelto di seguire le tue orme ma tua nipote Stephanie è una ragazza fortunata se può contare su una guida come te. La capacità di osservazione, sensibilità ed esperienza di mestiere e di vita che le puoi trasmettere è qualcosa di inestimabile. Mi ricordi in questo la prima titolare del mio negozio, la donna che mi ha assunta come commessa e di cui ho già scritto, a cui mi ero affezionata e che porterò sempre nel mio cuore come mentore e maestra di vita.
Anche da me un caro saluto e un abbraccio a voi.
Monica
Cara Jacqueline,
intervengo qui per darti la mia versione della “delusione” per il mancato dolore; perché sì, anche a me è capitato di provare questa sensazione.
Come credo di aver accennato nel commento da cui la carissima Marnie ha tratto un articolo, io sono stato, fin da piccolo, da prima incuriosito, poi via via sempre più affascinato da quella che io ho sempre chiamato la magia degli orecchini. Nella mia personalissima visione di bambino, le donne avevano il PRIVILEGIO di poter bucare le proprie orecchie per indossare gli orecchini; atto che a me, per pure motivazioni genetiche era insindacabilmente precluso. Forse, in fondo, questa visione non mi ha neanche ancora abbandonato del tutto, perché, nonostante la lettura di molti forum, incluso questo, in cui molte donne dichiarano di avere, almeno per parte della propria vita, vissuto quella degli orecchini come un’imposizione ingiusta (dunque con una visione diametralmente opposta alla mia), io ancora oggi mi considero tutto sommato fortunato a essere cresciuto in un’epoca (ero ragazzo a cavallo tra gli anni ’80 e ’90) che ha permesso alla fine anche a me di poter godere di questo tanto ambito privilegio.
Chiuso questo piccolo cappello introduttivo, veniamo al perché della mia delusione del non dolore.
Una delle motivazioni più forti che spingevano me bambino a voler mettere gli orecchini non era l’estetica, bensì la curiosità di scoprire cosa si provasse ad avere le orecchie bucate.
Così, quando a 16 anni compii (con le mie mani) l’operazione, una volta passato il momento estatico dato dal raggiungimento della meta tanto ambita, cominciai a razionalizzare ciò che era successo e pensai che forse, se l’operazione avesse fatto più male, le donne sarebbero state meno propense a sottoporre le loro figlie a quella tortura.
In realtà, è evidente da molti commenti, sia qui che altrove, che mi sbagliavo di grosso: le donne erano ben felici di sottoporre le proprie figlie alla “tortura” anche quando questa faceva ancora realmente male. Ma io all’epoca non potevo saperlo.
D’altronde, forse per l’euforia del momento, o forse perché la mia sensibilità al dolore è inferiore alla media, io, anche con la procedura definita “più dolorosa”, non avevo sentito praticamente alcunché; e tanto meno ho sentito quando in seguito ho aggiunto altri fori recandomi in gioielleria.
Insomma, l’assenza di dolore, mi deludeva per due motivi: il primo era che rispondeva alla mia domanda “cosa si prova?” con un banalissimo “niente”; il secondo è che andava a distruggere del tutto l’eroismo del mio atto: se davvero non faceva male, chiunque avrebbe potuto farlo.
Caro Fabiano, piacere di ritrovarti e rileggere le tue riflessioni su questo argomento. Ho preferito iniziare un nuovo thread per non allungare troppo i commenti, ma avviserò Jacqueline del tuo messaggio. Da quello che dici sembra quasi che l’atto di forare i tuoi lobi ( o altre parti del corpo) sia stato per te un modo per ricercare una tua unicità. Sia stato il tuo personalissimo viaggio dell’eroe che però non ha portato a sentirti tale. Forse perchè tu parti da una premessa condizionante: cioè che solo ciò che “fa male” abbia valore e sia degno di apprezzamento. Forse questo è un retaggio della tua storia personale, oppure un’impronta naturale tramandata come un’eredità genetica. E penso alle prove di coraggio (spesso dolorose) che nelle società primitive e tribali venivano richieste ai giovani uomini per superare le fasi di crescita. Forse questo dolore NON vissuto ha contribuito a smitizzare l’atto e influito sulla delusione. Un caro saluto Marni
Cara Marnie,
beh, detto così, forse è un po’ esagerato: voglio dire, la mia non era una ricerca del dolore, ma una curiosità verso qualcosa che non conoscevo. Per dirla tutta, quella del dolore è un’idea che neanche mi sfiorava; solo a posteriori, rimuginando, anche questo elemento è entrato nel gioco delle parti.
Sicuramente, da qualche parte in me c’era anche una parte di retaggio tribale, d’altronde, se per “viaggio dell’eroe” intendi la ricerca di un riconoscimento da parte degli altri del mio valore, sicuramente non era quello l’obiettivo, almeno non all’inizio (forse lo è più ora, e questi stessi messaggi fanno parte di quel viaggio); l’obiettivo iniziale era più un viaggio alla scoperta di me stesso e del mio corpo, e credo non sia un caso che sia avvenuto proprio in pieno periodo adolescenziale. Viaggio che, proprio per quel senso di insoddisfazione di cui parlavo, non ho considerato concluso dopo il primo foro, ma da lì in avanti ho cominciato a sperimentare altre posizioni e altre tecniche di foratura.
Ma probabilmente anche l’insoddisfazione non era l’unica spinta.
Voglio dire, probabilmente a livello psicologico conoscerai questo meccanismo: quando raggiungi una meta a lungo desiderata, dopo l’euforia iniziale si fa vivo un senso di vuoto, di mancanza di nuovi obiettivi, e vuoi semplicemente che il tuo viaggio non finisca lì.
CAro Fabiano scusa il ritardo nella risposta e anche la sintesi, ho un po’ di problemi in questi giorni. ti ringrazio per avere cercato di spiegare al meglio ciò che hai provato e che che provi. Quello che mi sento di dire rispetto all’ultimo concetto che hai espresso, è che quando una meta da raggiungere è sostenuta solo dall’energia maschile, fatta di determinazione, testardaggine e forza succede spesso che una volta arrivati al traguardo si avverta questo senso di vuoto. E’ come aver percorso una solida scala che poggia sul niente e che arriva a niente. Mentre è l’energia femminile fatta di intuito che sa costruire i puntelli su cui può appoggiare questa scala. Quindi è l’equilibrio interiore che può garantire la soddisfazione e il senso di pienezza. In ogni caso il viaggio non finisce mai. Di questo puoi essere certo. Un caro saluto
Salve Marni.
Ho letto con emozione sia questo articolo su Jacqueline che l’altro sulla dottoressa pediatra Marta. Come Jacqueline anch’io sono un’anziana signora in pensione che per anni ha praticato i fori ai lobi delle orecchie con passione e con partecipazione emotiva su tante e tante persone di età diversa nella gioielleria in cui ho lavorato a Pavia dapprima come commessa e poi rilevandola e diventandone a mia volta la titolare. Un bel negozio che però non esiste più in cui ci ho lasciato il mio cuore.
E’ stata una piacevole sorpresa imbattermi nella storia di Jacqueline perché l’eco della sua profumeria era arrivata fin qui a Pavia. Ho avuto delle clienti che erano andate apposta a farsi bucare le orecchie da lei a Tortona e che sono state le prime a raccontarmi di questa rivoluzionaria “pistola” per forare i lobi di cui Jacqueline era già dotata quando ancora nessuno ne parlava e alcuni anni prima che un grossista la proponesse anche a noi. Parlo di cinquant’anni fa o forse più. Non ho mai conosciuto personalmente Jacqueline ma so che è una persona adorabile per quello che ho letto qua e per come mi avevano parlato di lei già tanto tempo fa. Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui ha saputo raccontare il “pathos” della decisione di farsi bucare le orecchie e del rituale della foratura sia per la persona che si sottopone che per quella che la esegue. Dico sempre che è un momento che per quasi ogni donna arriva quando la voglia di bellezza supera il timore del dolore, ed è un momento emozionante non importa se lo si decide da bambine, da adolescenti o in età più adulta.
Io sono cresciuta nel dopoguerra in quella che chiamiamo “l’epoca di mezzo” in cui le madri avevano smesso di far bucare le orecchie delle bambine e la foratura dei lobi non era ancora tornata di moda, infatti per me personalmente il momento fatidico è arrivato da grande e in un modo anche inaspettato. Avevo già 23 anni nell’ottobre 1972 e quel giorno stesso ero appena stata assunta come commessa in questa bella gioielleria di Pavia che poi avrei rilevato 18 anni dopo. Ero una ragazza al settimo cielo e un pochino frastornata per essere riuscita a coronare il sogno di lavorare nell’ambiente fatato e sfavillante dei gioielli e degli orologi.
La titolare del negozio dopo il colloquio e la prima mezza giornata di prova a contatto con la clientela aveva lodato i miei modi garbati, il mio sorriso e le mie mani ben curate che sono un requisito per lavorare dietro il bancone di una gioielleria. Poi con un gesto delicato e quasi materno, mi ha tolto i grandi orecchini a clips ( bigiotteria alla moda in quegli anni ) che mi ero messa quel giorno, e accarezzando i miei lobi ancora intatti mi ha detto “Monica cara, è veramente un peccato che tu non possa indossare gli orecchini veri… mi permetteresti di forare i tuoi lobi?”. Ho annuito timidamente non avendo il coraggio di contraddirla. Osservavo gli anellini d’oro giallo lavorato che indossava infilati nei suoi lobi e che danzavano con eleganza mentre mi parlava. A fine orario, dopo avere abbassato le serrande, mi ha portata nel retro e mi ha fatto i buchi con una specie di spilla d’oro dopo avermeli ben massaggiati e disinfettati sussurrandomi con tono materno frasi che non posso ricordare tanto ero frastornata in quel momento.
Quella era ancora una procedura dolorosa che assomigliava ad un rituale iniziatico. Me lo ricordo come un momento intimo, intenso ed emozionante. Mi ha infilato due piccoli orecchini a perno d’oro che ho trovato carinissimi appena mi sono guardata allo specchio piena di stupore per quello che avevo appena fatto. Le ho chiesto di scalarmi il costo di quegli orecchini dal primo stipendio ma lei ha insistito che erano un regalo per me e che me lo ero meritato.
Più tardi, a casa, i miei genitori sono rimasti a bocca aperta e si sono fatti raccontare tutto. Anche le mie amiche erano stupite nel vedere che mi ero fatta fare i buchi nei lobi. Nel 1972 gli orecchini a perno avevano ancora quello che adesso chiamiamo “l’effetto wow” e non nascondo che mi lusingava possedere questa particolarità di stile che condividevo con Jane Fonda. Per me aver messo “gli orecchini veri” era come un’amplificatore di fiducia in me stessa. Associo l’essermi fatta bucare le orecchie all’inizio della mia vita adulta con le sue responsabilità ma anche con il piacere di sentirmi finalmente artefice di me stessa.
Vari anni dopo ho imparato io stessa a bucare i lobi alle mie clienti, ma con la pistola. Dice bene Jacqueline che le clienti a cui hai fatto i buchi e si sono trovate bene ti restano fedeli e a tale proposito ricordo tanti episodi carini che mi sono rimasti nel cuore. Negli anni ho usato diversi tipi di pistola potendo apprezzare il progresso tecnico sia come delicatezza che come sicurezza e igiene. L’ultima che ho avuto e che possiedo ancora è come quella che si vede nell’immagine in alto.
Come dicevo l’ho fatto con piacere e passione ed è un gesto a cui sono così legata che delle volte ricorre anche nei miei sogni. Ho insegnato quest’arte ad un paio di commesse, le due più appassionate e vogliose di apprendere. Mi sono offerta come cavia a ciascuna di loro ed infatti ho aggiunto altre due paia di fori ai miei lobi. Credo però che sia stata quella prima esperienza con la donna che mi aveva appena assunta a trasmettermi la capacità di connessione emotiva con ogni persona, di qualsiasi età, che mi chiedeva di farle i buchi.
Chiamatelo eccesso di cautela ma ho fatto sempre i buchi solo nei lobi ( fino al terzo buco o al massimo al quarto se c’è lo spazio ) ed ho sempre avuto timore di provare a forare la cartilagine anche se con le pistole recenti si dovrebbe poterlo fare e vedo che è diventato sempre più di moda. Fori al naso nemmeno a pensarci anche se la richiesta c’era, mi avevano anche proposto la pistola apposita ed ho venduto parecchi “nasini” ( orecchini da naso ) ma per chi aveva già il buco. Negli ultimi anni ho trattato anche bellissime “banane” per le ragazze con l’ombelico “pirsato”. Ugualmente a Jacqueline e a diversamente dalla pediatra Marta ( che ammiro sinceramente ) però non ho mai voluto fare i buchi a delle bimbe neonate anche se sovente mi è stato richiesto. Non ho mai fissato un limite di età per le bambine, per me era importante vedere che era la bambina stessa a volerlo fare ( non solo la madre come spesso succedeva ) e capire se era pronta ad affrontare la procedura con positività altrimenti dicevo di rimandare a una prossima occasione. Ma bisogna anche considerare che le pistole di una volta erano molto più cruente e rumorose rispetto a oggi che sono delicatissime in confronto, e quindi molto più adatte a bucare senza traumi anche i lobi delle bambine.
Ho avuto da poco l’emozione e il piacere di fare i buchi alle mie due nipotine di 6 e 4 anni sorridenti e bellissime, che hanno diverse amichette della loro età che hanno già messo gli orecchini. Confermando Jacqueline, in linea di massima posso dire che nei quasi 40 anni che ho fatto fori alle orecchie l’età del “primo buco” si è abbassata sempre di più di pari passo con il progresso nella delicatezza delle pistole e degli orecchini foranti ( che sono diventati anche molto più belli ) ma è anche vero che è diventato sempre più comune forare i lobi di signore in età sempre più matura, quelle che noi chiamiamo “le pentite delle clips” che si concedono gli orecchini a perno “sdoganando” il lobo forato dopo averne visto l’eleganza e la praticità nelle figlie e nelle nipoti. A questo proposito c’è proprio stato un cambiamento di opinione in molte donne della mia generazione.
Un caro saluto da Pavia anche a Marta, a Jacqueline e sua nipote Stephanie che ne segue le orme….che bello!
Monica
Buongiorno Monica e grazie infinite per questa tua bellissima testimonianza che arricchisce ulteriormente queste pagine. Io credo che Jacqueline sarà deliziata dal leggerti e sapere che la conoscevi di fama 🙂 Anche io ho letto tutto con grande interesse e partecipazione perchè, oltre a raccontare la tua storia (è sempre un “dono”di cui sono profondamente grata e che mi emoziona), sei riuscita a sintetizzare le tendenze di moda e di cultura che ha subito questo gesto di forare i lobi delle orecchie, a partire dagli anni 70 fino ai giorni nostri. Grazie davvero. Un caro saluto a te e spero veramente che Marta, Jacqueline e Stephanie possano leggerti. In ogni caso appena possibile cercherò di avvisarle così ricambieranno il saluto. Marni
Buongiorno cara Marni e cara Monica, che piacere leggere il tuo racconto e scoprire la tua storia che mi ha realmente deliziata … e vale anche per mia nipote Stéphanie !
