Che valore hanno le immagini dei sogni e delle fantasie che ruolo che giocano nella nostra esperienza della realtà? Questo articolo prende considerazione il significato delle immagini oniriche e fantastiche ed il pensiero di alcuni “grandi” al riguardo.
In questo spazio dedicato ai sogni, ai simboli e ai possibili significati mi capita di dare per scontato il valore delle immagini dei sogni pur citandole, analizzandole, lasciandole evolvere nel contesto del sogno e del suo racconto.
Ma le immagini sono il tessuto portante di sogni e fantasie (e della realtà) sono ciò che muove l’emozione. Sono immediate come immediato è, nel mondo materiale, il contatto visivo con i colori e le forme, anche quando fuggono il controllo e la comprensione della mente razionale.
Le immagini dei sogni
Possono esser paragonate a opere d’arte create da un “artista interno” originale e un po’ pazzo che assembla pezzi dell’esperienza diurna (fatti, persone, pensieri, oggetti) creando un’unica condensata narrazione che ci presenta ogni notte nei sogni.
- Ma siamo sicuri che le immagini dei sogni nascano e si definiscano solo con l’intento di farsi capire?
- Di diventare consce?
- Di trasformarsi nuovamente in pezzi di realtà da offrire in pasto alla mente razionale?
Il significato delle immagini dei sogni
Il significato delle immagini dei sogni (e della fantasia) è in ciò che sanno suscitare e che mettono in moto dentro il sognatore, inutile creare etichette, deleterio ricercare “traduzioni” per immagini la cui magia E’ il significato, e resta compresa in se stessa.
Come tale va sentita, gustata e ringraziata quale risorsa della nostra limitata, ma intensa esperienza del mondo fenomenico.
James Hillmann sostiene che:
Da un lato l’immagine è il riflesso e interno di un oggetto esterno. Dall’altro, e questa è l’accezione che Jung predilige, le immagini sono la materia stessa della realtà psichica…
Le immagini sono “interne”, “arcaiche” , “primordiali”; la loro fonte ultima è negli archetipi e a noi si mostrano nel modo più caratteristico nella formulazione del mito….
Poichè le immagini forniscono il fondamento della coscienza ad esse ci rivolgiamo per capire le cose di fondo. ( 1)
Ecco spiegato il valore delle immagini dei sogni e delle fantasie che diventano nucleo portante di tutta dell’intelligenza e l’esperienza umana.
Le immagini dei sogni James Hillmann
E continua James Hillman parlando delle immagini dei sogni:
“Con la nostra prospettiva, i sogni possono appartenere alla teoria che più ci aggrada (quella di Freud, di Jung di chiunque altro) perchè le narrazioni meta-psicologiche che spiegano i sogni (loro natura, funzione, dinamica, simbolismo) sono irrilevanti per il sogno e per le sue immagini.
Qualunque teoria va bene purché non interferisca con la coerente prospettiva infera del sogno inteso come immagine” (2)
Sogni come immagini ed ecco ribaltata la prospettiva da cui partiamo ricercando il significato delle immagini considerando le immagini dei sogni accessorie e subalterne alla produzione di significati.
Le immagini dei sogni Aldo Carotenuto
Dopo questa premessa sul valore delle immagini nei sogni e nelle fantasie presento un vecchio articolo di Aldo Carotenuto intitolato “Le immagini più delle parole possono raccontare le ossessioni”. ( 3)
Articolo centrato sul valore dell’immagine dei sogni e delle fantasie che questo valore presenta come strumento di indagine e di risoluzione della realtà.
Che l’immagine emerga dall’esperienza diurna, dalla fantasia o dal vasto mondo onirico, assume un valore di paradigma per quanto attiene l’esplorazione e la conoscenza dei moti interiori, dei meccanismi di difesa, delle dinamiche del passato.
Ecco allora che i sogni, miniera inesauribile di immagini, divengono una via affascinante da seguire, un filo di Arianna con cui avanzare nei labirinti dell’inconscio.
