Un corto circuito nella mente, sinapsi che connettono passato presente e futuro, una sensazione di familiarità e di realtà vissuta: è il déjà vu, spesso assimilato all’esperienza del sogno e, come il sogno, misterioso, intrigante e perenne oggetto di studio. Ma che cos’è il déjà vu e come può essere spiegato?
Il fenomeno del déjà vu, letteralmente “già visto” è una forma di paramnesia (alterazione del ricordo) che si manifesta con la sensazione improvvisa di aver già vissuto, già visto, già sentito ciò che ci si trova a vedere, vivere, sentire.
Una sensazione di grande familiarità che dura pochi attimi, ma che sembra annullare ogni distanza fisica e temporale.
“Questa cosa l’ho già vissuta, questa sensazione l’ho già sentita, questo posto l’ho già visto” sono le parole che potrebbe pronunciare chi sperimenta il déjà vu.
In realtà tutto avviene in pochi attimi e lo strascico dell’esperienza, descritta per lo più come gradevole ed interessante, è una sorta di spaesamento e di vaghezza, unita alla meraviglia ed al senso di mistero che ancora circonda questo fenomeno.
Fenomeno che sembra alludere ad un’altra vita vissuta, ad una dimensione parallela, al ricordo di un sogno. Come se improvvisamente si aprisse una falla in una dimensione spazio temporale e si avesse la possibilità di guardare al di là o se ne fosse catturati.
Déjà vu: passato, arte, poesia
Il déjà vu è parte dell’esperienza umana. Sant’ Agostino ne parlava come di una “trappola del diavolo“, qualcosa di pericoloso alla cui suggestione era necessario non soccombere perchè, rimandando alla possibilità di altre vite vissute ed alla reincarnazione, metteva in discussione il concetto di vita eterna.
Artisti, poeti, scrittori lo hanno descritto rapiti e sgomenti: da Dante a Shakesperare, da Baudelaire a Verlaine ad Ungaretti i déjà vu emergono per il mistero a cui alludono. Un mistero che sembra annullare l’irrevocabilità del tempo, il suo scorrere lineare a cui, anche per poco, si ha l’impressione di sfuggire.
Déjà vu: Freud e la psicoanalisi
Freud e gli psicoanalisti conoscevano i déjà vu e li consideravano espressione di desideri repressi, di ricordi rimossi che affioravano improvvisamente alla coscienza con una sensazione mentale diversa dalla manifestazione onirica, dai lapsus e dai sintomi isterici. Freud parla di déjà vu ne L’interpretazione dei sogni, collegandolo ai sogni ed ai ricordi edipici:
“Vi sono alcuni sogni di paesaggi e di località che mentre ancora si è in sogno producono la convinzione nel sognatore di esservi già stato prima. Questo déjà vu ha nei sogni un significato particolare. Questi posti rappresentano sempre l’organo genitale della madre:non vi è infatti altro luogo del quale è possibile affermare con tanta convinzione di “esservi già stati una volta” ( S- Freud L’interpretazione dei sogni pag.348)
Non è un caso che Freud citi proprio i paesaggi, sembra che siano questi a stimolare principalmente i déjà vu. E’ più facile infatti che si produca un déjà vu in presenza di un luogo fisico: un paesaggio, una città, una casa, un giardino, piuttosto che durante l’incontro con una persona, durante una conversazione o per un’emozione sentita.
Come può essere spiegato un déjà vu
Cosa succede nel cervello di chi vive un déjà vu?
La scienza ad oggi non offre risposte precise, le teorie sono diverse e la ricerca è aperta. Si parla di sovrapposizione fra memoria a lungo termine e memoria a breve termine, di un corto circuito causato da una breve epilessia cerebrale, uno sfasamento del sistema nervoso che, anche se solo per pochi attimi, compromette il sistema di recupero della memoria.
Questo causa un black out nella continuità dell’attenzione e un riprocessamento dell’informazione. In parole povere, le funzioni cognitive che hanno sede nella corteccia cerebrale e che sono legate alla memoria, all’attenzione, al recupero dei dati immagazzinati subiscono un’alterazione che può essere patologica, oppure breve e fulminea come quella del déjà vu.