Grazie mille per le belle cose che hai scritto su di me. Da come hai ben riasssunto le tue memorie sono sicura che tu sei realmente adorabile e si percepisce la passione autentica con cui hai fatto il tuo lavoro nel mondo affascinante della gioielleria. Che peccato che in questi lunghi anni in cui abbiamo operato ( tu in gioielleria ed io in profumeria ) non ci sia mai stata l’occasione per incontrarci e conoscerci prima.
Non mi stupisce sapere che c’erano donne di Pavia che venivano fino da me a Tortona per farsi bucare i lobi a pistola perché me lo ricordo : siamo stati fra i primissimi ad averla ( la prima pistola a scatto l’avevamo fatta arrivare apposta dall’Inghilterra circa 50 anni fa ) e in quei primi tempi mi succedeva questa cosa stranissima che nel vicinato c’era ancora tanta diffidenza verso la foratura delle orecchie ( a quei tempi vendevamo soprattutto orecchini a clips ) ma si era sparsa la voce e mi arrivavano clienti per fare i buchi anche da altre città compresa Pavia. Quello che invece mi stupisce moltissimo ( ed in verità mi fa veramente piacere ) è di essere in qualche modo ricordata « di fama » a distanza di così tanto tempo : ti lascio immaginare lo stupore di mia nipote quando l’ha letto !
Quante cose in comune abbiamo tu ed io : entrambe ci siamo fatte fare i primi buchi alle orecchie con la stessa tecnica ( io l’ho fatto in una gioielleria di Grenoble ) che oggi sembra rudimentale e dolorosa ma che all’epoca era l’unica possibilità per ottenere i lobi forati. Il modo in cui sono stati fatti i buchi a te dalla titolare del negozio appena dopo l’assunzione come commessa però l’ho trovato realmente affascinante e mi ha emozionato il modo in cui hai decritto benissimo le tue sensazioni quasi incredule. Vero che in quegli anni in cui dilagavano le clips, gli orecchini a perno avevano realmente l’« effetto wow », tu con Jane Fonda come modello, io con Catherine Deneuve !
Come ha scritto Marni sei riuscita a sintetizzare davvero bene il succedersi di mode e tendenze e i cambiamenti culturali degli ultimi 50 anni rispetto alla foratura dei lobi ed io mi rispecchio interamente in quello che hai scritto praticamente punto su punto.
Tu ed io abbiamo seguito lo stesso approccio anche per i buchi alle orecchie delle bambine, che dimostra una sensibilità simile. Anch’io ho venduto parecchi « nasini » ma non mi sono mai voluta avventurare nella foratura del naso però quando gli strumenti lo hanno permesso ho iniziato a praticare ( dopo qualche titubanza ) i fori anche all’elice dell’orecchio oltre che al lobo, con soddisfazione mia e delle mie clienti.
Hai però avuto la grande fortuna di trovare ben due commesse desiderose di apprendere l’arte della foratura, a cui hai potuto trasmettere le tue conoscenze : una bella soddisfazione che io non ho avuto finché a chiedermi di insegnarle è poi stata mia nipote. Bello che tu hai un paio di fori fatto da ciascuna di loro, quindi tre paia di orecchini : li trovo bellissimi e ti confesso che mi sarei fatta fare anch’io il terzo paio di fori se solo i miei lobi avessero avuto lo spazio giusto, ed invece mi sono fermata al secondo paio ma per come sono fatti i mei lobi va bene così. Però il triplo foro è una soluzione che ho caldeggiato ed eseguito a tante fra le mie clienti che ne erano sicuramente valorizzate.
Ho letto che hai messo gli orecchini alle tue nipotine di 6 e 4 anni : che tenere, fai loro una carezza da parte mia. Mi sarebbe piaciuto tanto metterli anche a mia nipote Stéphanie quando era bambina, ma lei non se la sentiva ed è giusto averle lasciato i suoi tempi finché non me l’ha chiesto lei a quasi 15 anni ed è stato ugualmente bello. Poi ha voluto imparare lei stessa l’arte di forare le orecchie ed è stato ancora più bello insegnarle i segreti del mestiere. Chissà se e quanto le servirà ma è bella la sua passione. Studia medicina, in un certo senso sta seguendo le orme di Marta ( Marni, Stéph ha avvisato anche lei del commento di Monica ).
Un caro saluto e un abbraccio a te Monica e a te Marni da me e da Stéphanie !
Jacqueline
Buongiorno cara Jacqueline, ti chiedo scusa se non ho avvertito come promesso di questo messaggio, ma ho avuto diversi porblemi in questi giorni e ho dovuto accantonare la Guida Sogni. Ma per fortuna abbiamo la mente sveglia e pronta di Stephanie che ha risolto il problema.:-) Grazie Jacqueline per questa risposta e per essere sempre così disponibile, amichevole e presente. un abbraccio a tutte voi marni
Buongiorno Marni. Grazie per questo incontro “telematico” con l’adorabile Jacqueline davvero bello che evidentemente era scritto nel destino che prima o poi avrebbe dovuto succedere in qualche modo. Grazie anche per la gran mole di testimonianze che hai raccolto nei diversi articoli che hai dedicato a questo argomento degli orecchini e dei fori alle orecchie anche se non ho ancora potuto leggere tutto. E’ un argomento a torto sottovalutato che invece nasconde delle implicazioni profonde.
Alle cose in comune che uniscono Jacqueline e me metterei in evidenza la nostalgia per il nostro negozio, l’amore per il lavoro che abbiamo fatto e per quella vecchia maniera di intendere il commercio che purtroppo non c’è più.
Mi permetto di porre in evidenza ancora un fatto importante collegato al ritorno delle donne alla foratura dei lobi all’inizio degli anni 80 che abbiamo notato con chiarezza tutti noi che lavoravamo nelle gioiellerie. Mi riferisco al ringiovanimento quasi improvviso della nostra clientela, nel senso che prima le gioiellerie non erano un posto frequentato dai giovani. La moda dei buchi alle orecchie però ha contagiato per prime le ragazze e le giovani adulte che, grazie ai lobi forati, si potevano mettere con sicurezza anche orecchini in materiale prezioso. Per chi aveva i fori, l’oreficeria ha subito proposto innumerevoli orecchini in oro e in argento piccoli e carini, con o senza pietre preziose o semipreziose, che andavano incontro ai gusti delle giovani e che avevano anche prezzi per nulla proibitivi. i nostri assortimenti sono andati incontro alle giovani generazioni e loro hanno preso a frequentare i nostri negozi come mai prima: inizialmente per farsi fare i buchi e poi, dimostrandoci fedeltà, ritornavano nelle gioiellerie per concedersi qualche sfizio o per acquistare qualche piccolo regalo, non necessariamente degli orecchini perchè quando cominci ad avere linee giovanili l’offerta si amplia a diverse tipologie. Ma gli orecchini negli anni 80 sono balzati in testa alle vendite come tipologia di monile scalzando gli anelli che dominavano in precedenza. Ricordo che ai tempi in cui solo poche donne avevano i lobi forati, di orecchini ne vendevamo ben pochi anche perchè le fermezze con clip o vite americana ( che si fissano a pressione sul lobo senza forarlo ) non si sposavano bene con i materiali preziosi e non erano per niente adatti ad un indosso quotidiano per il rischio di perdita accidentale. Per questo il panorama degli orecchini a clips era monopolizzato dalla bigiotteria.
Anche da parte mia un abbraccio a tutte voi.
Monica
Buongiorno Monica e grazie per questo ulteriore ampliamento. E’ molto interessante, a posteriori, vedere come si sia evoluto l’interesse verso il foro nei lobi e gli orecchini e quali conseguenze abbia portato nelle abitudini nella cultura e come si sia riflesso anche a livello economico. Grazie davvero! Siete un pozzo di informazioni preziose! Un caro saluto Marni
Buongiorno cara Marni, come stai? Sono la nipote di Jacqueline. Ho fatto un sogno che mi sembra carico di simboli difficili da decifrare e mia nonna mi ha saggiamente suggerito di proportelo. Quest’anno che non ho fatto neanche un giorno di vacanza in montagna ho sognato questa situazione in ambientazione alpina. Ero stata chiamata all’alpeggio di Heidi e di suo nonno (l’ambiente era quello non del cartone animato ma del film con Bruno Ganz nella parte del nonno) e una volta arrivata vengo portata dove tenevano le caprette nuove nate e mi richiedevano di applicare alle orecchie delle caprette le “marche auricolari” obbligatorie. In questo sogno infatti io ero la veterinaria e non ci trovavo niente di strano (anche se nella realtà sto per iniziare gli studi alla facoltà di Medicina) ma io non avevo mai effettuato un intervento del genere sulle orecchie delle caprette e allora chiedevo di poter telefonare “a mia nonna” per chiedere consiglio su come intervenire (però non saprei dire se avrei voluto parlare con nonna Jacqueline che mi ha insegnato a forare le orecchie o con la mia nonna materna che da giovane ha allevato animali anche se da cortile) solo che il nonno di Heidi mi ha fatto presente che da loro non c’era telefono e non c’era campo per il cellulare. Mi diceva: ti devi arrangiare da sola e io so che sei capace a farlo! Mi ha mostrato l’attrezzo che nel sogno sembrava una versione ingrandita di quello che si usa per forare le orecchie umane. Io mi sono fatta coraggio e ho incominciato a fare il lavoro sulle caprette. Mi facevano tanta tenerezza e le accarezzavo con dolcezza per consolarle del dolore che dovevo infliggere loro. Quando l’ho raccontato a nonna Jacqueline mi ha fatto notare una cosa che non sapevo: storicamente le pistole per applicare gli orecchini sono state realmente un’evoluzione degli apparecchi che avevano inventato prima per applicare le marche alle orecchie dei capi di bestiame!
Da piccola avevo un bel libro illustrato che adoravo con la storia di Heidi e mi ricordo di mio papà che me lo leggeva mentre io guardavo le figure seduta sulle sue gambe e fra le sue braccia. E’ un ricordo molto tenero della mia infanzia.
Ti ringrazio Marni!! Un saluto e un abbraccio anche da mia nonna Jacqueline che è qui vicino a me.
Buongiorno cara Stéphanie, sono molto felice di lavorare su un tuo sogno ( e questo mi sembra importante). Devo chiederti, per il futuro, di impostare diversamente il testo: prima scrivi tutto il sogno e le sensazioni provate e solo alla fine scrivi tutte le informazioni-associazioni che emergono dalle immagini. Questo mi permette di “visualizzare” meglio il sogno. Come se lo condividessi con te. Io credo che questo sogno metta insieme le due nuove abilità-competenze che diventeranno parte di te, cioè quella in cui hai già un po’ di esperienza (forare i lobi) e quella tutta nuova e da sperimentare di medico. Nel sono tu sei il veterinario ( quindi medico degli animali) e devi mettere le marche alle orecchie delle caprette, cioè in pratica devi forare le orecchie di questi animaletti teneri e indifesi, cioè devi confrontarti con la vulnerabilità di chi si affida a te per forare i propri lobi. Ma questa immagine è anche simbolo di quello che dovrai fare in futuro , ovvero confrontarti con la sofferenza, il bisogno e le vulnerabilità di chi sta male e avrà bisogno di te. Il fatto che nel sogno tu volessi rivolgerti a tua nonna ( una o l’altra ) indica il tuo bisogno di sostegno e di sicurezza, il tuo sentirti ancora “immatura”, mentre il nonno di Heidi che ti ha detto che devi arrangiarti da sola e che lui sapeva che tu sapevi farlo, rappresenta sia la parte di te più ferma e sicura ( di cui forse non sei consapevole), sia la sicurezza e la fiducia di tua nonna che ti seguono ovunque, in qualunque cosa tu faccia. Nel sogno infine tu ti fai coraggio e procedi a fare il tuo lavoro con una grande gentilezza e dolcezza e credo che questa sia l’indicazione importante e che ti offre il sogno: andare avanti nel tuo percorso pur sentendo l’insicurezza, ma conservando sempre questa gentilezza d’animo e questa capacità empatica verso gli altri in ambedue i lavori che farai. Un gran bel sogno e molto interessante anche l’informazione sugli apparecchi per forare le orecchie che sono un’evoluzione di quelli usati per applicare le marche alle orecchie del bestiame. Tua nonna è veramente un pozzo di scienza e tu sei una nipote fortunata 🙂 Un caro saluto e un abbraccio a tutte e due
Buongiorno cara Marni. Sono anch’io molto felice di averti raccontato il mio sogno e della risposta che mi hai scritto. Scusa se non ho esposto gli argomenti nel modo migliore per te ma ti prometto che per la prossima volta farò tesoro dei tuoi suggerimenti. Grazie per l’analisi così precisa delle immagini che compaiono nel sogno. Anche se mi ha fatto vivere delle sensazioni di ansia e di forte insicurezza, dopo la tua spiegazione ho capito che è veramente un sogno molto bello. Ho letto la tua risposta insieme a nonna Jacqueline e ti dico solo che le sono venuti gli occhi lucidi leggendo “gentilezza d’animo” e “capacità empatica verso gli altri”: mi ha detto “vedi Stéph, non te ne rendi conto ma questa sei proprio tu e Marni è come se ti leggesse dentro”. A me è piaciuta molto la tua sottolineatura sul tema della “vulnerabilità”: me ne sono già resa conto che la persona che si affida a te per farsi bucare le orecchie si pone in una condizione di vulnerabilità di cui devi avere un grande rispetto, ma vero che se realizzerò il sogno di diventare un medico dovrò confrontarmi costantemente con la vulnerabilità dei pazienti. La differenza è che la persona che ti chiede di farle i buchi ha “scelto” di vivere questo momento breve ma intenso di vulnerabilità ed è una situazione in cui c’è un lato divertente e giocoso su cui puoi far leva per alleviare quel pizzico di ansia e di lieve dolore. Invece per un paziente così come per le caprette del sogno la condizione vulnerabile non è una propria scelta e questo richiama ad una ancora più grande responsabilità verso un soggetto che soffre. Grazie per questa riflessione molto importante che mi hai proposto.
E si, lo so che sono una nipote fortunata. La mia fantastica nonna ti abbraccia. Anch’io ti abbraccio se me lo permetti e grazie ancora cara Marni!