Le immagini più delle parole
“Osservare significa entrare in contatto con la realtà: scorgere lo scorcio di un paesaggio e intuirne la struttura, essere catturati dal sorriso sbilenco di un anziano e sospettarne la saggezza e la sotterranea amarezza.
Ma significa anche lasciare che nella nostra mente affiori un’immagine che, da sola, sappia raccontarci storie passate, a volte troppo lontane nel tempo, ma dal significato profondo e imperituro.
Come quella della giovane Sabina Spielrein – vicenda che il regista Faenza porterà di qui a poco alla conoscenza del pubblico – coinvolta in un intricato rapporto transferale con Jung, che la scuote con veemenza dall’interno.
Perché questo è il potere delle immagini: la capacità di raccontare storie e attraverso di esse lasciare che la vita sveli le proprie difficili dinamiche. E le storie degli uomini sono a volte cariche di gioia e di speranza, ma – purtroppo più spesso – mostrano ciò che la mente si rifiuta di sentire: la presenza della sofferenza e del dolore nella vita di ognuno. La presenza anche di un dolore così lacerante da indebolire la struttura stessa della personalità.
E allora le immagini, anche quelle cinematografiche, possono raccontare storie di follia, di tormenti e di ossessioni – e comunque continuano a raccontare storie di vita.
Si può imparare da tutto ciò?
Si possono comprendere attraverso la finzione, la simulazione, la recitazione le dinamiche vere e intricate che portano la mente a perdersi nei labirinti delle sue possibilità?
Oscar Wilde diceva che vivere significa impersonare un ruolo sul “palcoscenico della vita”, e in questo sta forse la chiave di lettura per comprendere quanta valenza conoscitiva – nonché catartica alla maniera del teatro greco – possa avere la proiezione di un film come mezzo formativo. Uno spaccato di vita e non un suo scimmiottamento.
Lasciar parlare l’immagine allora vuol dire aprirsi alla lettura delle possibilità dell’esistenza. E va bene che la fiction descriva, l’importante è che la “mostri”.
Osservarla, d’altra parte, significa lasciare che quelle immagini si immergano nell’animo dello spettatore e ne suscitino sensazioni e riflessioni, fino allo stimolo, alla conoscenza e all’approfondimento, che potrà esser riscattato altrove.
Ma quelle immagini, più di parole scritte o di una voce ascoltata con fugace distrazione, restano nella mente dell’individuo come figure, tracce, ricordi di esperienze vissute: come volti. ”
Parafrasando Carotenuto
Le immagini più delle parole ci offrono un senso, ci danno una direzione, ci definiscono.
E le immagini dei sogni e delle fantasie sono l’essenza stessa di un “centro” misterioso ma vitale attraverso cui processiamo ogni esperienza della nostra vita. Perchè come dice Jung:
“Ogni processo psichico è un immagine e un “immaginare” senza di che non potrebbero esistere nessuna forma di coscienza”. (4)
Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione del testo
NOTE
- J. Hillmann, Anima, Adelphi pag.125
- J. Hillmann, I sogni e il mondo infero, Adelphi pag. 241
- Il messaggero 23 febbraio 2002
- C.G. Jung, Psiche personalità, persona, anima, in Opere XI pag 555)
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Ciao Marni, come stai? È un po’ di tempo che non ci sentiamo. Secondo te cosa vuol dire sognare un libro pieno di immagini senza parole scritte? Le immagini erano simpatiche, rappresentavano paesaggi, animali visti da lontano, come in un documentario, scene dell’Egitto con faraoni, stelle e luna. Tutte queste immagini si muovevano, avevano un senso di profondità. Grazie, Marni, complimenti sempre per i tuoi articoli. Federica
Buonasera Federica, sto bene grazie 🙂 dovresti dirmi cosa provavi vedendo questo libro pieno di immagini. A presto marni