E se, ad oggi, le teorie scientifiche non hanno portato a risultati incontrovertibili è per la difficoltà di studiare il fenomeno che non può essere replicato a comando.
Mentre nei laboratori del sonno i volontari vengono monitorati durante la notte ed i dati tracciati dal polisonnigrafo forniscono risultati certi, legati alle fasi del sonno ed ai sogni, la stessa cosa non risulta possibile per lo studio dei déjà vu.
A nessuno si può chiedere di avere un déjà vu a comando, ci si deve affidare alla casualità oppure contare su casi patologici e rari come quello dell’uomo che viveva déjà vu continui, diventato oggetto di studio.
Déjà vu: intervista al Dottor Moulin
In un precedente articolo per Guida Sogni Supereva riportavo un’intervista pubblicata sull‘Espresso del 2006 al dottor Dottor Chris Moulin neuropsicologo cognitivo capo di un gruppo di ricercatori inglesi dell’Università di Leeds per il progetto Cognitive Feelings Framework, da anni impegnato negli studi sulla memoria e sull’Alzheimer, che ha avuto la possibilità di incontrare e studiare quest’uomo.
Ecco quello che il dottor Moulin dice dei déjà vu e della sua esperienza:
“Da studi effettuati su pazienti epilettici, possiamo affermare che i déjà vu hanno origine nei lobi temporali del cervello e sono causati dallo scontro tra due processi opposti: le sensazioni, quel qualcosa che percepiamo come già vissuto, e la conoscenza oggettiva, cioè il fatto di aver già vissuto quel qualcosa nella realtà
Noi vogliamo individuare una struttura come il Cognitive Feelings Framework: è il primo passo per spiegare l’interazione causale tra certe indefinibili sensazioni soggettive e determinati stati di coscienza associati alla memoria.
In particolare a noi interessa individuare e studiare non tanto cosa la gente ricorda e dimentica, ma che effetto fa ricordare o dimenticare. Io le chiamo “sensazioni cognitive” per differenziarle dalle “emozioni”.
Lavoravo in un istituto clinico a Bath e un giorno un uomo entrò nel mio studio, diceva di avere continue sensazioni di déjà vu. Non una ogni tanto, ma perennemente 24 ore su 24.
Non poteva andare in nessun posto, vedere gente, leggere un libro senza avere la certezza di averlo già fatto, conosciuto, letto. Tutta la sua vita era un film già visto.
Ho capito di trovarmi di fronte ad una testimonianza eccezionale, ma non unica: come lui dovevano per forza esistere altri casi al mondo, bisognava solo trovarli. Così ho cominciato a studiare i normali déjà vu, quelli che tutti più o meno conosciamo nella vita di tutti i giorni.”
Déjà vu: Le ultime ricerche
Tuttavia le ultime ricerche compiute dal premio nobel Susumu Tonegawa ricercatore del MIT) si avvalgono di topi e cavie e pare che si sia riusciti, con questi animali, a riprodurre e vedere in azione il fenomeno, anche se a noi riesce difficile immaginare come i topi possano raccontare le loro sensazioni al riguardo.
Possiamo solo immaginare che i tracciati encefalografici legati a determinate aree corticali mostrino un’alterazione specifica, riconoscibile e assimilabile al déjà vu umano.
Déjà vu e sogni
Déjà vu e sogni vengono accostati, paragonati, spesso confusi, l’uno diventa il ricordo dell’altro, l’altro (il sogno) può contenere un déjà vu.
La materia labile dei sogni, così facile e disperdersi, ma in grado di provocare forti sensazioni, assomiglia a quella del déjà vu, e questo porta a rendere equivalenti i due ambiti. Si presume che i sogni dimenticati al mattino lascino una traccia che permane nella memoria profonda e che viene recuperata con la sensazione lampo del déjà vu.
In realtà, le aree cerebrali preposte a queste due funzioni sono assai diverse: gli impulsi elettrici origine dei sogni si formano alla base del tronco encefalico, nel ponte di Varolio, dove gli scambi neuronali provocati dall’attivarsi di sostanze quali acetilcolina, serotonina e noradrenalina, mettono in moto il processo che causa ed inibisce la fase REM.
