Per capire cosa sono gli archetipi e quale sia la loro funzione nella psiche individuale è necessario risalire alla cultura greca. Jung, partendo dalla filosofia di Platone, riprenderà termine e concetto di archetipo adattandolo alla sua psicologia analitica e facendo degli archetipi il cardine della sua dottrina e la scoperta più sorprendente in ambito psicoanalitico.
Il termine archetipi deriva dal greco archetypos formato da arche che sta per principio/origine e da typos che significa modello/esemplare.
La formulazione ed il PRIMO concetto di archetipo risale infatti alla filosofia tardo ellenistica e designa i modelli originari e le forme che assumono gli aspetti comuni (appartenenti a tutti) della vita umana.
Modelli primordiali inscrivibili in una cornice trascendente perchè considerati, allora, emanazione della volontà divina.
Termine e concetto furono ripresi dalla psicologia analitica di Jung che li adattò ai territori della psiche allo scopo di dare un nome alle forme ed agli istinti arcaici la cui presenza era evidente nella cultura, nella storia, nella mitologia, nell’esperienza dell’uomo.
Il concetto di archetipi junghiano si può considerare il fulcro della sua dottrina ed un contributo fondamentale nella storia della psicoanalisi e delle correnti psicologiche che ne sono derivate.
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Concetto di archetipi
Gli archetipi sono simboli primari che riflettono concetti ed istinti primordiali, forme del pensiero e dell’immaginario presenti nell’inconscio come:
- un’impronta genetica
- un’eredità tramandata di generazione in generazione fin dalla notte dei tempi
- un frammento di DNA psichico che caratterizza l’individuo come abitante del pianeta terra.
Gli archetipi, quali modelli di comportamento innati, si manifestano come schemi dominanti nella vita dell’uomo, in ogni cultura e in ogni razza.
Hanno un’eco nei miti, nelle favole, nelle leggende, sono la manifestazione simbolica delle stesse energie primarie che originano ed animano i comportamenti dell’uomo.
Come accade “al pulcino che non ha bisogno di imparare il modo con cui uscirà dall’uovo, esso lo possiede a priori“.(*) così l’uomo non ha bisogno di conoscere gli archetipi per farne esperienza.
Anche gli archetipi lo possiedono a priori e ne governato i comportamenti così come presenziano i cicli naturali.
Le definizioni di archetipi di Jung
”Gli archetipi sono modelli funzionali innati costituenti nel loro insieme la natura umana”.
(Simboli della trasformazione in Opere vol.V Boringhieri To 1970)“Il concetto di archetipi è derivato dalla ripetuta osservazione che, ad esempio i miti e le fiabe della letteratura mondiale contengono certi motivi che ritornano sempre e dovunque.
Incontriamo gli stessi motivi nelle fantasie, nei sogni, nei deliri e nelle allucinazioni degli uomini di oggi.
Tali immagini e collegamenti tipici vengono denominate rappresentazioni archetipiche. Quanto più distinte sono tanto più hanno la proprietà di essere accompagnante da toni affettivi particolarmente intensi.
Esse ci impressionano, influenzano, affascinano. Provengono dall’archetipo, di per sé senza forma immaginabile, una preformazione inconscia, che sembra appartenere alla struttura ereditaria della psiche e che perciò può manifestarsi dovunque anche come fenomeno spontaneo”.
(Das Gewissenin psychologischer Sicht, in Das Gewissen, Studien aus dem Jung-institut, Zurich 1958 pag. 199)“L’archetipo in sé è un elemento vuoto, formale, che non è altro che una facultas praeformandi, una possibilità di rappresentazione data a priori.
Le rappresentazioni non vengono ereditate, ma vengono vengono ereditate solo le forme che a tal riguardo corrispondono esattamente agli istinti, anch’essi determinati formalmente.
L’esistenza degli istinti non può essere provata, così come quella degli archetipi in sé, fino a che non si manifestino in concreto.”
(Von den Wurzeln des Bewusstseins, 1954 pag 95)(*) Jung Simboli della trasformazione in Opere vol.V Boringhieri To 1970 pag.322)
Queste dichiarazioni sono raccolte nel glossario di “Sogni ricordi riflessioni” curato da Aniela Jaffè.