Buongiorno cara, sono felice che hai saputo cogliere l’essenza delle mie parole e del tuo sogno. Ed hai capito anche il richiamo alla responsabilità. Ma come ti dice il nonno di Heidi :tu ce la puoi fare. 🙂 Un abbraccio marni
Buona sera Marni.
Già tempo fa sono stata catturata da questo bellissimo articolo trovato casualmente perché la storia narrata da Jacqueline, assomiglia tantissimo alla mia. Vorrei ringraziarla per avere raccontato con tanta grazia e sensibilità le emozioni che si provano quando buchi le orecchie di chi si affida alla tua cura. Certamente è emozionante quando si fa con la passione e con la partecipazione emotiva che merita questo rituale femminile così antico e ricco di fascino, ed anche i suoi ultimi commenti testimoniano che Jacqueline è una donna generosa, empatica ed appassionata che per questo merita tanto rispetto, lo dico da “collega”.
Anch’io come Jacqueline ho bucato tantissime orecchie e tante spero di poterne bucare ancora tante in futuro. Anche per me è un onore e un’emozione, direi un privilegio, quando vengo scelta per effettuare questa pratica che, anche nel mio caso, occupa un posto molto speciale anche nei sogni. Mi accade in modo piuttosto ricorrente di sognare di bucare orecchie e si tratta di sogni belli, emozionanti e gratificanti nella quasi totalità dei casi.
Solo che io non sono né una gioielliera, né una profumiera, né una farmacista, né un’estetista. Sono un medico, ed in particolare sono una pediatra. Eh sì, può sembrare strano almeno qui in Italia, ma la maggior parte delle pazienti (per impostazione professionale non riesco a definirle clienti) sono proprio bambine della cui salute generale mi prendo cura nel mio ambulatorio pediatrico. Ho la fortuna di svolgere una professione che amo profondamente ed ancor più per il fatto di svolgerla in prima linea un quartiere difficile, di frontiera e multietnico.
Il perché ho deciso ormai due decenni fa di offrire anche il servizio di foratura auricolare a quelle piccole dolcezze che sono le mie pazienti è presto spiegato ed è la conseguenza di una domanda che mi ero sentita rivolgere tante e tante volte da parecchie mamme, soprattutto immigrate, che mi chiedevano quando avrebbero potuto far mettere gli orecchini alle loro piccine. A differenza di Jacqueline infatti io faccio i buchi anche a bambine molto piccole, persino a neonate (ma sarebbe meglio dire neo-vaccinate) le cui famiglie sono legate alle tradizioni delle loro radici culturali. In molti contesti socio-culturali mettere gli orecchini precocemente è importante per i significati tradizionali, simbolici e identitari che questo gesto può rivestire, ma anche per il sentimento di cura amorevole che in molte culture (dell’est europeo, dell’America latina, del mondo arabo, dell’Africa subsahariana o del continente asiatico) include la celebrazione della femminilità della nuova nata attraverso l’apposizione ai lobi del suo primo paio di orecchini.
Quando ho incominciato a lavorare in questo quartiere, mi limitavo a fornire alle mamme le risposte generiche dettate dalla mia conoscenza e professionalità cioè confermavo che, dal punto di vista medico, non ci sono controindicazioni a forare i lobi dai 4 mesi in su a patto che la bimba abbia ricevuto il primo ciclo vaccinale. Consigliavo però di attendere finché non fosse stata la bambina, fattasi più grandicella, a richiedere gli orecchini. Ovviamente consigliavo di far eseguire la foratura da personale qualificato come una buona gioielleria o farmacia. Purtroppo le due farmacie della nostra zona non erano attrezzate per forare orecchie, mentre la gioielleria del quartiere respingeva le richieste delle mamme che portavano bambine troppo piccole per i limiti di età che si erano imposte per questo servizio: non meno di 6 anni, che a mio parere è un limite più che ragionevole, e lo stesso discorso in altre gioiellerie cittadine. Peccato che questo limite di età non tenesse alcun conto delle specificità culturali e tradizionali: per molte famiglie è inconcepibile aspettare più tempo prima di mettere gli orecchini ad una figlia. Così finivo per trovarmi regolarmente di fronte a piccine con i buchi ai lobi fatti in casa da qualche sedicente “espertona” della comunità di appartenenza. In troppi casi vedevo bambine con fori male eseguiti, in qualche caso da curare a causa di infezioni derivanti da una scarsa attenzione per l’igiene e dall’uso di strumenti non idonei allo scopo. Mi sanguinava il cuore a constatare come questa operazione rituale potesse facilmente diventare causa di sofferenza per le bambine o anche danno estetico a lungo andare, a causa di fori mal posizionati.
La svolta è stata un viaggio negli Stati Uniti, durante il quale ho notato casualmente la pubblicità di un ambulatorio medico pediatrico che reclamizzava anche la foratura professionale dei lobi auricolari per le piccole pazienti. Ho scoperto che negli Usa non è una cosa infrequente e lì mi si è accesa una lampadina: perché non potrei essere io stessa ad occuparmi di bucare le orecchie dele mie piccole pazienti? Detto fatto, al rientro ho cercato di capire quali potessero essere gli strumenti più idonei per offrire questo servizio in modo sanitariamente corretto, minimizzando il dolore per le bambine ed evitando loro danni estetici sul lungo periodo. Mi sono procurata l’attrezzatura necessaria, mi sono confrontata con altri colleghi per comprendere come collocare i fori sui lobi delle bimbe più piccole in modo che restassero ben centrati anche con la crescita, scoprendo che questa è fra tutte la cosa più complessa. Infine ho iniziato a reclamizzare il servizio nel mio ambulatorio. Come prevedibile ha avuto successo fin da subito e non solo per le piccole figlie di immigrati. Sono diventata presto la scelta più ovvia anche per tutte le bambine già più grandicelle e desiderose dei primi orecchini, le cui mamme preferivano affidarle a me, alla loro pediatra, anche per fare i buchi. Così è anche più facile che la bambina rimanga serena se a farle i buchi è una persona che già conosce e di cui si fida.
Quello di fare i buchi alle orecchie è un servizio che eseguo volentieri e con coinvolgimento ma non ho mai guadagnato un solo centesimo perché per me è come una sorta di volontariato. Non faccio pagare nulla per il servizio ma solo per gli orecchini scelti che offro a prezzo di costo e delle volte li ho anche regalati con piacere a mamme povere che tenevano a far mettere gli orecchini alle loro bambine.
Sono ben consapevole che fare i buchi alle bambine piccole, non ancora in grado di esprimere un consenso informato sul proprio corpo e non ancora coscienti di ciò che viene loro fatto è un argomento quantomeno controverso, e non a torto. I buchi alle orecchie sono una piccola modifica corporea, così tradizionale che non comporta stigma sociale ma viene quasi percepita come “naturale” (i lobi forati sono visti quasi unanimemente come una caratteristica desiderabile sulle donne), però è un segno che altera il corpo in modo permanente o quasi perché, anche togliendo definitivamente gli orecchini, resterà per sempre una piccola cicatrice puntiforme là dove c’era il forellino. In pratica forando i lobi ad una bambina ancora troppo piccina per capire le stiamo togliendo l’autonomia decisionale sul proprio corpo, che in linea di principio non è una cosa da poco. In cuor mio condivido la posizione di Jacqueline: fare i buchi alle bambine solo quando loro stesse ne sono desiderose e convinte, che poi è ciò che io stessa ho fatto con mia figlia a cui ho fatto i primi buchi a 9 anni: una grande emozione per entrambe e un bel ricordo condiviso ci unisce e che conserviamo caro. Forando i lobi quando la bimba è ancora troppo piccina per poter ricordare, la stiamo anche privando di un rito iniziatico importante, che viene vissuto dalle bambine più grandicelle come una conquista che, con le prime vanità, apre le porte del diventare grande. Ma queste non sono verità assolute, sono solo le mie convinzioni condivise dalla maggioranza delle persone della mia stessa estrazione e background culturale. Operare in un quartiere a forte caratterizzazione multietnica è affascinante e umanamente arricchente, ma quando però ti ritrovi ad operare in prima linea in contesti di frontiera come questo, devi per forza relativizzare e scendere a compromessi con le tue personalissime convinzioni perché è il bene delle pazienti che lo esige. Imparere il rispetto di opinioni, usi e costumi diversi diventa un’esigenza anche se non significa rinnegare le proprie convinzioni, ma solo abbandonare le rigidità. Occorre molto pragmatismo a costo di rinunciare ad un pizzico di coerenza.
Se proprio mi devo giocare un gettone di rigidità di principio, preferisco giocarmelo su un tavolo molto più importante che è quello delle mutilazioni genitali femminili (MGF), una piaga sociale e culturale irrisolta. Al di là delle questioni di principio, ritrovarsi i buchi alle orecchie fatti non danneggerà in alcun modo la vita di una ragazza, che nella maggior parte dei casi amerà gli orecchini. L’escissione del clitoride, delle piccole e grandi labbra e la cucitura rituale invece la danneggeranno eccome, oltre ad essere il retaggio di una cultura patriarcale tramandato di madre in figlia dalle donne in una catena tradizionale e identitaria che va spezzata. E devo dire, se bucare le orecchie alle loro bambine mi aiuta a guadagnare la fiducia delle madri per affrontare anche altri discorsi ben più importanti, ragione di più per farlo. Per questo quando faccio i buchi ad una bambina piccola, sento un grandissimo senso di responsabilità per lei e ringrazio di essere stata scelta per effettuare questa piccola operazione. So bene che per una piccina che non ha contezza di cosa le sto facendo e del perché, la foratura può costituire un disagio anche doloroso per qualche istante, ma so anche che se le fosse praticata in modo rudimentale o inadeguato la sofferenza sarebbe maggiore ed anche i rischi. Perciò mi sento fiera di me quando rivedo le mie piccolissime pazienti cresciute, quelle a cui avevo forato i lobi da neonate, che indossano felicemente gli orecchini e hanno i buchi ben centrati sul lobo perché significa che ho fatto un bel lavoro impattando positivamente sul loro futuro.
Quando però faccio i buchi ad una bambina già abbastanza grande da averlo scelto e che si sottopone al rituale della foratura in modo partecipe, insieme alla mamma e spesso ad altre persone care, è un vero piacere per me, direi una festa in cui vivo anch’io tutte le emozioni che ha descritto benissimo Jacqueline insieme alla mia piccola paziente ed alla sua famiglia. Anche per me farle vivere una bella esperienza è una missione e allo stesso tempo un piacere, anche un onore sapere che ricorderà per sempre quel momento e le emozioni che ha provato facendosi mettere i primi orecchini da me. Poi se una mia ex piccola paziente, anche da adulta, viene da me e mi chiede di farle altri buchi alle orecchie glieli faccio volentieri e col piacere di sapere che torna perché le è rimasto un bel ricordo e la stima nei miei confronti. Ma non è l’unico caso in cui mi succede di fare i buchi a persone adulte, perché mi chiedono abbastanza di frequente di fare altri buchi ai lobi di mamme, nonne, zie, cugine ed amiche per condividere l’esperienza con la bambina che si fa fare i primi, come ha raccontato anche Jacqueline nell’articolo, ed è molto bello.
Alcuni anni fa invece un’amica mi ha chiesto di andare a fare i buchi a sua figlia durante la festa del decimo compleanno. La bambina desiderava gli orecchini da molto tempo e ha realizzato un sogno ma, col permesso delle mamme delle sue amichette, ho fatto i primi buchi anche a diverse di loro e persino ad una mamma che non se li era mai fatti fare per timore del dolore ma si è convinta osservando tutte queste bambine entusiaste. Penso che sia stata un’esperienza indimenticabile per tutte.
Una foratura che ho nel cuore è stata quella di mia mamma, quando mi ha chiesto di forarle i lobi a sessant’anni suonati. Lei non ce li aveva mai avuti e non li aveva mai voluti perché come altre donne della sua generazione aveva una contrarietà di principio all’alterazione del corpo, infatti io da adolescente avevo dovuto lottare duramente per strapparle il permesso a farmi fare i primi buchi ai lobi. Poi però nel tempo si è ammorbidita, ha cambiato idea e li ha voluti anche per sé stessa, così ha abbandonato per sempre gli orecchini a clips. Per me è stato un piacere farglieli e ci resta un ricordo dolcissimo di quel giorno in cui le ho messo i suoi primi orecchini a perno.
Poi ho anche fatto buchi a qualche ragazzino mio ex paziente, assecondandone le velleità adolescenziali sul look. Da mie ex pazienti cresciute ho ricevuto anche la richiesta di piercing che io però non eseguo, anche perché sono sempre un medico pediatra e non una piercer. Buco solo le orecchie (non solo sui lobi, anche all’elice ma solo per le più grandi) e più recentemente anche il naso con lo strumento apposito. Mi è stato richiesto da famiglie indo-pachistane per le ragazzine preadolescenti ed anche da mie ex pazienti più cresciute. L’ho fatto anche a mia figlia, regalo per i 15 anni.
Una richiesta strana è stata quella del secondo paio di buchi su una neonata da parte di una famiglia originaria del Costa Rica. Ho scoperto che è una cosa abbastanza diffusa in quel paese. Negli ultimi tempi ho fatto il secondo paio di buchi anche su bambine di origine nigeriana. Anche in questo caso sospendo il mio giudizio personale, rispetto ma non necessariamente condivido.
Io come penso si sia capito amo gli orecchini che sono il mio accessorio principe fin dall’adolescenza e secondo me il più affascinante fra gioielli e ornamenti. I miei primi buchi a 14 anni me li ricordo come una grande conquista anche se mi hanno fatto abbastanza male con quella orribile pistola, credo ad aria compressa, che usavano a quei tempi nelle gioiellerie. Gli altri buchi me li sono fatti fare nel corso degli anni da quando offro il servizio foratura in ambulatorio. Me li ha fatti la rappresentante da cui acquisto tutta l’attrezzatura e gli orecchini di foratura. Attualmente ho 7 buchi, uno solo al lobo destro mentre all’orecchio sinistro ne ho 3 nel lobo e 3 all’elice sulla parte alta. Sto però meditando di farmene fare altri 2 sul lobo destro così da averne tre paia su entrambi i lobi. Sono molto d’accordo con quello che ha scritto Jacqueline nell’ultimo commento: non è il numero di buchi che conta ma l’armonia che ottieni. Mi piace scegliere con cura il mix di orecchini e trovo i fori multipli gradevoli su donne di qualsiasi età, dipende solo dagli orecchini che si scelgono e dal gusto nel combinarli.
Complimenti per questo sito ma non solo per aver sviscerato così bene il simbolismo degli orecchini. Mi piace molto come sono trattati argomenti anche complessi di psicologia, simbolismi, archetipi, ecc. rendendoli accessibili a tutti.
Un abbraccio con tanta stima alla “collega” Jacqueline e alle ragazze di ogni età che amano gli orecchini.