Mentre dalle ricerche effettuate fino ad oggi pare accertato che le attività dei neuroni e il breve convulso epilettico che provoca il déjà vu, avvengano nelle zone legate alle attività cognitive: ovvero la corteccia cerebrale con il lobo occipitale connesso alla visione e quello temporale all’udito, l’apprendimento e la memoria.
Studi resi pubblici nel dicembre 2014 sembrano confermare che nei soggetti sani l’attivazione cerebrale causa di un déjà vu avviene in una piccolissima porzione di corteccia: la corteccia insulare che ha il compito di portare tutte le informazioni al sistema limbico-emotivo.
Questo significa che il fenomeno conseguente non è tanto un problema di alterata memoria, quanto un’errata percezione di questa, non uno sfasamento della memoria, ma della sensazione.
Per concludere
Sogni e déjà vu sono molto diversi, ma le sensazioni e l’interesse che provocano sono il risultato della stessa attrazione e del desiderio di sfuggire al determinismo della nostra epoca.
Un desiderio di mistero e di magia, un inno alla fantasia e all’irrazionalità. che forse bilanciano i ritmi serrati del quotidiano, il grigiore delle abitudini e l’immutabilità di certe realtà.
Possiamo esser grati al nostro apparato cerebrale che ci offre, con i sogni e con i déjà vu, una simbolica fuga da questa dimensione.
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Riferimenti bibliografici:
- Remo Bodei, Piramidi di tempo. Storie e teorie del dèjà vu, Bologna, Il Mulino 2006
- Wikipedia
- Notizie ANSA 30 dicembre 2014
da qualche settimana ho dejavu’ continui per tutto ilgiorno a chi possorivolgermi
Buongiorno Edgardo, mi sono data la regola di non rispondere più a sogni e commenti che non si aprono con un saluto. Questo è un servizio gratuito che io offro volentieri ai miei lettori, ma voglio esser considerata una persona e non un risponditore automatico a disposizione. Sono sicura che mi capisci. Quanto alla tua domanda mi dispiace non essere in grado di aiutarti. Non conosco professionisti specialisti in materia che siano contattati facilmente. Dovresti forse rivolgerti ad un neurologo e partire da accertamenti fisici ( ecg ecc.) se questi dejà vu diventano veramente disturbanti. un caro saluto e grazi e per il tuo MI PIACE all’articolo Marni
Buongiorno Marni. È da quando sono bambina che vivo déja vu. Ora meno frequentemente, ma quando ero bambina molto spesso, tanto da indurmi a mettere un bigliettino nel portafoglio con scritto: “ho già vissuto questa vita”. Un fatto strano è successo una volta qundo con mia sorella ebbi un déja vu così chiaro che fui in grado di dirle quello che avrebbero detto le persone che erano presenti prima che lo dicessero. Un’altra volta invece sognai esattamente quello che poi successe il mattino seguente a scuola.
Prima mi spaventavano un po’, non ogni déja vu di per sé, ma spesso anticipavano eventi spiacevoli.
Ti ho scritto così, per condividere con te e con tutti i tuoi lettori le mie esperienze, magari sono successe anche ad altri.
Ciao e grazie!
Buongiorno Silvia, ti ringrazio davvero per aver voluto condividere con me e i lettori le tue esperienze di dejà vu. sono eventi straordinari che sono ancora in fase di studio coem puoi leggere. VEdiamo se qualcun altro vorrà aggiungere le sue di esperienze. Un caro saluto Marni
Ciao,
invece sembra che io sia un caso a parte.Io sogno dei precisi avvenimenti, con delle precise persone che hanno una precisa posizione nello spazio e dicono delle precise parole ad una precisa ora del giorno.Molte volte sogno prima questi 10 secondi di vita quotidiana poi può succedere che questi avvenimenti mi si ripetano per più di una o due volte.Io personalmente ho approfondito il tema e penso che il nostro cervello sia in grado di elaborare le varie possibilità che si conseguono ad altre.Se questa capacità (che può essere migliore o peggiore a seconda degli individui) possa essere potenziata la potremmo considerare una sorta di superpotere.E voi cosa ne pensate?