Jung amava dare definizioni sempre diverse dello stesso concetto, ampliando e parafrasando con l’intenzione di non rinchiuderlo in una gabbia razionale, ma di conferirgli quel senso di mistero e di inesplicabile che, nella sua visione, è da assegnarsi a tutti i fenomeni della vita psichica.
Senso di mistero e di inesplicabile che si attribuisce a pieno diritto al concetto di archetipo e che non ne sminuisce il valore o l’influenza nella vita dell’uomo.
Archetipi ed inconscio collettivo
La formulazione del concetto di archetipi va di pari passo con quella di inconscio collettivo.
Se gli archetipi sono modelli collettivi arcaici per esercitare un’influenza globale devono avere uno spazio che prescinda la psiche individuale.
Questo spazio è l’inconscio collettivo.
Possiamo immaginare l’inconscio collettivo come un grande fiume che tocca ogni sponda ed in sé contiene tutto ciò che era presente alla sorgente o come un contenitore “virtuale” che riunisce ogni individualità, storia e cultura in un comune processo.
Gli archetipi che abitano l’inconscio collettivo sono qualcosa di molto più profondo del simbolo sempre legato all’esperienza e alla cultura individuale, sono l’energia primigenia che sottende il simbolo, il seme grazie a cui il simbolo si manifesta ed evolve.
Come si esprime l’energia archetipica
L’ energia archetipica si esprime in ogni esperienza umana, si evolve da una matrice innata ed inconscia, si manifesta come simbolo e in seguito come sentimento ed emozione.
Le emozioni che emergono dal contatto con l’archetipo sono il livello più cosciente dell’energia archetipica, sono ciò che affiora e viene riconosciuto come dolore, amore, entusiasmo, passione, estasi ecc.
Gli archetipi nei sogni e nella realtà umana
L’individuo sperimenta il potere degli archetipi nei sogni ed in ogni fase della sua vita:
- nel momento in cui lascia la casa di origine per avventurarsi nel mondo si confronta con l’archetipo del viaggio
- quando si innamora vive la forza del femminile o del maschile
- quando diventa genitore si confronta con l’archetipo della grande madre e del padre
- di fronte ad un pericolo, insieme alla paura respirerà l’archetipo del nemico
- nel tentativo di reagire e superare le difficoltà vivrà l’archetipo dell’eroe
- in ogni percorso di consapevolezza e ricerca interiore si radicherà la percezione dell’archetipo centrale: il Sé.
Così nei sogni ogni archetipo si manifesterà nei diversi simboli in grado di condurne l’energia: donne e madri, uomini sconosciuti, vecchi e bimbi, maghi ed eroi, assassini, serpenti ecc.
Gli archetipi principali
Gli archetipi principali (da cui originano tutti gli altri), sono sette e si considerano in coppie di opposti:
Mentre l’archetipo del Sé, nucleo fondamentale dell’individuo, sarà centrale ed isolato, ma in tensione dinamica con tutti gli altri.
Relazione fra archetipi principali e archetipi secondari
Ogni archetipo principale mantiene le sue qualità energetiche e la sua “purezza” solo sul piano del logos.
Nel momento in cui si manifesta nella realtà e diventa “esperienza”, la sua energia entra in relazione prima di tutto con l‘archetipo del Sé, simbolo dell’unicità ed universalità dell’individuo e in seguito con le altre coppie di archetipi con i quali crea rapporti di opposizione o reciprocità.
Così, nel percorso da un polo all’altro di due archetipi principali, emergeranno forze altrettanto importanti e capaci di influenzare la vita e i sogni dell’individuo: gli archetipi secondari.
Ad esempio, sulla linea immaginaria che si crea fra Maschile e Femminile avremo gli archetipi secondari del:
- Grande Padre
- Senex
- Vecchio Saggio
- Mago
- Dio
- Gesù Cristo,
- Puer aeternus il bambino eterno.
