Ho affrontato l’argomento Grandi Sogni diverse volte per iscritto e durante le conferenze, ma desidero che un articolo su questo tipo di sogni, così raro ed affascinante, compaia anche nella nuova Guida Sogni. Così che i lettori conoscano e riconoscano questi sogni. 

grandi sogni

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L’appellativo Grandi Sogni non si riferisce alla loro durata, come si potrebbe pensare, ma alla loro eccezionalità. Ciò che li distingue è l’intensità delle immagini oniriche, la vividezza delle emozioni e la persistenza nel tempo all’interno della memoria del sognatore.

Si tratta di esperienze oniriche che rimangono impresse per tutta la vita e che possono essere richiamate con la stessa forza emotiva con cui un profumo evoca istantaneamente un ricordo significativo.

La natura dei Grandi Sogni

Si imprimono nell’anima con una forza straordinaria, capaci di attraversare il tempo senza sbiadire. Li chiamiamo Grandi Sogni, perché portano con sé un’impronta archetipica potente, un’eco che risuona nelle profondità psichiche e lascia un segno indelebile nel ricordo del sognatore.  Non vanno confusi con i sogni ricorrenti: i Grandi Sogni sono eventi unici, visioni solitarie che emergono dall’inconscio con un’intensità emotiva che trascende l’ordinario.

Si manifestano con immagini di straordinaria vividezza, talvolta incantevoli, talvolta inquietanti, e spesso segnano un momento di trasformazione interiore. Possono accompagnare una fase di passaggio, un rito di iniziazione dell’esistenza, l’elaborazione di una perdita o il risveglio di una nuova consapevolezza. Sono sogni che si raccontano con emozione, con un senso di pudore e di mistero, perché custodiscono verità profonde e intime.

Con il passare degli anni, i Grandi Sogni diventano più frequenti: emergono quando il corpo cambia, quando la vita chiede bilanci, quando il pensiero della morte si fa presenza silenziosa. È come se l’inconscio volesse offrire un ponte tra il vissuto e ciò che ancora attende di essere scoperto, tra il mondo concreto e una dimensione più spirituale dell’esistenza.

Eppure, questi sogni possono rivelarsi a qualsiasi età, perché il loro scopo è sempre lo stesso: guidare il sognatore verso un senso più profondo, offrire intuizioni che illuminano il cammino e ricordare che, anche nei momenti di transizione, l’anima continua a sognare.

Esempi di Grandi sogni

Ho registrato grandi sogni fatti da bambini dai 9 anni alla preadolescenza e, fra gli esempi, desidero citare il sogno fatto da una bambina di 9 anni sensibile ed intelligente, ma con una famiglia disfunzionale capace di frustrare ogni sua esigenza naturale di crescita.

Ho riportato lo stesso sogno sulla rivista online Il cofanetto magico in un altro articolo  che è un ulteriore approfondimento di questo argomento come l’articolo Sogni con i defunti già pubblicato in questa guida e che vi invito a leggere. Questo è il racconto del sogno fatto da Manuela all’età di 9 anni:

 

“Non ho mai dimenticato questo sogno, queste immagini sono ancora impresse nella mia memoria come le avessi sognate ieri, e mi basta richiamarle per sentire le stesse emozioni.

Ho sognato di svegliarmi e di essere in casa mia (casa dei miei genitori quando avevo 9 anni), tutti dormivano ancora, ma io sentivo di dovermi alzare, sono andata in cucina ed ho guardato fuori dalla finestra della veranda.

Il giardino era tutto di cristallo: alberi, erba, case, era un paesaggio incantato, fiabesco…non c’era neve né ghiaccio, solo la trasparenza perfetta ed etera del cristallo, e nell’aria una vibrazione sottile che dall’esterno arrivava fino a me.

Ero completamente assorbita ed anche un po’ impaurita da tanta bellezza, e pensavo che tutto era così bello ed io non me ne ero mai accorta. Mi dicevo che quella era la “vera” natura delle cose.

Ecco.. non ho mai potuto dimenticarlo questo sogno, e quando a volte mi sento giù e vedo il mondo pieno di brutture, mi basta ripensarci per recuperare quel senso di meraviglia e di bellezza “segreta”. (Manuela- Frosinone)

 

 

E’ facile comprendere come questo Grande Sogno sia stato per la bambina prima e per la donna poi, un sogno guida, che saputo sostenerla nei momenti di difficoltà e che le ha permesso di affrontare la vita senza arrendersi all’ignoranza e alla bruttezza.

Come accade per tanti Sogni si è trasformato in una risorsa interiore che, come una stella, ha guidato i suoi passi, ha condizionato le sue scelte e le ha consentito di “vedere oltre” l’apparenza delle cose.

La funzione dei Grandi Sogni

È naturale interrogarsi sul significato profondo di questi sogni straordinari.

  • Perché restano impressi nella memoria come frammenti incorruttibili del nostro vissuto interiore?
  • Cosa li rende così intensi, così potenti nelle loro immagini e nelle emozioni che suscitano?