Buongiorno Giovanni non so se ho ben capito: tu sogni con tutti i particolari e poi quello che sogni lo ri-sogni uno o due volte? Oppure quello che sogni hai la sensazione di averlo già vissuto ( o sognato) una o due
volte? Il nostro cervello è sicuramente in grado di elaborare varie possibilità, ma quando non riesce a distinguere se quello che sente è reale, immaginato, sognato o già vissuto allora si parla di déjà vu. Se vuoi spiega meglio cosa intendi per super-potere.
TI CHIEDO UNA PICCOLA CORTESIA:
per un bug ho perso tutte le precedenti condivisioni social all’articolo per cui GRAZIE se, per ripagare lo sforzo che impiego in questo lavoro, metti un MI PIACE in fondo al testo dell’articolo e lo condividi 🙂
Un caro saluto marni
Salve,
A me capita nei momenti di stress o quando prendo farmaci per fare scendere la febbre, di avere dei momenti in cui mi tornano alla mente sensazioni, emozioni e ricordi di sogni gia fatti.è una sensazione che mi coinvolge molto e spiazza sempre un po. Durano al massimo un minuto e mezzo xo sono molto intense.
Cosa sono? A volte ho provato a dirlo a qualchr medico ma sono stata vista come un aliena.
Grazie Sara di Bologna
Ciao Sara, capisco quello che provi perchè è capitato anche a me, ma non posso dirti a cosa sia dovuto …è possibile che avvenga qualcosa a livello cerebrale dovuto ai farmaci o ad altri stimoli fisici che richiamano flash delle immagini che la corteccia cerebrale ha creato durante il sogno. Immagini che forse sono rimaste immagazzinate nella memoria. Per capire bene cosa succede dovresti sottoporti a a registrazione delle onde cerebrali mentre la cosa ti succede. Cosa che penso sia piuttosto difficile. Per questo i medici ti vedono come un’aliena, perchè forse non hanno mai sentito parlare di questi fenomeni che si discostano dal più comune déjà vu.
TI CHIEDO UNA PICCOLA CORTESIA:
ripagami lo sforzo che impiego in questo lavoro mettendo un MI PIACE in fondo al testo di questo articolo grazie 🙂
un caro saluto Marni
Anche da questo commento mi è difficile trarre spiegazioni per questo caso che capita spesso a mia moglie da quando è insieme a me: OVVERO DA 7 ANNI.
Spesso e volentieri, durante fatti, attimi, eventi che viviamo insieme, mia moglie si rende proprio conto di aver già sognato, prima di conoscermi, ciò che stiamo vivendo insieme in quegli a (attimi, fatti, eventi, momenti). Addirittura nella mezza giornata che possiamo vivere una determinata situazione, possono capitare fatti, attimi che lei ricorda proprio di aver sognato.
QUINDI, NON È PROPRIO IL “L’HO GIÀ VISSUTO, CHISSÀ COME CHISSÀ QUANDO” ma è proprio il “QUESTA COSA L’HO SOGNATA”, SENZA RICORDARE ESATTAMENTE IL QUANDO IL SOGNO SI È REALIZZATO”.
Ecco non riesco a trarre spiegazioni di questi suoi sogni, leggendo questo articolo.
Caro FAbio, questa cosa che succede a tua moglie non è così rara. Mi viene riportata piuttosto spesso . Non posso dirti le cause fisiologiche o scientifiche che la mettono in moto ma ho notato che è più frequente fra persone “vicine” persone che hanno legami forti di amore o amicizia.
Io tendo a pensare che in alcuni momenti della vita in comune ( oppure da soli) si attivi inconsciamente il bisogno di ritualizzare questi momenti…forse per la felicità o per il suo contrario: tristezza, paura disperazione… il pensare all’evento sognato che riproduce il reale è di per sé una forma di rito che esalta ed “incornicia ” la realtà, la rende importante , mai banale.
Un caro saluto
marni