Se avete problemi di memoria e non ricordate più dove avete lasciato gli occhiali o le chiavi dell’auto, niente paura. I sogni vi vengono in aiuto. L’ennesimo studio ha scoperto che sognare potenzia la memoria ed riattiva i circuiti neuronali usurati dal tempo e dallo stress. Un altro buon motivo per accogliere i sogni con gratitudine. E quando i sogni non arrivano? Tranquilli. Anche a questo c’è rimedio. Si può sempre imparare a sognare o meglio, imparare a ricordare i propri sogni.
I sogni aiutano a ricordare meglio e sono un vero e proprio elisir di giovinezza per il cervello. E’ ormai accertato che sognare potenzia la memoria.
Una equipe dell’Università di Boston ha scoperto l’importanza dei sogno non solo nel processo di di rielaborazione delle informazioni studiate o vissute, ma sopratutto nella fase di fissaggio di tali informazioni.
Avere una memoria di ferro è possibile ed è una qualità che si può acquisire anche sognando, perchè i sogni aiutano a ricordare meglio e sognare potenzia la memoria.
Lo studio che ha confermato questa nuova tesi, si basa sui test effettuati con circa 99 persone invitate a partecipare ad un gioco a cui seguivano momenti di sonno. Il materiale raccolto al risveglio con le risposte ed il ricordo dei sogni, ha fatto emergere un importante elemento: si è scoperto che il ricordo migliorava sensibilmente quando nei sogni delle persone coinvolte comparivano immagini del gioco stesso.
Questo significa che sognare potenzia la memoria, ma i ricordi sono ancora migliori e più puntuali se nelle immagini dei sogno appare ciò che si vuole ricordare. Ad esempio, se dopo aver studiato ci si addormenta e si sogna qualcosa che ha a che fare con la materia studiata, al risveglio il ricordo sarà migliore. Ciò che si desidera ricordare sarà fissato in modo indelebile. I sogni avranno potenziato la memoria.
Ed è quindi il processo onirico di rielaborazione delle informazioni reali, tipico dei sogni comuni, che contribuisce a imprimere tali informazioni nella memoria. C’è da chiedersi se il ruolo che gioca questa tipologia di sogni non sia proprio legato alla necessità di ricordare e di estrapolare dal materiale onirico il dettaglio che sia utile ricordare. Mentre la mancanza di sonno, e di conseguenza di sogni, sembra produrre gravi danni, non solo fisici ma anche mnemonici.
La scoperta che sognare potenzia la memoria non ha nulla di strano per chi crede al ruolo di rilievo che i sogni giocano nell’esperienza umana. Si pensi ai tanti artisti o scienziati, che riflettendo su di un problema hanno ricevuto risposte in sogno ai loro interrogativi, si comprende che ogni studio o moderna ricerca sui sogni non fa altro che confermare, con dati scientifici, quanto l’esperienza e la storia hanno lasciato intuire.
Quindi ciò che in passato veniva fatto per abitudine personale (spesso non raccontato per timore della derisione altrui) ora viene confermato dalla scienza, la ricerca dell’equipe di Boston ci rassicura sul ruolo del sonno e dei sogni. Oggi possiamo dire che non solo portano risposte, messaggi, e sagge riflessioni, ma che sognare potenzia la memoria.
Con questa sicurezza possiamo esercitarci a migliorare la nostra memoria usando la prima fase del sonno caratterizzata da onde alfa (dormiveglia) per ripensare a ciò che ci sta a cuore, a ciò che vogliamo ricordare, sviluppare o risolvere. La mente è particolarmente ricettiva in questo stadio perché il controllo della coscienza si sta allentando. Possiamo ripetere la lezione che stiamo studiando, decidere di svegliarci ad una determinata ora, programmare la giornata ripensando agli impegni che abbiamo, riflettere su qualcosa che abbiamo perso oppure pensare ad una poesia che vogliamo scrivere, ad un problema che ci assilla e che vorremmo risolvere.
Questo stato produrrà facilmente immagini ipnagogiche, visioni volatili, fantasmatiche, labili e leggere che costituiscono il primo ingresso nel mondo dei sogni.
E’ possibile allora che i sogni si accordino su quello che abbiamo nella mente, ma se questo non succede o se i sogni non ci appaiono chiari come desideriamo, avremo ugualmente la sorpresa, al nostro risveglio, di ricordare tutto.
Sognare potenzia la memoria e i sogni aiutano a ricordare meglio, ma il “voler” ricordare e la riflessione fatta in fase alfa, sono aspetti da non sottovalutare per ricordare ciò che ci sta a cuore.
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Testo ripreso ed ampliato da un mio articolo pubblicato sulla Guida sogni Supereva in aprile 2010
Interessantissimo articolo! Bello e importante.
Grazie Cristina, sono ricerche già datate quelle che cito, ma l’idea che i sogni aiutino la memoria e servano come la rielaborazione del vissuto è antica. Scienziati artisti scrittori li hanno usati per il loro lavoro e la loro arte. li hanno usati per confrontarsi con le difficoltà ed i problemi che ne derivavano. quindi perché mai noi uomini comuni non dovremmo farlo?
un abbraccio
marni