L’ipotesi più affascinante è che i Grandi Sogni rispondano a un bisogno essenziale e urgente del sognatore, un’esigenza che va oltre la dimensione del quotidiano per intrecciarsi con il senso più ampio dell’esistenza. Sono sogni che sembrano emergere come una bussola dell’anima, capaci di orientare il cammino interiore e riconnettere la coscienza a un disegno più grande.

La prospettiva freudiana

Freud, nell’Interpretazione dei sogni, attribuisce al sogno una funzione utilitaristica, citando il pensiero di un altro studioso che riconosce nel sognatore un nucleo sensoriale vitale, indipendente dalla coscienza diurna. Sebbene non parli direttamente dei Grandi Sogni, questa prospettiva ci aiuta a comprendere come l’esperienza onirica possa estendersi oltre i confini della razionalità, liberandosi dai condizionamenti della realtà oggettiva per accedere a una dimensione più ampia e profonda.

“Si possono inserire in un terzo gruppo quelle teorie che attribuiscono alla psiche durante il sogno la capacità e la tendenza a svolgere determinate attività che, allo  stato di veglia, è parzialmente completamente incapace di compiere.

La messa in opera di tali facoltà fornisce in generale al sogno una funzione utile. La maggior parte delle valutazioni sul sogno date dagli psicologi più antichi è raggruppabile in questa categoria.

Mi limiterò a citare un passo da Burdach secondo il quale “Il sogno è l’attività naturale della psiche che non viene limitata dal potere dell’individualità, che non viene turbata dall’autocoscienza e nemmeno diretta dall’autodeterminazione, ma dalla vitalità dei centri sensoriali che operano liberamente.” ( 1)”

 

 

E se nel brano riportato sono i centri sensoriali che operano liberamente creando i sogni, possiamo pensare che anche i Grandi Sogni rispondano ad un bisogno dell’individuo “olistico”, in cui mente e spirito, corpo ed emozioni seguano lo stesso percorso e la stessa direzione trasformativa.

E rispondano alla necessità di linee guida archetipiche che, pur senza definirsi o senza svelarsi, portino il sognatore in una direzione piuttosto che in un’altra. O che sappiano restituirgli il senso del suo essere e del suo esistere in mezzo agli altri.

Che lo portino a confrontarsi con temi che fino ad allora ha fuggito.

Possiamo affermare allora che questi Sogni hanno una funzione legata all’individuazione e che, più di altri sogni, sanno muovere il sognatore verso orientamenti evolutivi.

Come riconoscere i Grandi Sogni

I Grandi Sogni si distinguono dai sogni ordinari per la loro natura profondamente evocativa e distante dall’esperienza personale del sognatore. Le immagini che li compongono sembrano sganciarsi dalla realtà quotidiana per proiettarsi in una dimensione numinosa, dove il senso del sacro e del mistero si intrecciano.

In essi si muovono energie archetipiche, figure sovrannaturali, simboli dal potere ancestrale, scenari fiabeschi o fantastici che rimandano a una dimensione trascendente dell’esistenza. Queste visioni oniriche possono suscitare meraviglia ed esaltazione, ma anche un senso di spaesamento e inquietudine, perché portano con sé un’intensità che sfida la razionalità e lascia il sognatore con un interrogativo profondo:

Come è possibile che io abbia sognato queste cose? Da dove provengono? Non ho mai visto, letto o immaginato nulla di simile.”

Sogno di uno psicoanalista

Ed è proprio così: i Grandi Sogni emergono da un luogo interiore sconosciuto, da una sorgente psichica che trascende il vissuto conscio. Come la bambina che sogna un mondo di cristallo mai visto prima, o come lo psicoanalista che, narrando il proprio sogno – senza dubbio un Grande Sogno – si ritrova a confrontarsi con una realtà interiore che lo supera, lo interroga, lo guida:

“Ho avuto questo sogno nel periodo della mia formazione psicoanalitica a Zurigo. La sera precedente, avevo parlato con un amico  dell’ansia che entrambi provavamo all’idea di interpretare i sogni altrui.

Questo sogno costituisce per me un grande mistero. Nel sogno io ero me stesso, eppure non lo ero.

L’Io del sogno possedeva una saggezza ed una conoscenza che non mi appartengono. Era come se l’Io che ero io nel sogno partecipasse alla nostra discussione e ci fornisse elementi di comprensione.” (2)

 

Questi esempi fanno pensare che i Grandi Sogni contengano in sé anche una componente compensativa, che sappiano quindi equilibrare, con questa energia archetipica e collegata all’inconscio collettivo, i momenti della vita più banali, svuotati di significato, bisognosi di guida e di illuminazione, di riflessione e di confronto con temi universali.