Buongiorno Marta, ho letto d’un fiato il tuo lungo commento e ti ringrazio sia per l’apprezzamento al mio lavoro, che per avere contribuito con le tue esperienze ad ampliare questo tema che non cessa di stupirmi per l’interesse che suscita. Esperienze veramente uniche, interessantissime anche per le implicazioni socio-culturali che sottendono. Devo farti i miei complimenti per il coraggio e l’entusiasmo che hai dimostrato, e anche per il tuo riuscire a mantenerti in equilibrio fra convinzioni personali (e conoscenze mediche) e le richieste dettate dalle tradizioni così diverse. Mi piacerebbe che questo tuo commento diventasse un articolo, magari dividendolo in due, visto che è molto lungo e io “conosco i miei polli” 🙂 sarebbe un peccato che una parte di quello che hai scritto andasse persa. Naturalmente ti chiedo di riflettere su questa mia proposta, perchè io ti presenterò con la tua qualifica di medico pediatra e quindi dovrai decidere se darmi o no il consenso per uno scritto che sarà più visibile e indicizzabile dai motori di ricerca. Mi piacerebbe molto. Pensaci. 🙂 Nel frattempo ti mando un caro saluto e ti auguro una buona giornata Marni
Buongiorno cara Marni. Permettimi questa incursione per salutare ed abbracciare Marta rivolgendomi direttamente a lei.
Cara, ti ringrazio di cuore per i bei complimenti che mi ha riservato e che ricambio con sincerità : anch’io ho letto tutto d’un fiato il tuo bellissimo commento e l’ho subito fatto leggere anche a mia nipote. Lo abbiamo trovato profondo e avvincente per le tematiche importanti che solleva. Nessun dubbio sulla grande sensibilità ed equilibrio con cui interpreti la tua impegnativa professione. Il servizio che rendi forando le orecchie delle tue piccole pazienti è solo una piccola parte del tuo lavoro ma hai spiegato benissimo la sua rilevanza per le emozioni che suscita ( e che ho toccato con mano io stessa per tanti anni ) e l’importanza che ha per le diverse culture con cui ti sei trovata ad operare.
Quello che mi piace di più è che tu sei riuscita a fare della foratura delle orecchie alle bambine un ponte per il dialogo e non un muro che isola culture e sensibilità diverse rinchiudendo ciascuna nelle sue convinzioni. Bravissima perché non è per niente facile : ci vuole tanto equilibrio, sensibilità, tolleranza e capacità di empatizzare scavalcando le diversità. Per questo, anche se io ho sempre scelto di non forare i lobi alle bambine ancora troppo piccole per capire e acconsentire alla procedura ( peggio ancora se neonate ) nonostante che a volte me lo avessero anche stato chiesto, non sono per niente in disaccordo con la tua scelta opposta ma coscienziosa e coraggiosa. Non so dire come mi sarei comportata io se mi fossi trovata ad operare in un contesto così particolare e « di frontiera » come il tuo, ma posso dire che ti ammiro.
Fra l’altro posso confermare la grande difficoltà tecnica di forare i lobi alle più piccine senza rischiare che poi, crescendo, si ritrovino i buchi non più ben centrati. Non ne sarei capace e non mi sono mai arrischiata di farlo ma ho visto i danni delle forature troppo precoci su tante mie clienti ( parlo di donne italiane nate quando bucare i lobi delle bambine alla nascita era molto comune anche nelle nostre famiglie ) a cui ho dovuto rifare i buchi perché quelli ricevuti in infanzia erano diventati antiestetici, a volte quasi inutilizzabili per l’errato posizionamento, altre volte proprio deformati perché posizionati troppo bassi per sostenere bene il peso degli orecchini. Non succede sempre per fortuna, ma è un rischio quando si buca il lobino prima che sia ben sviluppato.
Spero che accetterai l’offerta di Marni di fare della tua storia un articolo perché merita di essere raccontata e letta, e quindi messa in evidenza, per il grande valore umano e sociale : interessante anche per chi non ha una predilezione speciale per gli orecchini come abbiamo noi. Grazie per averla condivisa.
Un grande abbraccio e grazie anche a te Marni !
J.
Buongiorno cara e grazie come sempre per i tuoi commenti e l’accoglienza calorosa che riservi agli altri lettori. 🙂 Spero che Marta sia felice di avere questi tuoi saluti. Un abbraccio Marni
Buona sera Marni.Sono felice e onorata dell’accoglienza ricevuta da Jacqueline a cui ribadisco la stima e ricambio di cuore i saluti.
Sono molto onorata anche dalla proposta di fare della mia testimonianza un articolo vero e proprio. Ne sono anche sorpresa perché il commento che ho scritto, seppur fortemente attinente alla storia di Jacqueline, ho fatto solo un superficiale accenno dell’argomento onirico. Comunque ci ho riflettuto bene e accetto molto volentieri la tua proposta. La accetto col piacere di condividere un’esperienza umanamente significativa, chiaramente non per promuovere me stessa. Infatti già nel commento ho volutamente evitato di fornire dettagli personali oltre lo stretto necessario.
Jacqueline ha sintetizzato molto bene lo spirito con cui ho voluto raccontare la mia esperienza in un aspetto minore della mia vita professionale, ma che è a suo modo significativo: contribuire a costruire un ponte per il dialogo e non un muro di rigida separazione fra culture e sensibilità diverse. Un obiettivo sfidante che richiede allo stesso tempo senso critico, pragmatismo ed elasticità, ma è necessario nel confronto con culture ed etnie diverse. Anche bucando le orecchie alle bambine, nel mio piccolo, penso di avere messo qualche piccolo mattoncino ma il compito è molto più ampio, è difficile e richiede tanto impegno comune.
Jacqueline ha anche fatto delle considerazioni giustissime a proposito della difficoltà tecnica di forare i lobi delle più piccine dato il rischio di posizionamento errato dei buchini conseguente alla crescita. Se le interessa, anche per la nipote che sta apprendendo da lei i segreti della foratura delle orecchie, sono a disposizione per condividere le mie conoscenze tecniche e pratiche con le bimbe più piccole, ma solo se ci puoi mettere in contatto via mail e se Jacqueline è d’accordo. Qui ho volutamente evitato di scendere nei dettagli tecnici perché non è questa la sede, poi non voglio incoraggiare improvvisazioni casalinghe su una pratica che deve essere svolta solo da personale competente e con gli strumenti idonei e sterili. Ci tengo a ribadirlo perché nella mia pratica professionale ho visto anche troppe bambine e ragazze sofferenti per forature dei lobi eseguite in casa con metodi e mezzi approssimativi, ma anche eseguite nei negozi da personale che opera con superficialità sulla pelle altrui.Grazie ed un grande abbraccio a voi!
Buongiorno Marta, grazie per aver accettato il mio invito che ti posso confermare non ha lo scopo di promuovere nessuno o di violare nessun tipo di privacy, ma, come dici giustamente, condividere un’esperienza umanamente significativa,quindi appena mi sarà possibile organizzerò l’articolo e prima di pubblicarlo te lo sottoporrò.Così avrai modo di intervenire se ci fossero parti che non desideri vengano pubblicate. Quanto al fatto che nel tuo commento l’argomento onirico sia solo accennato, non ha grande importanza dato che questo tema della foratura delle orecchie si è sviluppato al di là delle mie primitive intenzioni andando in direzioni che attengono alle tradizioni e alla cultura. Ma trovo che questo sia bellissimo, interessante e stimolante e che sia un modo per non perdere le tante esperienze che sono un patrimonio collettivo.Jacqueline leggerà questo tuo ultimo commento e se mi dà l’ok vi metterò in contatto e chissà! Forse sarà l’inizio di un altro rapporto di amicizia come quello nato ( tramite la Guida sogni) con Vittoria.Un caro saluto e buona domenica Marni
Buongiorno cara Marni. Sono felice di leggere che Marta ha accettato il tuo invito e naturalmente hai il mio ok per mettermi in contatto diretto con lei. Anche mia nipote è entusiasta per questo scambio di esperienze che siamo certe sarà piacevole e fruttuoso.
Ancora una volta grazie Marni !
J.
Buona sera Marni.Grazie per l’intermediazione con Jacqueline. E’ stata lei a contattarmi per prima ed abbiamo già avuto il piacere di scambiarci un paio di messaggi.Jacqueline è fortunata. Penso che la trasmissione dell’arte di saper forare le orecchie da nonna a nipote sia molto bella e “femminile” nel senso più ampio e positivo del termine. Anche a me piacerebbe molto poter fare altrettanto un giorno. Non credo che l’allieva sarà mia figlia che non se la sente neanche di praticare un’iniezione nonostante io le abbia insegnato come si fa. Forse quando sarò anch’io nonna, chissà?
Ho letto con grande piacere anche gli articoli che hai dedicato all’incontro fra Jacqueline e Vittoria. Una storia bella, persone belle con bei valori. Come ho già scritto anche alla stessa Jacqueline, sono del tutto d’accordo con lei a proposito dell'”anestetico NATURALE”: creare l’atmosfera positiva con la persona che sta per sottoporsi alla foratura. Anch’io ho avuto il piacere di constatarlo con le bambine un pochino più grandi e le persone adulte a cui ho avuto il piacere di fare i buchi. Confermo che, proprio come ha detto Jacqueline in quell’articolo, è il nostro organismo, producendo e rilasciando endorfine, che fa la magia. Ed è anche il motivo per cui, di solito, il secondo lobo che viene forato risulta leggermente più doloroso: infatti è il primo dei due che ne beneficia maggiormente. I moderni apparati di foratura (ho scoperto di avere scelto lo stesso usato da Jacqueline) fanno il resto essendo ormai molto delicati, però sentirsi dire “hai una mano fatata” è davvero una bella gratificazione!
Diversamente, dobbiamo sempre tenere conto che le bimbe più piccine, al contrario di ciò che narrano le credenze popolari, sono quelle che soffrono di più (anche se da neonate spesso non lo dimostrano, non essendo ancora in grado di esprimere una reazione al dolore) perché, come gli studi neurologici più recenti hanno dimostrato, nei primi mesi di vita non si è ancora attrezzati per gestire un dolore improvviso o inaspettato, piccolo o grande che sia. Questo ci tengo a specificarlo a beneficio di chi leggerà, specialmente le neo-mamme indecise se far bucare i lobi della propria bambina. Poi certamente vanno fatte tutte le considerazioni sulle diverse sensibilità e tradizioni culturali e familiari di cui ho già parlato, su cui è bene non essere eccessivamente giudicanti.
Per fortuna le piccine non conservano memoria del disagio patito e non ne restano traumatizzate: se consolate amorevolmente dalla loro mamma tornano a sorridere (o anche a dormire) dopo alcuni minuti dal misfatto.Come pensavo, con Jacqueline e sua nipote ci siamo trovate in grande sintonia.
Grazie per aver propiziato questo piacevole e utile scambio di esperienze!
Buongiorno Marni e cara Alessandra grazie di avere condiviso con noi la tua bella esperienza !
Certo che sono stata felicissima di leggere questo aggiornamento. Anche per me è stato molto bello leggere il racconto di emozioni e tenerezze di coppia in conseguenza della novità dei tuoi nuovi buchi alle orecchie.
La tua testimonianza cara Alessandra ci insegna diverse cose :
— L’importanza di comprendere e seguire le indicazioni dei sogni eclatanti come Marni ha già spiegato magistralmente.
— Le tante testimonianze che Marni è riuscita a raccogliere su questo tema ci rivelano cose sorprendenti e possono essere di vera ispirazione come è successo a te : credo che l’esperienza di Arianna ( che mi sono andata a rileggere ) ti ha indicato più di altre una strada luminosa perché ci hai riconosciuto un comune sentire. Anche la tua di testimonianza potrà essere di ispirazione a chi poi la leggerà !
— La tua stessa esperienza ci dimostra ancora una volta ( ma per me non è una sorpresa ) che farsi bucare le orecchie non è un intervento cosmetico qualsiasi ma un evento coinvolgente che, quando è vissuto e « assaporato » in modo positivo, riesce a fare vibrare positivamente anche le corde della nostra femminilità e della nostra relazionalità. Parliamo di una cambiamento minimo ma è un’esperienza che ci cambia in meglio lasciandoci un segno permanente che ci dona bellezza fuori e dentro. Questo è anche l’insegnamento più importante che ho imparato negli anni in cui ho bucato le orecchie di tante mie clienti e che voluto passare a mia nipote da quando mi ha chiesto di trasmetterle la tecnica e l’arte della foratura.
Sono stata contenta di sapere che hai di nuovo trovato la persona giusta a cui affidarti come lo era già stata anche la mia collega che ti aveva fatto i buchi da bambina. Però mi fa riflettere che il non aver sentito dolore in quest’ultima esperienza tu l’hai definito « deludente ». Vedi Alessandra, gli apparati per forare le orecchie di nuova generazione sono quasi indolore e la sensazione che si prova è lieve, di molto attenuata rispetto alle vecchie pistole a scatto del passato che ho usato a lungo anch’io e che penso sia il modo con cui erano stati bucati i tuoi lobi da bambina : quelle vecchie ti inserivano in modo brutale degli orecchini di foratura con il perno molto spesso ( circa 1,2 mm ) mentre adesso vengono usati dei perni molto più affilati e non più spessi di quelli degli orecchini ordinari ( circa 0,8 mm ) per cui l’inserimento perforante risulta molto più delicato : sono sistemi pensati soprattutto per le bambine e anche le loro mamme sanno che si possono fidare, infatti l’età della richiesta dei primi fori mediamente si è abbassata di parecchio negli anni.
Ho sempre sostenuto che per adulte e bambine farsi mettere gli orecchini deve essere un piacere, e per me questi sistemi nuovi sono stato un gran bel passo in avanti : noi che eseguiamo i buchi non siamo mica delle persone sadiche, ed io ho sempre fatto in modo di creare un’atmosfera più possibile gradevole per mettere in risalto l’emozione e la bellezza del mettersi gli orecchini rispetto al doloretto inevitabile da sopportare, e ho imparato che in questo modo il dolore veniva messo in secondo piano anche nei vecchi tempi quando realmente faceva più male. Però fa riflettere ( ma non è una critica ) constatare che il dolore può essere visto come una specie di « valore aggiunto » che rende ancora più intensa un’esperienza che è comunque un rituale trasformante ed emotivamente coinvolgente.
Non è la prima volta che questo argomento viene fuori dai commenti e anzi mi ricordo di qualcuno ( ma non sarei capace a ritrovarlo : Marni chissà se ti ricordi ? ) che in un commento aveva parlato di necessità di « ritualizzare col dolore » per spiegare perché nelle generazioni più giovani c’è chi non trova abbastanza « sfidanti » i fori alle orecchie e per ciò sceglie di sottoporsi a dei piercing diversi e più estremi. Poi mi ricordo anche di una commentatrice che si era fatta fare i buchi dopo il divorzio con l’intenzione di coprire col dolore fisico il dolore che si sentiva dentro di sé e questo invece l’avevo trovato poetico sapendo che la decisione di mettersi gli orecchini era stata positiva per lei.