E continuando il percorso verso il traguardo opposto dell’archetipo femminile troveremo:
- la Madonna
- la Vecchia saggia
- la Sciamana
- la Nonna
- la Grande Madre
Ma se lo stesso archetipo del Maschile entra in relazione con quello del Nemico e dell’Eroe, nella linea immaginaria che va verso l’Eroe troveremo la forza potenziante del:
- Fallo
- di Zeus
- Re
- Cavaliere
Mentre verso l’archetipo del Nemico avremo l’energia contratta:
Lo stesso percorso dal Femminile verso l’Eroe, porterà all’energia:
Mentre andando verso il polo del Nemico troveremo:
- la Strega
- la Matrigna
- la Maga
- Kalì
- Lillith
- il Sabba
- l’energia della depressione
- della malattia
- della pazzia
Nello stesso modo possiamo analizzare le relazioni con gli altri archetipi principali, opposti e non, possiamo esercitarci nell’individuare gli archetipi secondari e le diverse energie che ci conducono da una polarità all’altra.
Annotando le nostre scoperte, riportandole sotto forma di schema su un foglio, saremo in grado di costruire un personale “diagramma di flusso” che rifletterà le nostre percezioni e la nostra esperienza degli archetipi, la struttura della nostra psiche e le energie archetipiche che ne conseguono (e che agiscono nella vita e nei nostri sogni).
Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione del testo
(*) Jung Simboli della trasformazione in Opere vol.V Boringhieri To 1970 pag.322
La tavola con il campo unificato degli archetipi è tratta da S.K.Williams Manuale e di interpretazione dei sogni pag. 245
Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione del testo
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Caro lettore spero che questo articolo abbia contribuito a chiarire il tuo concetto di archetipi e stimolato a saperne di più. Nella Guida Sogni troverai approfondimenti sugli archetipi principali e sulla funzione dei simboli. Buona lettura e grazie se ora
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Sogno un uomo che ho amato nel passato, dal liceo all’università, senza mai stare insieme. La maggior parte delle volte, non sempre, gli confesso il mio amore e finalmente ci amiamo, ed è una sensazione meravigliosa, troppo appagante, tanto che al risveglio sto male per alcuni minuti perchè scopro essere solo un sogno. Altre volte sono sogni più vaghi. Sono sposata da molti anni con un altro uomo e sono felice. Ma non riesco a liberarmi di questo sogno. Come posso farlo??
SAlve Maria, prima di tutto devo dirti che chiedo espressamente a tutti di aprire il proprio commento salutando, quindi lo chiedo anche a te per il futuro, dato che io non sono un robot e ci tengo a mantenere in questo spazio un clima cordiale ed educato. Poi mi scuso per il ritardo nella risposta, ma nei mesi scorsi ho avuto impegni improrogabili che mi hanno tenuta lontana da questo lavoro, per cui mi si è creato un arretrato di centinaia di sogni che solo ora cerco di affrontare contando sul fatto che interessino ancora chi mi ha scritto. Se anche tu sei ancora interessata a sapere qualcosa del tuo sogno dovresti dirmi qualcosa di più su questo uomo del passato che hai amato, che tipo era? Che qualità e difetti aveva (secondo la tua percezione)? Cos’era, in particolare che ti affascinava tanto in lui? A presto Marni
Buongiorno,
mi scuso anche io per non aver salutato, in effetti non mi capita spesso di scrivere in questi contesti 😀
Questo ragazzo era brillante, molto intelligente e a tratti geniale, credo che questo fosse il tratto che mi affascinava di più, la sua testa.
Si sono ancora interessata a questa interpretazione, grazi mille!
Buongiorno Maria, grazie per la risposta e scuse accettate 🙂 Questo uomo che ritorna nei tuoi sogni porta a galla il bisogno -desiderio che tu hai di questi aspetti nel tuo coinvolgimento con il “maschile”. Questo significa che intelligenza e a tratti “genialità” ( che sono componenti di una personalità che possiamo definire “brillante) ti mancano o nei rapporti che tu hai con gli uomini che ti circondano ( e molto probabilmente con tuo marito). Oppure che questi aspetti tendi a non vederli e a non riconoscerli in TE STESSA e tendi a proiettarli su qualcuno lontano nel tempo e lontano dalla tua realtà così da non dover prenderti la responsabilità di portarli a galla o di apprezzarli nell’altro. ti spiego meglio, è possibile che questo amico geniale che nel sogno ami e da cui sei riamata , sia l’espressione di una parte di te altrettanto brillante che però nella tua realtà non ha uno spazio adeguato che non riesce ad esprimersi. Ti invito a riflettere su queste possibilità. Un caro saluto Marni