Jung e i Grandi Sogni

Ma è soprattutto con Jung, la scoperta degli archetipi, il concetto di inconscio collettivo e di archetipo del Sè come centro unificatore della coscienza, che i Grandi Sogni acquistano definizione e possono esser compresi e paragonati ad un processo attraverso cui passa la consapevolezza del sognatore ed avviene il contatto con forze che non conosce, ma che agiscono dentro di lui.

Marie Louise Von Frantz, allieva di Jung, parla indirettamente di Grandi Sogni quando dice:

 

“Chiunque abbia osservato e seguito i propri sogni nel corso degli anni, ne ricorda un certo numero che gli fanno dire dentro di sé: Non dimenticherò mai quel sogno e ciò che ha significato per me. Si sente legato a essi per sempre e, attraverso  quei sogni, collegato al suo centro interiore.” (3)

 

 

Jung stesso nella sua autobiografia Ricordi sogni riflessioni racconta una serie di Grandi Sogni che hanno segnato momenti fondamentali della sua esistenza; primo fra tutti il sogno che lo portò ad elaborare il concetto di inconscio collettivo e a definire la propria dottrina indipendente da quella di Freud:

Ero in una casa sconosciuta a due piani: Era la mia casa. Mi trovavo al piano superiore, dove c’era una specie di salotto ammobiliato con bei mobili antichi di stile rococò. Alle pareti erano sospesi antichi quadri di valore. Mi sorprendevo che questa dovesse essere la mia casa, e pensavo: Non è male!  Ma allora mi veniva in mente di non sapere che aspetto avesse il piano inferiore. Scendevo le scale e raggiungevo il piano  terreno….(Continua nell’articolo Sogno della casa di Jung)

 

 

Ecco cosa dice Jung di questo sogno: “..per la prima volta mi indusse al concetto di inconscio collettivo e pertanto rappresentò una specie di preludio al mio libro “Wandlungen und Symbole der Libido”[…]Mi era chiaro che rappresentava una specie di immagine della mia psiche, cioè della condizione in cui era allora la mia coscienza, con in più le integrazioni inconsce fino allora acquisite“. (4)

Ma fra i Grandi Sogni di Jung il più conosciuto e senz’altro il Sogno dello yogi fatto dopo la sua malattia nel 1944:

 

“Camminavo per una piccola strada attraverso un paesaggio collinoso; c’era il sole ed avevo un’ampia vista in tutte le direzioni. Giungevo ad una piccola cappella situata al margine della strada. La porta era accostata ed io entravo. Con mia sorpresa non c’era sull’altare né un’immagine della Vergine, né un Crocefisso, ma solo una meravigliosa composizione floreale.

Ma poi vedevo sul pavimento, davanti all’altare rivolto verso di me, uno yogi seduto nella posizione del loto, assorto in profonda concertazione. Quando lo guardavo più da vicino mi rendevo conto che aveva la mia stessa faccia ed ero vinto dalla paura. Mi sono svegliato col pensiero: “Ah sì, allora è lui quello che mi sta meditando, ha un sogno, e IO sono quel sogno!” Sapevo che quando egli si fosse più svegliato, non sarei più esistito.” (5)

 

 

Jung stesso analizza il suo sogno scorgendo nei simboli una relazione fra coscienza ed inconscio a suggerire che l’esistenza inconscia (lo yogi) è quella reale, mentre il mondo cosciente (l’io onirico) una specie di illusione.

Le analisi compiute da Jung sui suoi sogni sono di grande importanza per comprendere il significato dei Grandi Sogni con la loro capacità di trascendere l’esperienza del reale ed alludere ad una completezza psichica che ci appare come percorso e meta dell’esistenza. Come ripete Jung:

 

La totalità inconscia pertanto mi sembra il vero “spirictus rector” di tutti i i fatti  biologici e psichici. Essa aspira ad una realizzazione totale, cioè nel caso dell’uomo ad una totale presa di coscienza…l’unico significato dell’esistenza umana è di accendere una luce nelle tenebre del puro essere. Si può benissimo supporre che, come l’inconscio agisce su di noi, così lo sviluppo della nostra coscienza agisca sull’inconscio. (6)

 

 

Ed è forse in questo rapporto dinamico e questo scambio fra coscienza di sé ed inconscio che si creano i Grandi Sogni ed è nella sorpresa, meraviglia, sconvolgimento che provocano che si accende la luce del puro essere e si realizza la propria unica realtà psicologica ed il proprio unico percorso di essere umano.

Marzia Mazzavillani Copyright © Vietata la riproduzione del testo

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Bibliografia e note

  • (1) Freud S., L’interpretazione dei sogni, ed. Gulliver 1993, p.78
  • (2) Von Frantz M.L., Il mondo dei sogni, ed. Red, 2003, p.222
  • (3) ibidem,  pag.225
  • (4) Jung C.G., Ricordi Sogni Riflessioni, ed Rizzoli, p.187
  • (5) ibidem,  p.360
  • (6) ibidem, p. 363


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GRANDI SOGNI Cosa sono e qual è il loro significato ultima modifica: 2015-07-06T07:00:13+02:00 da Marni