Non nego che l’idea del dolore che dovrai sopportare e superare per farti bucare le orecchie sia una componente che responsabilizza la decisione e ne accresce le emozioni ( non solo per le bambine ) e aggiungo che io da ragazza mi sono fatta fare il mio primo paio di buchi con l’ago alla vecchia maniera e mi ricordo bene di quanto dopo ne ero orgogliosa ( non era stato affatto indolore ) ma quello che mi aveva spinto ad affrontarlo era la bellezza degli orecchini a buco, non certo l’intenzione di soffrire ! Così quando mi sono trovata ad essere io ad eseguire i fori su altre persone mi ha sempre fatto immenso piacere il momento che, alla fine, la cliente guardandosi soddisfatta allo specchio mi diceva ( sovente con stupore ) che aveva fatto molto meno male di quello che si era immaginata. Insomma lo scopo per me era di fare stare bene le persone, non certo di farle soffrire. Anche l’orgoglio personale di avere superato una prova di coraggio ( per molte la decisione di farsi fare i buchi è un vero scoglio psicologico ) fa stare bene. Ma non mi ricordo di clienti deluse di non avere sofferto abbastanza. Orgogliose di sé e stupite che non fosse doloroso come se lo erano immaginato, ma non deluse !
Lo ripeto che non è una critica ma una riflessione che faccio anche insieme a mia nipote e mi scuso che mi sono così dilungata. Risposte io non ne ho mia cara Alessandra, ma lasciando stare i capezzoli e restando sulle nostre amate e belle orecchie, l’unica cosa che ti posso suggerire se ti può ispirare per il futuro e se ti piace come idea, potresti pensare di farti aggiungere un buco nella cartilagine più in alto : un piccolo orecchino in quella posizione a parere mio è molto grazioso da vedere ( come si dice in Francia « c’est trop mignon !» ) oltre che sfizioso e di moda, secondo me si abbina molto bene a quelli che hai già nei lobi, però la foratura in questo caso sarà anche un pochino più dolorosa ( e i tempi di guarigione saranno più lunghi ). Pensaci, ma solo se ti piace e se te lo vedi bene e nel caso torna a raccontarci, d’accordo ?
Anche io ti abbraccio e auguro di assaporarti le cose belle che stai vivendo e che l’amore ed il futuro vadano a gonfie vele.
Un abbraccio anche a te cara Marni e grazie !
Jacqueline
Cara Jacqueline, grazie come sempre per le tue risposte interessanti e intelligenti che vivacizzano questo spazio. Ho preferito spostare in alto il tuo commento perchè so che poi si allunga il thread e si legge male. Ma spero che Alessandra lo veda.Anzi la avvertirò di questo tuo commento. A presto e un abbraccio marni
Cara Marni buongiorno e grazie !
Forse non si capiva bene ma specifico che il « buco nella cartilagine più in alto » che ho suggerito ad Alessandra è quello all’elice ( anche chiamato all’inglese « helix » ) che si riesce ad effettuare tranquillamente con le pistole a cartuccia sterile di ultima generazione anche se è più impegnativo dei lobi come dolore pre- e post-esecuzione e come tempistiche di guarigione. L’ho fatto a tante mie clienti e sono contenta di averlo potuto fare l’anno scorso anche a mia nipote perché lo trovo veramente carino e non solo sulle giovani. Di solito si fa da un lato solo ( volendo anche fori multipli ) per dare un tocco di asimmetria ma qualche cliente mi aveva anche richiesto di farglielo bilaterale : in questo caso io consiglio di eseguirli sempre uno per volta, facendo il secondo solo quando il primo è già guarito per avere sempre un lato su cui appoggiare la testa senza fastidio à dormire.
Mia nipote poi mi fa notare che Alessandra potrebbe anche trovare interessante il foro nella conca dell’orecchio ( che viene anche chiamato « conch » ) e di cui si era parlato con Roberta Bramati e Sergio ma nei commenti all’articolo sugli orecchini da uomo. Io non lo avevo considerato perché non si può eseguire a pistola e quindi bisogna rivolgersi agli specialisti del body piercing che lo eseguono manualmente con un apposito ago ( ma parliamo di aghi speciali, non di aghi da cucito e spilloni con cui ci bucavano i lobi una volta ) ed è un piercing di tradizione indiana sicuramente affascinante e anche discreto ma che richiede una certa predisposizione. Consiglio ad Alessandra di andarsi a leggere quei commenti perché credo che li troverà interessanti.
Mia nipote mi suggerisce che con l’ago gli specialisti di body piercing riescono a forarti ogni parte dell’orecchio esterno ma dolore e guarigione dipendono dal punto scelto : la conca a quanto pare è fra i più dolorosi se non il più doloroso in assoluto.
Va considerato sicuramente il trago ( la parte cartilaginea spessa sopra il lobo davanti al canale uditivo ) che è di moda ma sconsigliato a chi ha abitudine a telefonare o ad ascoltare musica con le cuffiette.
Poi fra gli altri tipi più comuni ci sono il « daith » e il « rook » che mia nipote conosce molto meglio di me e che Alessandra si può cercare su google se la ispirano ma non sono neanche le uniche possibilità perché ad ago si può fare qualsiasi cosa. Il mio consiglio è di valutare bene la forma del proprio padiglione perché non è come i buchi ai lobi che stanno bene a tutte : la scelta di un piercing all’orecchio più particolare deve essere armonica e visivamente bilanciata.
Al giorno d’oggi ormai tutti i fori all’orecchio sono accettati socialmente in qualsiasi ambiente ( eccetto le dilatazioni eccessive dei lobi che ritengo siano una scelta estrema e personalmente li sconsiglierei sempre a chiunque ) ma in giro vedo troppe orecchie forate in modo disordinato e senza criterio estetico. L’ho sempre sostenuto : non è una questione di quanti buchi hai ma di armonia nel posizionamento e nella scelta degli orecchini.
Anche un piccolo orecchino al naso può essere carino ed anche questo ormai è accettato socialmente ( consiglio di andare a leggere l’esperienza di Sandi che se l’è fatto fare in farmacia e l’ha raccontato nei commenti sotto all’articolo di Maria Serafina ) ma non sta bene a tutte.
Grazie ancora Marni per queste incursioni. Spero che possano essere utili ad Alessandra e forse ad altre persone in futuro. Un abbraccio !
Jacqueline ( oggi con l’aiuto indispensabile di Stéphanie )
Buongiorno Jacqueline sei incredibile! Penso che ti assumerò come segretaria 🙂 Oltre a dare i consigli più assennati e professionali, ricordi tutto e tutti rispetto a quanto è stato scritto su questo argomento. Confesso che, pur avendo buona memoria, io non ci riesco. Quindi Alessandra io ti consiglio di seguire religiosamente ogni indicazione che trovi in questo commento, perchè il sodalizio Jacqueline/Stephanie (sua nipote) sono veramente il plus. Un abbraccio a tutte voi. marni
Buongiorno Marni e un sincero GRAZIE Jacqueline e Stephanie! Jacqueline sei realmente incredibile per la competenza e la passione che dimostri e altrettanto per la gentilezza della condivisione. Le clienti della tua profumeria sono state donne molto fortunate ad incontrarti e lasciarsi consigliare da te! Bello sapere che adesso hai tua nipote che segue le tue orme.
Devo dire che sono molto soddisfatta del nuovo paio di fori ai lobi che mi sono fatta fare sia perchè mi piace come mi stanno sia per quello che hanno innescato nella chimica di coppia fra me e il mio compagno,ma sei riuscita a stuzzicarmi con questa idea di un nuovo orecchino posizionato in un punto “meno tranquillo” rispetto al lobo. In particolare mi stuzzica parecchio il buco alto nell’elice. Concordo con te che è molto grazioso sia col punto luce sia con un semplice anellino quindi non escludo affatto la possibilità di farmelo fare in futuro.
Sono andata anche a cercarmi su Google i nomi dei piercing più “esotici” e ho scoperto di conoscere una persona che ha in un orecchio il “daith” ma non sapevo si chiamasse così. Questa mia collega se lo era fatto mettere da un piercer qualche anno fa perchè sembra che un anellino infilato in quel punto serve ad alleviare le emicranie. Lei sostiene che ha avuto un giovamento alle sofferenze ma non escluderei l’effetto placebo anche se il piercing devo dire non è affatto brutto.
Invece cara Marni volevo dirti che dopo aver lanciato il sasso con i nuovi buchi alle orecchie e avendo poi trovato un bel riscontro sono anche riuscita a toccare col mio compagno l’argomento dei piercing ai capezzoli anche se non sono stata esplicita nel confessare che ho fantasticato di poterli avere su di me e non ho neanche raccontato il sogno in cui lui mi regalava il coupon per andare a farmeli fare. La cosa però importante è che sono riuscita a sfiorare l’argomento e superare il mio tabù constatando che anche lui è ricettivo su questo tema e ne è intrigato in qualche modo anche se non saprei dire fino a che punto. Ho trovato eccitante anche il solo riuscire ad toccare questo argomento con lui e questo per me è appagante e stimolante. Non credo però che mi farò mai infilare un ago di traverso nei miei capezzoli anche se non nascondo di ammirare le donne che l’hanno fatto realmente.
Avendo avuto i buchi ai lobi fatti da bambina non avevo preso coscienza dei risvolti sensuali del “farsi bucare” (anche solo le orecchie!) e sono felice che il lato sensuale di questa pratica sia venuto fuori da quel mio sogno “particolare” e dalla discussione che è seguita.
GRAZIE carissime vi abbraccio tutte!
Buongiorno Alessandra, sono veramente felice per il tipo di confidenza che stai raggiungendo con il tuo ragazzo. Hai capito perfettamente che non è tanto importante seguire il sogno alla lettera, ma comprenderne le implicazioni più profonde che, in questo caso, riguardano la coppia e l’intimità. Brava! 🙂 e grazie anche per tutte le altre preziose informazioni. Sono sicura che i lettori apprezzeranno come apprezzo io. un caro saluto marni
Buongiorno Marni! Buongiorno anche a Jacqueline e GRAZIE per la bella sorpresa di questa risposta!
Ho delle piccole belle novità da raccontare che spero vi faranno piacere ma io prima di tutto Marni, ti voglio dire un GRAZIE enorme per l’intuizione che hai avuto di spostare il “focus” del mio sogno sul regalo del piercing ai capezzoli verso la tematica non scontata dei buchi alle orecchie e di avermi invitata alla scorpacciata di articoli e commenti sul tema che mi hanno aperto la mente su un immaginario diffuso che non avrei mai neanche pensato. Tutto questo mi ha aiutato moltissimo!
Sai cosa mi ha regalato il mio compagno per San Valentino? Neanche a farlo apposta un bellissimo paio di ORECCHINI. Appena li ho visti mi si è accelerato il cuore! Non è la prima volta che sceglie orecchini come regalo per me ed infatti anche il primissimo regalo che mi fece furono due orecchini punto luce che indosso di frequente e che avevo ai lobi anche la sera del 14.
Quelli nuovi invece sono elegantissimi a monachella con la perla e un piccolo brillantino subito sopra (mia sorella ne ha un paio simile che qualche volta mi sono fatta imprestare ma questi sono più belli) che ho chiesto al mio compagno di infilarli subito nei miei lobi, ma prima ho estratto i punto luce. Quando me li ha messi e siamo andati davanti allo specchio perchè volevo vedermi, tenendo in mano i punto luce appena tolti li ho avvicinati ai miei lobi e ho chiesto al mio compagno se non trova che le due paia di orecchini starebbero bene abbinate sulle mie orecchie! Lui mi ha chiesto se per caso avevo intenzione di farmi fare un altro paio di fori nei lobi e io gli ho risposto: perchè no? per vedere la sua reazione, e mi è sembrato abbastanza intrigato dall’idea. Per tutta la serata, accarezzandomi ha continuato a giocherellare con i miei lobi facendo dondolare le due monachelle. Questa cosa l’ho trovata eccitante e credo che anche in lui qualcosa si è acceso.
Non avevo mai pensato di fare degli altri buchi nelle mie orecchie però avevo fissa in mente l’esperienza di Arianna (art.”Sognare mia madre”) che anche lei come me è rimasta affascinata da piercing ai capezzoli notati su altre donne in palestra e alla fine si è fatta aggiungere ben 4 nuovi fori ai lobi con soddisfazione sua e del compagno. E poi anche molto interessante Sergio (art. “Sognare gli orecchini da uomo”) che ha scritto “c’è un’altra zona erogena femminile che mi da un brivido se penso al piercing e si tratta dei capezzoli inanellati o trafitti dalla classica barretta con le due palline agli estremi. In questo caso si tratta di un piercing intimo che di solito non viene rivelato in pubblico. Ammetto che se mia moglie mi avesse mai rivelato di volerselo fare mi avrebbe fatto girare la testa di emozione ma non è una cosa che mi sentirei mai di suggerirle sia per l’intimità della parte anatomica e quello che significa per una donna sia perchè so che la perforazione del capezzolo è un intervento veramente molto doloroso”
Sarebbe bello se anche il mio compagno avesse un immaginario simile da condividere, anche se non mi facessi mai fare quel piercing non importa, ma credo che alimenterebbe l’eros fra noi. Invece io sto meditando di andare a farmi fare per davvero un altro paio di buchi ai lobi per fargli la sorpresa e ammetto che trovo già eccitante questo pensiero anche se non esce ancora dalla mia “comfort zone”. Voglio dire che grazie alle cose che ho letto credo di avere iniziato a seguire l’indicazione del sogno: non sono ancora stata esplicita con il mio compagno ho iniziato a giocare con la mia femminilità un gioco che mi intriga (spero sia reciproco ma credo di si) ed è bello non scoprire subito tutte le carte ma arrivarci piano piano “gustandosi” un percorso elettrizzante per me e credo anche per la coppia.
GRAZIE per tutto questo!
Buonasera Alessandra mi ha fatto tanto piacere questo tuo messaggio. Soprattutto quando dici “ho iniziato a giocare con la mia femminilità” hai colto in pieno sia il senso del sogno che il senso di questo lavoro che ha dato l’avvio ad un processo interno che si tradurrà gradualmente in cambiamento. E’ bellissimo e sorprendente anche quello che è accaduto con il tuo compagno che ti ha regalato nuovi orecchini per San Valentino. Quindi anche intorno a te tutto si muove allineandosi a quello di cui hai bisogno. Tu segui il flusso e vedrai che ne guadagnerà sia il tuo rapporto che la tua femminilità. Unc aro saluto e un abbraccio Marni
Buonasera Marni. Col tuo permesso mi intrometto ancora una volta per dire alla cara Alessandra che anche a me ha fatto veramente tanto piacere leggere questo ultimo aggiornamento.
Aiutare le donne nella gioia di « giocare con la femminilità » è stato il mio lavoro, che ho fatto con amore e passione per tanti anni quando insieme a mio marito avevamo la profumeria. L’idea di fare un secondo paio di buchi ai lobi viste le premesse mi sembra magnifica : come ho potuto constatare numerose volte, è una di quelle novità che possono dare brio all’aspetto e all’espressione di sé di una donna.
Cara Alessandra, anche se oggi specie fra le giovani l’avere i lobi forati viene dato per scontato, devi sapere che specialmente fino a qualche anno fa, per molte donne l’idea di farsi forare le orecchie ( sia primi buchi che quelli aggiuntivi ) significava oltrepassare la propria « comfort zone » e non era una decisione per niente banale. Per farti fare i buchi scegli una persona che ti ispira fiducia e vedrai che sarà un bel momento « di cambiamento » gioioso e giocoso tutto da assaporare. Ho visto tanti mariti e fidanzati coinvolti e intrigati da questo evento che aveva come protagoniste le loro mogli e fidanzate e che può anche rendere più « frizzante » la vita di coppia quando il partner è ricettivo a questi cambiamenti : succede spesso e anche questo mi sembra il caso. Decidi se nel gioco di intesa col tuo partner è più carino fargli la sorpresa o coinvolgerlo nella tua decisione facendoti accompagnare da lui a fare i nuovi buchi. Io faccio il tifo per voi e spero che tornerai a raccontarci come è andata.
Un saluto carissimo e un abbraccio.
Jacqueline
Grazie cara Jacqueline per questo messaggio che non ha bisogno di ulteriori commenti. So che Alessandra ne sarà felice e leggerà i tuoi consigli con attenzione e gratitudine. Un abbraccio a tutte e due Marni
Buongiorno a voi care Marni e Jacqueline!
Sono commossa dalla vostra premura nei miei confronti ed anche questo ultimo messaggio di Jacqueline l’ho letto con tanto piacere. Questa “sorellanza” non è una cosa che si incontra tutti i giorni e non me la sarei immaginata quando ho scritto il mio sogno ma è bellissima.
Ci ho pensato in questi giorni e ho deciso che li farò i nuovi buchi e già solo l’aver deciso di fare una cosa che prima non avevo mai neanche pensato è “frizzante” per me. Farò sicuramente la sorpresa al mio compagno. Non voglio lasciar passare troppo tempo ma battere il ferro finchè è caldo e siamo intesi, tornerò sicuramente a raccontarvi come è andata.
Vi abbraccio. GRAZIE di cuore ad entrambe!
Care Marni e Jacqueline buongiorno!
Eccomi con le ultime novità che vi avevo promesso di raccontare. Avevo detto che non avrei lasciato passare troppo tempo e così è stato.
Ho il secondo paio di buchi nei miei lobi da venerdì scorso. Per il mio compagno è stata una sorpresa e vi dico subito che se ne è accorto tempo zero appena mi ha vista e con un gran sorriso di gioioso stupore che vale più di mille parole prima di farsi raccontare tutto con grande curiosità.
Per quanto è una piccola cosa ho notato con piacere e soddisfazione che gli ho fatto brillare gli occhi con questo piccolo cambiamento e forse ancora di più con la mia sollecitudine a realizzare ciò che avevo anticipato fra il serio e il faceto. Forse la relazione di coppia ha bisogno di nutrirsi di tanto in tanto di piccole sorprese come questa ed è divertente e appagante giocare con la femminilità in modo così frizzante senza il bisogno di un atto estremo come quello nel sogno. Gli sguardi di intesa, i complimenti e le tenerezze hanno reso speciali questi ultimi giorni tutto questo mi rende felice … e anche i miei capezzoli ringraziano.
Ho ascoltato il consiglio di Jacqueline di provare a trovare una persona di fiducia per farmi i buchi ed è stato davvero un bel momento. Sono andata a farmeli fare in un negozio di oggettistica e articoli regalo vicino a casa mia perchè la proprietaria è una signora che conosco da tanti anni e avevo visto la locandina della foratura lobi nella sua vetrina dei bijou. Nel retro ha proprio uno spazio dedicato a questa operazione in modo da poter eseguire le forature in riservatezza ed è stata molto cara e piena di attenzioni e consigli.
Se c’è una cosa che in un certo senso è stata “deludente” è che non mi ha fatto male per niente forse perchè per come mi ricordavo dei buchi fatti da bambina (abbastanza dolorosi) mi ero predisposta a una sensazione diversa da due punture appena appena percpibili però gli orecchini perno che ho scelto si abbinano bene con quelli nuovi a monachella e sarà ancora più bello quando li potrò cambiare fra un mese e mezzo con i miei punto luce.
Un sincero GRAZIE a voi Marni e Jacqueline per avermi aiutata a realizzare questo partendo da uno strano sogno. Vi abbraccio.
Buongiorno cara Alessandra, grazi e che sei tornata a raccontare la tua nuova esperienza! E’ molto bello per me ( e penso anche per gli altri ) leggere le emozioni e le tenerezze nella tua coppia che sono conseguenza a questa tua decisione di forare le orecchie e frutto di un percorso che hai intrapreso. Io so che i sogni sono spesso il punto di partenza per un nostro personale momento di introspezione e di crescita. E’ stato così anche questa volta. E ne sono felice. Hai anche capito perfettamente che spesso i sogni enfatizzano le situazioni , anzi a volte “esagerano” proprio nel presentarci situazioni limite che ci colpiscono o ci spaventano e si fissano nella mente. Lo fanno apposta. In questo modo non accantoniamo il problema che c’è dietro. In questo modo continuiamo a rifletterci sopra e reagiamo con un’azione che modifica ogni forma di blocco. Quindi nuovamente grazie per questa tua testimonianza. Goditi tutto il buono e l’amore che si sta manifestando nella tua realtà. Sono certa che anche jacqueline sarà felicissima per te. un abbraccio marni
Buonasera Marni!
Ti rispondo a distanza di tempo solo perchè mi son persa a leggere nei commenti degli articoli che mi hai segnalato la volta scorsa sugli orecchini ed i lobi forati. Caspita quanta roba! A dire il vero sono rimasta sinceramente basita da questa quantità di materiale e testimonianze perchè io ho sempre dato i buchi ai lobi per scontati. Mia mamma di sua iniziativa me l’ha fatti fare da bambina che non avevo credo neanche 4 anni e ne ho una memoria strana. Cioè mi ricordo di aver pianto nella profumeria ma poi anche mi ricordo che ero vanitosetta e quindi mi piaceva, i miei orecchini, farli notare a tutti per ricevere dei complimenti che tutti mi facevano. Ma in generale mi è sempre piaciuto il potermi mettere gli orecchini anche se non ho mai pensato di farmi fare degli altri buchi in più rispetto al classico paio. Le cose che ho letto sono molto interessanti, veramente degli spaccati di vita che non avrei mai immaginato ma appassionanti, che in realtà mi hanno anche spiegato perchè tante ragazze della mia età, anche fra le mie amiche, quando si facevano finalmente fare i buchi a un’età più grande sembrava che avessero compiuto un’impresa. Ora come ora, non ci avevo mai riflettuto prima, ma penso di non conoscere nessuna donna che non abbia almeno un paio di buchi nei lobi per gli orecchini.
Devo ammettere con mia sorpresa che in definitiva diverse situazioni raccontate nei commenti sui buchi alle orecchie vertono sulla difficoltà di raccontare questa cosa al proprio partner che è esattamente quello che accade a me rispetto al sogno sul piercing ai capezzoli. La differenza però è che in realtà io non credo che mi sottoporrò mai ad un atto così estremo sui miei seni anche se il sogno mi ha reso evidente quanto mi incuriosisce e mi stuzzica soltanto il pensiero. Già solo riuscire a condividere la cosa col mio compagno sarebbe rivoluzionario per me perchè mi sono accorta che è come un argomento-tabù che mi suscita un fortissimo imbarazzo ma sono contenta di essere riuscita a raccontarlo qui.
GRAZIE per tutti questi spunti.
–°–°–°–
Post Scriptum: scusami il cambio di indirizzo mail ma da noi in azienda hanno cominciato a fare storie sull’usare le caselle di lavoro per i messaggi personali e infatti non mi ricevevo neanche le notifiche.
Buongiorno Alessandra, ho spostato il tuo messaggio sotto ad un altro articolo per non allungare troppo il thread. Mi fa piacere che tu abbia letto ed esplorato le esperienze altrui su questo tema. Ma NON DIRE MAI rispetto a ciò che farai, perchè il MAI esiste solo nel pensiero e le cose possono cambiare. Non è necessario che tu arrivi a fare ciò che hai sognato e che ti intriga, non è detto che succeda, ma di certo se il tuo inconscio ti ha proposto questa immagine con il corollario di riflessioni e di emozioni che lo accompagnano, una ragione c’è. E quello che deve accadere maturerà dentro di te nel tempo. E’ possibile che sia anche solo il trovare la forza di confidarti maggiormente con il tuo compagno rispetto ai tuoi desideri vincendo l’imbarazzo, oppure che tu arrivi a qualcosa di più. Non lo sappiamo e per ora, direi che non è necessario saperlo. Già è importante che tu abbi ascritto qui e condiviso con noi. E’ stato importante ed il tuo sogno è sicuramente stato un primo passo verso qualcosa che ti si chiarirà nel futuro. Un caro saluto marni
Buongiorno Marni!
GRAZIE anche per questa tua ultima risposta. Ho capito che è stato un sogno importante dalla “forza” con cui è rimasto nei miei pensieri ma anche dopo aver letto tante esperienze di altre persone dagli articoli che mi avevi consigliato io credo che provare a trovare il modo di vincere l’imbarazzo comunicando questo mio intimo segreto al mio compagno sia la cosa più importante. Forse il sogno mi ha anche voluto allertare, attraverso un’immagine forte, sul bisogno di prendere più coscienza della mia femminilità ma questo a prescindere dal piercing.–°–°–°–Ho trovato bello lo spostamento della tua risposta sotto questo articolo che parla di una donna di cui mi ha fatto piacere leggere la storia e che mi ricorda per tanti motivi la Antonietta della profumeria che mi ha fatto i buchi ai lobi da bambina. Mia madre era sua buona cliente e pure io da ragazzetta andavo con piacere nel suo bel negozietto per cosmetici, profumi e bigiotteria sapendo di avere sempre buoni consigli. Poi è un peccato che questo tipo di negozi è scomparso.Buona domenica.
Buongiorno Alessandra, spero che Jacqueline legga questo tuo messaggio, le farà molto piacere sapere che hai apprezzato la sua storia. 🙂 Sì, cara io credo che questo tuo sogno porti l’attenzione sulla tua femminilità a prescindere dal piercing, e penso che stia a te decidere quando e come procedere, che si tratti di affrontare veramente un’esperienza limite come quella che hai descritto nel sogno, che parlare con il tuo ragazzo. Quest’ultima opzione a me pare preferibile, ma deve maturare dentro di te. Arriverà il momento giusto. Stai tranquilla. Non avere fretta. Sii invece contenta e grata per le immagini che ti ha offerto il tuo inconscio e che hanno mosso tutte queste riflessioni che, vedrai, porteranno ad un cambiamento. Un carissimo saluto Marni
Buongiorno care Marni e Alessandra. Certo che ho letto e mi sento onorata per i bei complimenti ricevuti. Grazie Alessandra !
Mi ritrovo in sintonia riguardo alla estinzione dei negozi al dettaglio nelle vie cittadine che è stata decretata dall’impulso alla grande distribuzione : purtroppo non eravamo in grado di difenderci da una concorrenza schiacciante ma chi si ricorda le strade e i quartieri delle città grandi o piccole con i negozi e noi negozianti sa quanto si è perso dal punto di vista culturale e sociale. I negozi davano la qualità urbana e caratterizzavano le vie. Noi negozianti eravamo un riferimento nella vita quotidiana delle persone e nella socialità. Sono stati tempi belli che non torneranno più ma che restano vivi nel ricordo e anche nei sogni.
Mi ha fatto piacere anche leggere l’apprezzamento sempre vivo per la mia collega Antonietta che idealmente vorrei abbracciare come valente rappresentante di un mondo che per tanti anni è stato anche mio e di mio marito.
Cara Alessandra, ti auguro tutto il bene per la tua vita e per l’amore, ma quale giorno migliore di San Valentino per auspicare uno sviluppo positivo del dialogo condiviso con la persona che ami ?
Un saluto carissimo a voi e a tutti gli innamorati.
Jacqueline
Mi unisco alla cara jacqueline per gli auguri di amore e condivisione e dialogo condiviso. Buon San Valentino a tutti noi sognatori! 🙂
Gentile Marni buon giorno!
Sono una lettrice occasionale di questa Guida da quando un mio caro amico scrisse un suo sogno di cui aveva già parlato anche a me e poi me lo fece leggere con la sua interessante risposta. Oggi mi sono avventurata in questo articolo, visitando il link di una risposta recente sulla home del Sito, e sono stata conquistata dal racconto di un pezzo di vita che mi ha emozionato, ancora di più leggendo anche i commenti di Sofia e Vittoria.
Appartengo ancora a quella “generazione di mezzo” dove non si usava più fare i buchi nelle orecchie da bambine come in precedenza e come si fà di nuovo oggi. Son sicura che, se avessi trovato sul mio cammino una profumiera appassionata e appassionante come Jacqline, adesso le mie orecchie sarebbero forate e l’avrei fatto con piacere. invece per timore ma più che altro per pigrizia non ho mai deciso di affrontare una decisione che sembra una piccola cosa da niente, oggi che ci siamo assuefatti ai pircing di ogni tipo, ma è una scelta che può anche intimidire. Possiedo due paia di orecchini con la clip ancora di quando ero giovincella che indosso ancora occasionalmente, me li conservo con cura perche non se ne trovano più.
Legato tematicamente ho un sogno molto semplice che feci tanti anni fa poco prima delle nozze ma che non ho mai dimenticato temendo un presagio di sventura. In questo sogno ero già agghindata e finita di truccare con indosso il vbestito da sposa e la mia testimone mi veniva vicino per dirmi che mancava solo il tocco finale. Si è sfilata i solitari di brillante dai lobi e, non so come, me li ha messi sù, forandomi i lobi, solo che una goccia del mio sangue mi ha macchiato l’abito candido. la mia amica mi diceva pazienza per la macchia sul vestito ma finalmente il mio viso risplendeva e ciò che vedevo allo specchio dava ragione a lei ma poi ho continuato a pensare a quella macchia di sangue. Non è stata di cattivo presagio perche ho avuto un matrimonio molto felice. Logico che mi sono sposata con le orecchie disadorne, scartando l’idea, caldeggiata da mia madre, di mettermi un paio di orecchini a clip ma è andata bene lo stesso.
Grazie per aver condiviso questi spaccati di bella convivialità femminile. Ho dato il Mi Piace ma merita di più.
Buongiorno Lorenza e piacere di conoscerti e di averti fra i lettori della Guida Sogni. Grazie per averci raccontato di te e della tu esperienza con gli orecchini a clips, anche io sono certa che se tu avessi incontrato una persona come Jacqueline avresti cambiato idea ed forse avresti indossato gli orecchini il giorno delle nozze. 🙂 Quanto al tuo sogno io credo che rifletta solo il conflitto interno che doveva esserci fra due aspetti di te. Una parte ( forse non avvertita a livello di coscienza) che forse si sarebbe adattata a forare le orecchie così come voleva tua madre ( rappresentata dalla testimone che ti proponeva il tocco finale), e una parte invece che non voleva cedere e che, per questa ragione, ha costruito nel sogno una scenario cruento, con il sangue che colava e che macchiava l’abito da sposa ( immagine che nella cultura popolare ha sempre avuto un significato negativo). Quindi direi che quest’ultima parte ha cercato di spaventarti creando una connessione fra quel sangue ( e di conseguenza l’associazione con il matrimonio sfortunato) e la foratura “cruenta” delle orecchie, influendo così sulla tua decisione di NON procedere nemmeno in seguito. Quindi, nonostante il risplendere della tua femminilità che veniva esaltata dal luccichio degli orecchini, più forte è stata la suggestione provocata dalla macchia di sangue. Evidentemente per te doveva andare così e concordo sul fatto che la scelta possa anche intimidire. Ma sei sempre in tempo per cambiare idea e regalarti un paio di orecchini a perno per sostituire quelli vecchi a clips. Magari in questa fase della tua vita ti senti stuzzicata e divertita dall’idea. Forare le orecchie non è certo una cosa indispensabile, ma si carica di senso con i nostri pensieri, desideri ed intenzioni e può diventare qualcosa di vivificante. Un caro saluto e buon sabato marni
Buon giorno gentile Marni, e grazie per la tua risposta che è stato un piacere leggere.
Pur senza essermene mai resa conto, adesso che me l’hai ben spiegato, penso che è vero che, di quel sogno, l’immagine cruenta del vestito da sposa macchiato dal sangue ha finito di farmi passare la voglia di forarmi le orecchie. Se non l’ho fatto, nemmeno in seguito, non si è trattato di una vera decisione ma di una pigrizia, mai abbastanza determinata a fare una cosa che mi piaceva, certo, ma ancora di più mi intimidiva.
Brava che hai intuito, anche se non l’avevo scritto, che mia madre, che ha i buchi, aveva proprio caldeggiato che anch’io mi forassi le orecchie come avevano già fatto altre mie amiche. Ma per le nozze, in mancanza dei buchi, si sarebbe accontentata di vedermi gli orecchini con la clip. Me li ero provati e mi erano sembrati poco adatti all’occasione, lo penso ancora, ai lobi di una sposa solo solitari di brillante o perla.
Forarmi le orecchie in questa fase della vita? A ripensarci, alla mia età (già63), può essere per davvero un’idea è carina e stuzzicante, ma sai che ci penserò?, passare agli orecchini a perno sarebbe una ventata di rinnovamento e, in ogni caso, è carina anche solo l’emozione di averci pensato di nuovo.
Un caro saluto anche a te e grazie per avermi ispirata.
Buongiorno Lorenza, 63 anni sono l’età giusta 🙂 ma se decidi fammelo sapere e condivideremo con te l’emozione di quel momento. un caro saluto e buona domenica Marni
Buonasera cara Marni, la ringrazio per l’invio dell’indirizzo mail alla signora Jacqueline.
Provo a riscrivere il messaggio perso su cui avevo scritto che anch’io mi sono commossa a leggere la risposta della cara signora Jacqueline. Si sono commossi anche i miei genitori quando gliel’ho fatta leggere. Ci è dispiaciuto tantissimo sapere della scomparsa del signor Aldo ed insieme ad un pensiero commosso desideriamo far sentire alla signora Jacqueline e a Michel e famiglia il nostro grande abbraccio. Il nostro è anche un abbraccio affettuoso di incoraggiamento per il percorso di riabilitazione e di augurio verso la ritrovata salute.
Noi stiamo bene e a leggere quei ricordi così precisi nonostante il tempo passato ha fatto molto piacere a tutti noi. Cara Jacqueline, mai mi sarei potuta immaginare che lei si ricordasse ancora la posizione di tutti i buchi fatti nelle mie orecchie ed è stato sorprendente per me scoprire cose che non sapevo, che però mia mamma ha confermato puntualmente. Non sapevo e mi ha fatto sorridere leggere che mia zia Mina era così timorosa da doversi fare accompagnare e “tenere la mano” dallo zio quando si è fatta fare i secondi buchi ai lobi dopo averli visti su mia mamma. Non sapevo neanche che mia mamma avesse meditato a lungo prima di decidersi ad accompagnarmi a fare i primi buchi ma la comprendo bene adesso che anch’io come mamma mi sono ritrovata nella stessa situazione con le mie due figlie. In particolare con la piccina che ho acconsentito a farle bucare i lobi insieme alla sorella anche se non aveva ancora compiuto 5 anni ma poi ho capito di avere preso la decisione giusta creando un giorno da ricordare per tutte due.La farmacista che ha messo gli orecchini alle mie bambine è stata brava però la “magia Jacqueline” era una cosa diversa e mi ricordo con nostalgia l’entusiasmo che ti trasmetteva ad ogni nuovo foro con quelle piccole attenzioni come la gelatina dolce di frutta o il cioccolatino prima di dare inizio alle operazioni. Era per prevenire uno svenimento per calo di zuccheri quando l’emozione è alle stelle ma anche un dolcissimo incentivo.
Mia cugina Irene invece è riuscita a fare della sua passione per i trucchi una vera professione e adesso è una make-up artist apprezzata ma è chiaro che la “scuola Jacqueline” ha dato il suo contributo. Lo ricordo bene il giorno in cui l’ho accompagnata a bucare i lobi perchè oltre a farle coraggio le avevo fatto una grande opera di convincimento di cui poi mi ha sempre ringraziata anche se lei sulle sue orecchie non ha più aggiunto altri buchi. So che anche lei si emozionerà quando le farò leggere tutto.
Non sarà proprio uguale al messaggio andato perso però anche questo l’ho scritto col cuore.
Grazie Jacqueline per la simpatia, per la cordialità, la magia di tanti momenti belli e per tanti bei ricordi.
Grazie Marni per il magico incontro.
Buongiorno Sofia questa volta il messaggio è arrivato. Ne sono felice e sono sicura che lo leggerà presto anche Jacqueline e che ne sarà altrettanto felice. E’ un bel modo, questo, anche per tenerle compagnia ed incoraggiarla. Perciò grazie anche da parte mia 🙂 Un caro saluto marni
Salve signora Marzia. Il nome, la profumeria, la merceria accanto, la storia, i toni eleganti e gentili di questa signora di origine francese … non ho dubbi: Jacqueline deve essere senza dubbio la signora Jacqueline che insieme al marito Aldo aveva la bella profumeria da cui la mia famiglia è stata cliente per tanti anni a Tortona. Ne sono certa ed aver trovato per caso la sua storia in questo bel portale sui sogni è uno dei regali più belli che potessi ricevere. La signora Jacqueline e suo marito facevano parte di quel tipo di negozianti che non ci sono più come anche la merciaia signora Lidia da cui era cliente affezionata mia mamma. Dei negozianti sempre disponibili a consigliarti per il meglio o anche per fare due parole amichevolmente, delle persone che erano vere colonne portanti del vicinato e diventavano “di famiglia” come ormai non ne esistono più perchè è cambiato anche il nostro modo di vivere secondo me non in meglio.
La mamma mi ha portata a fare i buchi nelle orecchie dalla signora Jacqueline il giorno stesso in cui ho compiuto 8 anni ed è stato un regalo bellissimo che non mi dimenticherò mai perchè la signora era come se ti prendesse per mano per farti vivere quell’esperienza come una vera piccola Principessa e alla fine ti guardavi allo specchio e ti vedevi bellissima da sorridere felice anche se i lobi appena trafitti facevano ancora un po male … ma luccicavano splendenti! Sono tornata a farmi bucare da lei altre due volte per un totale di 5 fori fra i lobi e la parte alta del mio orecchio ed ogni volta è stata una bellissima esperienza anche se la prima volta resta la più emozionante.
La signora Jacqueline ha bucato le orecchie anche a mia sorella e mia cugina, ha fatto i secondi buchi ai lobi di mia mamma e di mia zia ma mi ricordo anche che tutte le mie compagne di scuola andavano da lei quando arrivava il momento di mettersi gli orecchini perchè si sapeva che era la più brava e che i buchi te li faceva a regola d’arte e ti dava anche tutti i consigli per farli guarire bene. Più che altro però ti faceva sentire speciale.
L’anno scorso ho finalmente fatto bucare le orecchie alle mie figlie che me lo chiedevano da un po e tutto è andato bene in farmacia ma se fosse stato possibile di sicuro avrei scelto di portare anche loro da Jacqueline alla quale sperando che mi leggerà vorrei mandare un grande saluto e dirle che mi metto sempre dei piccoli orecchini in tutti i fori che mi ha fatto e la porto nel cuore anche se lei non si ricorderà più di me. Conservo anche altri bellissimi bijou comprati nel suo negozio fra cui 3 braccialetti con le murrine colorate che adoro indossare in primavera estate.
Grazie per avermi ravvivato questi ricordi belli.
Buongiorno Sofia, sono stata molto felice di ricevere questa tua testimonianza che ho inviato anche alla Sig.ra jacqueline perchè so che le farà un gran piacere e so che già si sta interrogando e pensa anche di ricordarsi di te. Se mi autorizzi le invio anche il tuo indirizzo email nel caso volesse farti un saluto personalmente. Grazie infinite per aver raccontato e condiviso la tua storia. Hai avuto la fortuna di aver goduto della “mano fatata” di Jacqueline, devi esser felice! 🙂 un caro saluto marni
Buongiorno cara Marni e cara Sofia, che magnifica sorpresa !
Dopo l’incontro con Vittoria questo è il secondo inaspettato « miracolo » che si realizza grazie alla Guida Sogni. Cara Sofia, ho letto il tuo commento insieme a mio figlio Michel e ci siamo emozionati insieme alla tua testimonianza di affetto per quella profumeria che insieme a mio marito, purtroppo non è più fra noi, abbiamo curato giorno dopo giorno con passione e con amore per la clientela. Tanta nostalgia ma non sai quanto mi riscalda il cuore che a distanza di anni abbiamo lasciato un così bel ricordo. Per me è anche una bella carica mentre sto affrontando un percorso di riabilitazione impegnativo in seguito a un problema di salute grave ma che si è risolto bene per fortuna.
Sofia, io mi ricordo benissimo di te. Sei la bella figlia della signora Imma che mi era stata presentata proprio dalla mia amica Lidia della merceria insieme alla sorella Mina tua zia con cui si è creata subito simpatia. Quanto tempo, saranno passati qualcosa come 35 anni o più ?
Mi ricordo che tua mamma e tua zia volevano ricominciare a mettersi gli orecchini nei buchi ai lobi che avevano fin da quando erano piccine. Le ho aiutate a scegliere gli orecchini e « riaprire » i fori raffermati da parecchi anni di non utilizzo. Mi ricordo quando ti ho fatto i primi buchi ai lobi ed eri una bambina dolcissima. Prima che tua mamma ti portasse da me per il tuo compleanno ne avevamo parlato a lungo, è stata una decisione ben meditata : visto quanto eri attratta dagli orecchini lei voleva farti la sorpresa ma aveva tanta paura che ti facesse troppo male e che rimanessi in lacrime con un solo lobo forato, io l’ho rassicurata ed è bello sapere che dopo così tanti anni il ricordo di quell’esperienza è ancora così vivo e piacevole in te. Mi ricordo che a tua mamma piaceva tanto la « novità » dei doppi buchi osservandoli sui miei lobi ma ha preso coraggio per levarsi lo sfizio e lasciarsi fare i secondi buchi solo dopo avermi vista all’opera su di te. Poco tempo dopo se li fece fare anche tua zia Mina accompagnata dal marito che le teneva la mano per farle coraggio. Credo di non sbagliarmi se ti dico che mi ricordo anche la posizione dei fori che ho fatto a te : oltre ai due classici, quando ti sei fatta più signorina te ne ho fatto un secondo sul lobo sinistro e infine i due in alto sull’elice dell’orecchio destro. Sei stata una delle prime « coraggiose » a cui ho forato la cartilagine già con l’apparecchio nuovo e credo tu sia stata la prima a tornare per un secondo foro nella cartilagine, vuol dire che non ti avevo fatto troppo male e visivamente il risultato era molto aggraziato.
Mi ricordo bene anche di tua cugina Irene grande appassionata di make up esperta come poche, che ha trovato il coraggio per forarsi i lobi quando aveva già più di vent’anni ed eri venuta tu insieme a lei per farle coraggio. Di certo non mi ricordo questi dettagli di tutte le clienti a cui ho bucato le orecchie ma con voi c’era una simpatia speciale e ci avete accompagnati come clienti per profumi, cosmetica e bijoux per tanti anni : come potrei essermi dimenticata ?
Mi ricordo con tanta nostalgia tuo papà Simone che veniva a trovarci in negozio anche solo per il piacere di parlare con mio marito dell’ultima partita della Juventus passione di entrambi. Mi è dispiaciuto quando avete traslocato e gli incontri da noi in negozio si sono fatti via via più rari. Avrei tanto piacere se acconsentirai a farmi comunicare da Marni la tua mail per restare in contatto.
Sono felice che tu conservi ancora dei bijoux comprati da me, mi sono sempre impegnata molto nell’offrire di oggetti di qualità. Me li ricordo bene quei braccialetti con le murrine colorate, pensa che anche mia nuora ne conserva uno regalato da mio figlio quando erano ragazzi. Bella scelta il tuo tris di bracciali penso con nuances di colore diverse.
Se ci fossimo reincontrate un anno prima mi sarebbe piaciuto tanto offrirmi per forare i lobi delle orecchie alle tue bambine ( quanti anni hanno ? ) così come ho fatto con Vittoria, cara ragazza incontrata grazie a Marni. Non lo faccio più professionalmente da quando abbiamo dovuto chiudere il negozio e purtroppo adesso non lo posso più fare neanche amichevolmente a causa del problema di salute che ha reso la mia mano destra non più « fatata » ma bisognosa di terapia riabilitativa.
Sofia, è stata una dolcissima sorpresa incontrarti dopo tutti questi anni per tramite Marni. Ti abbraccio forte e sperando di trovare tutti in buona salute abbraccio tutta la tua bella famiglia.
… e cara Marni grazie ancora per questi miracoli !
Mi sono commossa cara jacqueline. Sono doppiamente felice di essere stata il tramite per questo incontro con Sofia dopo quello con Vittoria, ma sapevo che la sua mail ti avrebbe fatto piacere e maggiormente rivitalizzata. Non so che dire (e ce ne vuole per questo 😉 se non che dobbiamo concederci di credere che nella vita esista anche un pizzico di magia che intreccia le nostre storie e i nostri destini come avviene anche qui nella Guida Sogni. Un saluto e un abbraccio a te cara. Tornerai ancora a dispensare gioia a chi ti sta attorno come stai già facendo con le persone che ti amano. marni
Buongiorno signora Marni. Settimana scorsa avevo lasciato un commento di risposta che non è stato pubblicato ma spero che possa essere recuperato. Mi farebbe piacere se la signora Jacqueline lo leggesse ma la cosa più importante è che davo la mia autorizzazione ad inviarle il mio indirizzo mail per poterci contattare in modo personale. Siccome avevo lasciato un indirizzo mail temporaneo che adesso è scaduto riscrivo questo messaggio con sotto indicato il mio indirizzo effettivo e con la speranza di riuscire col suo aiuto a stabilire il contatto.
La ringrazio molto.
Buongiorno Sofia, sarà mia premura inviare il tuo indirizzo email in privato a Jacqueline. Qui sulla guida sogni non appaiono i vostri indirizzi per una questione di privacy ( li vedo solo io). Purtroppo il commento di risposta di cui parli non l’ho proprio visto, mi dispiace, forse c’è stato un errore e si è cancellato. Se vuoi reinviarlo ….un caro saluto Marni
Buon giorno gentile cara Marni. Torno a scrivere a distanza di quasi 2 mesi dal mio primo messaggio perchè voglio condividere i miei progressi e l’inizio di un importante percorso personale di rinnovamento con tutti i lettori della Guida Sogni ma in particolare con le lettrici trattandosi del disagio con cui ho vissuto per anni la mia femminilità all’ombra di un esempio materno per nulla in sintonia col mio modo di essere come era emerso in modo evidente alla tua esperienza e sensibilità dal sogno molto problematico che ti avevo sottoposto. Cara Marni, mi hai fatto capire perchè quel sogno era così problematico e importante attraverso i simboli con cui il mio inconscio si manifestava e mi hai messa di fronte alla necessità di impegnarmi in un cambiamento di atteggiamento non semplice da attuare ma di cui ho iniziato presto a sentire i benefici in me e nelle relazioni con gli altri provando finalmente a camminare a testa alta accettandomi per quella che sono e accettando col sorriso anche la mia fisicità che avevo sempre percepito come ingombrante. Non lo considero un punto di arrivo ma un bellissimo punto di partenza o per usare le tue parole un seme gettato che germoglierà dentro di me.
Considerato come in quel sogno fosse presente il simbolo degli orecchini che mi hai dato modo di approfondire attraverso altri articoli avevo espresso il desiderio di celebrare la conquista di consapevolezza con un nuovo foro all’orecchio stavolta assaporando con pienezza il fascino di questo antico rituale diversamente dall’esperienza dei miei primi fori fatti senza passione solo perchè così fan tutte, di cui mi era rimasto un ricordo molto sgradevole e doloroso. Mi sarebbe piaciuto che a farmi il nuovo foro fosse qualcuno che assomigliasse alla adorabile Jacqueline del bell’articolo che mi avevi suggerito di leggere ma non avrei mai potuto immaginare che mi avresti davvero messa in contatto con lei e che sarebbe stata proprio quella Jacqueline a farmi il nuovo buco o meglio i nuovi buchi perchè alla fine ho scelto di farmi fare un secondo forellino ad entrambi i lobi felice di aver fatto chilometri in auto per raggiungerla e conoscere questa donna coraggiosa, affascinante e dalla profonda sensibilità femminile con cui si è subito stabilito un clima di confidenza amicale. Non dimenticherò il bellissimo pomeriggio trascorso con lei esattamente una settimana fa per le belle qualità umane (che vi accomunano entrambe) e non solo per i due punti luce che mi piacciono da morire e che Jacqueline mi ha inserito nei lobi quasi senza dolore con quelle sue mani fatate che testinoniano esperienza sensibilità e cultura rendendo tutto così piacevole e ricco di significato.
Per rispetto a Jacqueline voglio sottolineare che la foratura dei miei lobi è stata effettuata in via amichevole e del tutto eccezionale da una gentile signora che da qualche anno ormai non fa più questo professionalmente. Avere incontrato te e Jaqueline ha reso possibile una magia fatta di complicità e sorellanza fra generazioni che va molto oltre ciò che avrei potuto sperare scrivendoti quel mio sogno e che sarà mio compito continuare a far lavorare in me.
Ci troviamo nei giorni delle festività pasquali. Credenti o no la Pasqua è simbolo di resurrezione e di rinnovamento. Ciò che posso testimoniare con la mia esperienza di questi due mesi scorsi è che a volte il rinnovamento di cui abbiamo bisogno va cercato anzitutto in noi stessi ma per poterlo fare occorre rendersene conto o incontrare sulla propria strada qualcuno che ci possa dare gli input giusti per avviare questo processo. Grazie Marni e grazie Jaqueline per aver voluto essere le mie splendide Madrine.
Auguri di buona Pasqua a voi ed ai vostri cari e tutte le persone che seguono la Guida Sogni.
Buongiorno cara Vittoria, ricambio gli auguri di buona Pasqua anche se in ritardo e a nome anche di tutti i lettori della Guida Sogni. Ho deciso anche di spostare questo tuo commento sotto all’articolo che riporta l’esperienza di Jacqueline, mi sembrava più indicato. Grazie per averci raccontato la tua esperienza e per questa bella storia che ci fa capire che piccoli gesti mettono in movimento situazioni sorprendenti e ricche di “magia”. Ringrazio te e ringrazio Jacqueline per aver contribuito a questa felice simmetria e mi sento onorata di farne parte. Spero di avere presto l’opportunità ed il tempo di riassumere per intero la tua/vostra esperienza, affinchè resti come testimonianza di quello che la vita ci offre se solo abbiamo il coraggio di muoverci anche di poco da posizioni ormai acquisite. Un abbraccio a te e a jacqueline marni
Buongiorno care Marni e Vittoria, io vi ringrazio entrambe per la bellissima occasione in cui ho avuto l’onore di essere stata coinvolta, un evento del tutto inatteso ma « magico » che ha messo in moto una catena di « connessione femminile » che Vittoria ha così ben raccontato in cui io personalmente ho ricevuto più di quanto ho dato e spero che sia stato lo stesso anche per ciascuna di voi. Certo che da quando sono andata in pensione i fori alle orecchie non li eseguo più come professione ma ho conservato la mia ultima pistola e qualche orecchino fora-lobo per ricordo di tempi belli e grazie all’intervento di Marni, questa volta sono stata molto felice di conoscere ed accontentare amichevolmente una ragazza deliziosa sotto ogni aspetto come è Vittoria, che meritava un premio al percorso di rinnovamento personale che ha intrapreso con tanta determinazione.
Vittoria, ti faccio gli auguri più belli e ti ringrazio per le parole belle nei miei confronti però come ti ho già detto non ho « mani fatate » ma anche tu mi hai confermata nella convinzione che l’anestetico più efficace è la bella atmosfera, la connessione intima che riesci a creare attorno a quel momento così particolare che è la foratura delle orecchie : ciò che ti fa vivere una procedura che non è indolore con l’emozione e la vera gioia di un passo importante per la tua femminilità.
Marni, sono d’accordo con te : l’esperienza di Vittoria può davvero essere una bella testimonianza per molte lettrici e sarà bello se avrai l’opportunità di raccontarla in modo completo.
Un abbraccio e grazie davvero ad entrambe !
Jacqueline
Grazie cara Jacqueline, un pochino di “polvere di fata” io credo che tu l’abbia conservata o meglio, credo che sia innata in te, forse non ne sei consapevole e la vediamo solo noi 🙂 E’ stato molto bello quello che hai fatto. Un abbraccio a tutte e due. Sarete coinvolte nella stesura dell’articolo quando potrò dedicarmi nuovamente alla scrittura. A presto marni
Buon giorno cara Marni. Sarà bello essere nuovamente coinvolte quando riuscirai a dedicarti all’articolo. Per il momento ti ringrazio di aver spostato il mio commento qui sotto l’articolo dedicato a Jacqueline. Mi ero domandata io stessa se non fosse meglio venire a scrivere direttamente qui la mia esperienza ma non l’ho fatto per discrezione temendo che non fosse opportuno ed era giusto che questa decisione la prendessi tu che della Guida Sogni sei la splendida padrona di casa. Grazie anche per aver corretto il mio nome da Vicky a Vittoria, il mio nome vero che è molto più in sintonia col mio proposito di camminare a testa alta del nickname che avevo usato più per timidezza che per discrezione nel raccontarti un sogno “pesante”. E grazie per avere espresso ciò che anch’io penso di Jacqueline: quella preziosa “polvere di fata” è un qualcosa di innato e lei te ne regala un pizzico con naturalezza e sincera modestia compiendo ancora una volta la dolce magia con cui negli anni ha reso tante donne più belle fuori e dentro.
Un bacio alle mie due splendide Madrine, a presto.
buon giorno Marni !
sono una ragazza ventiduenne e la scorsa settimana ho fatto un sogno bello e solare come non mi succedeva da tanto tempo, un sogno che ha avuto delle conseguenze belle. continua a leggere l’articolo Sognare cerchi d’oro alle orecchie Il sogno di marieclaire
Che bello che anche tuo padre abbia partecipato, seppur indirettamente, a questo momento di complicità femminile, bello che abbia deciso di comprarti gli orecchini d’oro. E’ un omaggio alla tua femminilità e un modo per riconoscere che sei una donna adulta ( anche se per lui sarai sempre la sua bambina). Grazie per aver condiviso tutto ciò. appena posso creo un articolo con questa tua bella esperienza. Ti mando un caro saluto e un abbraccio Marni
Buongiorno Marni,
se mi è consentito anche io mi intrometto perché penso che sia molto interessante il discorso che si è avviato sulle diverse tradizioni legate ai territori che è stato introdotto da Beppe. Continua nell’articolo Sognare di bucare le orecchie a una ragazza con un ago
Grazie cara jacqueline, sei una vera miniera di informazioni 🙂 e quante interessanti esperienze! Penso proprio che ricaverò un nuovo articolo da tutto ciò così da metterlo più in evidenza per gli altri lettori. Un abbraccio e sempre grazie marni
Buonasera Marni,
sono la Bertina del sogno linkato all’interno dell’articolo qui sopra e chiedo scusa se mi “intrometto” fra i commenti non per raccontare un mio sogno ma per ringraziare Jacqueline per il bellissimo racconto di uno spaccato di vita che, a partire da un sogno ricorrente, si è rivelato estremamente coinvolgente e ricco di implicazioni a vari livelli.
Altrettanto coinvolgente è la storia di intimità famigliare narrata da Beppe. Continua nell’articolo Sognare di bucare le orecchie a una ragazza con un ago
Cara Bertina, grazie infinite per il tuo commento e per l’esperienza che condividi con noi. Una delle più belle originata da un sogno. Il tuo inconscio ti vuole bene 😉 A parte gli scherzi, è stato molto bello anche per me ( e spero anche per i lettori ) seguire il tuo percorso ed immaginare la bella e nuova complicità nata dal tuo sogno con gli orecchini di perla. Vedremo se il tuo commento e quelli di Jacqueline e Beppe stimoleranno nuove esperienze. Grazie a tutti per questo arricchimento continuo. Un abbraccio marni
buongiorno signora Marni.
sono rimasto molto colpito da questo racconto della signora Jaqueline e le spiego il perchè: io ho 71 anni e provengo da una famiglia contadina del nordovest, in campagna ci ho vissuto la mia infanzia ed adolescenza ed in quella cultura campagnola era ancora viva una tradizione che nelle città si era persa credo già prima della guerra, cioè da noi in campagna al momento deciso dalle donne di famiglia – Continua nell’articolo Sognare di bucare le orecchie a una ragazza con un ago
Buonasera Beppe, grazie per aver contribuito a questo argomento con la tua interessantissima storia e con il tuo punto di vista maschile. Non conoscevo questa tradizione anche se io faccio parte della generazione di “fanciulle” a cui le orecchie sono state forate in tenera età (da neonata) e nello stesso modo che hai così ben descritto. E’ anche molto interessante la tua attrazione per questo rito ed i tuoi sogni che confermano l’aspetto seduttivo ed erotico di questa pratica. GRAZIE davvero , spero veramente che tutti possa no leggere il tuo commento e cercherò di metterlo in evidenza in ogni modo. Buona serata e buon ferragosto 🙂 marni
buonasera Marni.
grazie a te per l’attenzione che hai riservato al mio commento. è vero che dal punto di vista maschile ho sempre avuto una attrazione – direi proprio: una fascinazione – per questa tradizione come l’avevo vista mettere in pratica in gioventù e poi ancora proprio per gli orecchini in genere, che ho sempre visto come un oggetto affascinante Continua nell’articolo Sognare di bucare le orecchie a una ragazza con un ago
Buongiorno Beppe e grazie per quest’ulteriore precisazione. Io spero che la tua curiosità di sapere se altri uomini sentono la tua stessa attrazione venga raccolta da qualche lettore. Ho pubblicizzato articolo e commento su FB e quindi spero che venga letto. Ma come per il sogno di Jacqueline si potrebbe trasformare questi commenti in un articolo così da metterli maggiormente in evidenza. Anche io sono curiosa di avere altri punti di vista maschili su questo tema che è sempre di grande impatto, perchè va a toccare riti ancestrali ma anche tradizioni legate al territorio.Cosa ne pensi? Grazie e a presto marni
buongiorno Marni, così come ho trovato molto interessante Jaqueline e pure il bel racconto di Bertina è sicuro che sono io stesso curioso di leggere degli altri punti di vista – anche maschili –Continua nell’articolo Sognare di bucare le orecchie a una ragazza con un ago
Grazie a te Beppe per il tuo commento e per la disponibilità, sì anche io sono curiosa di sapere se ci sono altre tradizioni legate ai fori alle orecchie. Spero di riuscire a preparare un buon articolo che metta ben in evidenza la tua esperienza così da stimolare altri lettori a partecipare. Un caro saluto e a presto marni